ROMA – Eric Hobsbawm, quello del “Secolo breve”, lo storico forse più acuto e insieme più divulgativo del secolo delle grandi ideologie, sogni, speranza, tragedie, orrori, massacri. Leggo ciò che pensa dei giorni che viviamo e di quelli che verranno: “Non credo che in termini materiali si possa essere pessimisti per i prossimi cinquanta anni. Però la gente non è più felice…Fino alla fine degli anni ’50 si viveva più o meno come negli ultimi millenni, la gente era povera, contadina, ma vie erano regole, tradizioni, ruoli e religioni e quindi delle certezze e una guida. Dagli anni ’70 questo sistema di regole è stato distrutto e la gente non sa dov’è e dove andare…”. Il pensiero inevitabilmente nostalgico di un vecchio che confonde e mescola i “bei tempi” con quelli della sua gioventù? Non proprio, altrimenti non direbbe del “non pessimismo sui termini materiali”. Ci vede ancora lo storico e vede quel che le spaventate e anche un po’ orbe pubbliche opinioni occidentali non vogliono più vedere: l’abbondanza di merci e consumi, redditi e garanzie in cui vivono malgrado tutto, qualcosa che mai l’umanità, nessuno spicchio di umanità ha mai prima avuto nella storia.
“Ma la gente non è felice…e il fondamentalismo religioso è una reazione a questa situazione”. Leggo questa ultima frase e la collego con l’ultimo titolo letto su Timbuctù, quel luogo non del mito ma dell’Africa dove sono arrivati i barbari. Barbari non per me che sono occidentale, ma barbari rispetto ad ogni minimo comun denominatore di civiltà. Barbari islamici che distruggono i luoghi di culto dei santi islamici in nome dell’ortodossia che vieta di onorare chiunque non sia l’unico dio. Oh, l’abbiamo fatto anche noi occidentali secoli fa in nome e per conto del dio cristiano ed eravamo allora noi i barbari anche se issavamo la croce. Oggi una inesorabile catena di barbarie si va formando e stringendo e noi neanche osiamo chiamarla per quel che è. Nella Libia che si è andati a liberare dal dittatore Gheddafi è guerra per bande e la Libia sta per diventare una Somalia sul Mediterraneo dove non c’è Stato o legge che non siano quella della tribù islamica dominante. Niente cittadini, solo fedeli o infedeli. Niente regole, solo precetti. Niente pensiero, solo la parola scritta del dio. E lo stesso odore di teocrazia si sente nella Tunisia di fresco liberata dal suo dittatore. E in Egitto le libere elezioni le vincono islamici e islamisti con i laici a dirsi soddisfatti perché così si sono liberati dei militari al potere. E in Sudan il regime è islamico e islamista e in Nigeria il Nord pullula di guerrieri dell’Islam che massacrano cristiani essendone talvolta massacrati. E in Kenia terroristi islamica attaccano e in Niger e nel Mali, in tutta la cintura sub sahariana l’alleanza tra tuareg e Al Qaeda controlla il territorio, le anime e i corpi. Anche la ribellione siriana è colma di islam guerriero e vendicatore.
Dovunque, dalla coste atlantiche dell’Africa, al deserto, fino al mar Rosso e poi ancora in Medio Oriente, dovunque la gente araba o africana prende la “parola”, con gli strumenti della democrazia e con le armi, prepara e costruisce la teocrazia, lo Stato-Chiesa, la morte della civiltà. Cosa sia questo sgomento della storia per cui i popoli giovani dell’Africa del Nord e del Centro corrono verso il peggio che la storia umana ha mai prodotto e conosciuto, Hobsbawm non sa dire. Altra è la sua storia e la sua sconfitta: “Io ancora comunista? Il comunismo non esiste più. Resto leale alla speranza di una rivoluzione anche se non credo che succederà più…e sono leale alla memoria in quello in cui ho creduto”. Una lealtà ormai privata a se stesso. Leale a se stessa resta anche la democrazia occidentale che auspica, aiuta, saluta il muoversi di quei popoli giovani d’Africa e poi regolarmente se li ritrova non avversari o competitori ma nemici giurati di sangue e di fede, come in Pakistan, Afghanistan…Non capiamo perché, non osiamo neanche dircelo con chiarezza: dopo gli orrori “cristiani” del secolo breve si stanno formando e sono in arrivo gli orrori “islamici” del secolo…buio?