Governo, di chi è? Del Pd. Allora Letta si dia una mossa. Berlusconi non c’è più

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 4 Dicembre 2013 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA
Governo, di chi è? Del Pd. Allora Letta si dia una mossa. Berlusconi non c'è più

Alfano, Franceschini e Letta (foto Lapresse)

ROMA – Disoccupati non proprio, una qualche forma di occupazione ce l’hanno, da anni e alcuni addirittura da decenni: farsi pagare a fine mese dallo Stato, dalla Regione, dal Comune, da qualcuno insomma che distribuisca denaro pubblico. Farsi pagare magari poco, magari una miseria. Ma una miseria garantita e ormai percepita e reclamata come diritto inderogabile. Di qui la “occupazione”, il mestiere, la fatica di rivendicarla, ottenerla, proteggerla quella miseria fissa e garantita a fine mese. Con manifestazioni, pressioni, blocco del traffico, irruzioni. A Napoli sono una tradizione da anni e decenni, a Napoli il disoccupato, alcuni disoccupati, sono un’organizzazione occupatissima a farsi pagare a fine mese dallo Stato, dalla Regione, dal Comune, dal governo.

La novità, relativa, è che i disoccupati occupati a farsi mantenere sia pur miseramente dai soldi pubblici, miseramente ma a vita ben s’intende, adesso vanno in trasferta. Ad esempio vanno a Roma, dove c’è il governo. E con sperimentato intuito, con affinata sensibilità politica, con l’esperienza di anni e decenni di “politica” fatta in prima persona, quelli a caccia di soldo pubblico hanno realizzato la risposta alla domanda di chi sia il governo che i soldi pubblici li può sborsare. E di chi è il governo? Del Pd, ovviamente. Quindi a dare una scrollata perché tirino fuori i soldi i disoccupati occupati a fare cassa vanno dal Pd, alla sede nazionale del Pd.

Non sbagliano obiettivo, il governo è effettivamente del Pd dopo che Berlusconi ha traslocato all’opposizione con Forza Italia. Non solo i disoccupati con il solo lavoro di cacciare soldi pubblici, non solo loro. D’ora in poi ogni categoria sociale, ogni interesse economico, ogni fetta e segmento d’opinione e di elettorato individueranno nel Pd quello a cui presentare il conto o quello a cui dire grazie. Hanno e avranno ragione: il Pd ha 300 e passa deputati, quelli di Alfano sono 30 e quelli di Monti non molti di più.

Quindi è tempo, è urgente che Enrico Letta si dia una mossa. Il suo non è più un governo con Berlusconi e quindi obbligato a tener conto di Berlusconi, impegnato nell’arte complicatissima di tener insieme diavolo e acqua santa. Il suo è ora un governo assediato da Berlusconi e Grillo. Ed è un governo del Pd più piccoli alleati. Quindi Letta si dia una mossa a far vedere che ci fa il Pd con un governo suo, un governo di cui ha la regia e la maggioranza. Non è più il governo di prima, Letta esca dall’ipnosi forse indotta anche dalle eccessive dosi di tranquillanti politici che assume al Quirinale.

Governo del Pd. Il Pd ci aveva detto che tagliava, eccome se tagliava, i costi della politica. Bene, Letta lo faccia, ora, subito. E la smetta di presentare come fulgida bandiera lo straccio di una diminuzione del finanziamento pubblico ai partiti. Chiuda il governo Letta davvero le Province, abolisca davvero il Senato, azzeri i rimborsi ai consigli regionali ladri, cioè praticamente tutti. E’ quel che dice Renzi, è il programma-promessa Renzi. E’ questo l’ostacolo? Non si può fare perché lo dice Renzi? L’ostacolo Berlusconi non c’è più, l’obbligo del compromesso non c’è più. Qual è l’ostacolo? Il “meglio morti che Renzi”?

O forse l’ostacolo è che il Pd è le Province, i Consigli Regionali, il Senato…Forse l’ostacolo è che “tagliare un miliardo e più alla politica è demagogia” come dice Cuperlo? Se questo è l’ostacolo al primo appuntamento elettorale cui il Pd arrivasse con un governo suo che non ha tolto soldi alla politica il M5s lo asfalta da questo lato. Lo dice Renzi e ha ragione piena. Lo capisce Letta e lo capisce il Pd, lo capisce D’Alema e Cuperlo lo capisce che è questione di sopravvivenza? Un politico lo capirebbe ma qui sembrano franare anche le basi del mestiere.

I soldi alla politica e anche le tasse: il Pd ci aveva detto che era meglio, molto meglio tenersi l’Imu e abbassare invece le tasse sul lavoro e sull’impresa. Letta ci aveva detto che non si poteva perché Berlusconi…Berlusconi non c’è più. Quindi il Pd faccia il Pd, dica chiaro agli italiani che nel 2014 e in ogni anno che verrà ci sarà una ovvia casa sui patrimoni immobiliari, sulle case, anche la prima, e che invece caleranno le aliquote Irpef. Ma nella legge di stabilità le aliquote Irpef surrettiziamente vengono aumentate e la spesa pubblica viene sostenuta niente meno che bloccando le pensioni da 1.500 euro netti al mese. E’ questo il Pd, è questa la politica fiscale del Pd? Cassa integrazione a pioggia pagate da addizionali a pioggia? E’ questo il Pd? E’ il Pd quello che faceva sul fisco, quel che sul fisco ha fatto il governo Pd più Berlusconi?

Soldi alla politica, tasse, spesa e anche riforma elettorale. Il governo Letta ha incitato e minacciato a vuoto i partiti a farla la nuova legge elettorale. Ma non si poteva perché Berlusconi non vuole i collegi, non vuole il doppio turno…Ora Berlusconi non è più in maggioranza e, entro certi limiti, chi se ne frega di cosa non vuole Berlusconi. Se si è Pd si ragiona così. Non ragiona così la Finocchiaro? Peccato. La nuova legge elettorale si fa se si ha un governo e una maggioranza in Parlamento. Altrimenti viene il sospetto che l’impossibilità di andare a votare con il Porcellum interessi a Napolitano e Letta soprattutto e solo per la prima parte della frase “l’impossibilità di andare a votare”. E’ questa la cosa che il Pd deve avere a cuore e custodire gelosamente, l’impossibilità di andare a votare per un paio d’anni e poi beato chi ci arriva? Se è questo, e questo sembra proprio essere il Pd alla Cuperlo, allora è chiudersi in una bara con l’aria condizionata.

Si dia una mossa Letta visto che il governo è del Pd. E’ quel che dice Renzi? E’ anche quel che dice la realtà, la cronaca, la matematica, il buon senso, la politica elementare. Un partito lo capirebbe. Forse mostrerà di averlo capito il suo elettorato domenica 8 dicembre.