Jihad vince se vincono sottomissione e auto censura. Tempesta perfetta su Europa

Jihad vince se vincono sottomissione e auto censura. Tempesta perfetta su Europa
Jihad vince se vincono sottomissione e auto censura. Tempesta perfetta su Europa

ROMA – Jihad, guerra santa contro gli “infedeli” vince perché spara, massacra, sgozza. Così pensano, calcolano, propagandano e scommettono strateghi, macellai e “religiosi” dell’Isis, il nuovo e risorto Califfato islamico che vuole spezzare le ossa e l’anima all’Occidente appunto infedele. Si sbagliano, Jihad vince non se e perché spara, Jihad vince se il “nemico”, cioè noi tutti europei e occidentali accettiamo, talvolta per calcolo e talvolta per inerzia, forme consce e inconsce di sottomissione. Sottomissione non al Califfo e neanche all’Islam guerriero. Sottomissione però allo sfinimento della nostra europea e occidentale cultura e civiltà.

Umberto Eco dice

“L’Isis è il nuovo nazismo, stermina e vuole impadronirsi del mondo”. Dice ancora: “Sono le religioni del libro che scatenano le grandi guerre, le religioni monoteiste…chi mai visto degli animisti che hanno tentato di conquistare il mondo con le armi? Il Libro…Il vangelo contro il Corano, il Corano contro la Bibbia…”. Dice ancora: “C’è una guerra in corso e ci siamo dentro fino al collo, come quando ero piccolo e vivevo le mie giornate sotto i bombardamenti che potevano arrivare da un momento all’altro…”.

I nuovi nazisti, in guerra come settanta anni fa, in una nuova guerra e in una nuova guerra di religione. Così la percepisce uno dei maggiori intellettuali italiani e così la descrive al Corriere della Sera uno dei maggiori quotidiani italiani. Ma in Italia nessuna manifestazione spontanea, nessuno che, a differenza non solo di Parigi ma anche Berlino o Amsterdam o Londra, va a fare e a sentirsi popolo nella sera del lutto. Nessun istinto porta e muove nessuno in Italia ad abbracciarsi, a fare umanità insieme, pubblicamente. Nessun istinto, tanto meno quello di sopravvivenza, figurarsi quello di identità. Masticano finto fiele, fiele da esposizione solo i coprofagi politici, quelli che sanno fare del sangue altrui l’escremento della loro propaganda. La gente, quella vera, sta a casa. Ed è terribile perché è già, netta e chiara, una forma di sottomissione. Il non sentire il bisogno, l’urgenza, la voglia, appunto l’istinto di contrapporsi di persona e in carne e ossa alla jihad è sottomissione. Se sono, e lo sono, il nuovo nazismo, come si può starsene a casa buoni, zitti, magari un po’ preoccupati ma sostanzialmente indifferenti a guardare la tv?

Scrive Ezio Mauro direttore de La Repubblica che “la campana di Parigi suona oggi per ognuno di noi”. L’hemingwayana campana chiama secondo Mauro ognuno di noi ad un “riarmo culturale”, ad una rinnovata cura e sviluppo e non solo difesa della libertà. Libertà di pensiero e di vita che è l’assoluto nemico e bersaglio della jihad, l’osceno scandalo da spazzare via in nome di Allah. Di certo la campana dovrebbe suonare per tutti in una società che ma all’inverosimile foderarsi le orecchie. Ciascuno risponda per se stesso, per la sua personale e storica sordità. Gli ignoranti rispondano della loro ignoranza, gli accidiosi dell’accidia, i razzisti del razzismo, i bugiardi della bugia, gli intolleranti dell’intolleranza…

I progressisti, i democratici, la sinistra politica, culturale e sociale risponda, ormai è tempo, delle sue omissioni e auto inganni. Pierluigi Battista sul Corriere della Sera distende ed estende il suo j’accuse al “politicamente corretto”. E’ un po’ una sindrome, quasi un vezzo monotematico di battista questa allergia al “politicamente corretto”. Ma stavolta ha ragione, la “campana” suona soprattutto per coloro che hanno o dovrebbero avere istruzione, cultura, impegno e valori civili, insomma i progressisti, i democratici e buona parte della sinistra europea. La campana suona e dice basta con le sottomissione culturali.

Sottomettersi è giudicare imprudente o politicamente lasciva la satira su Maometto e sull’Islam. Sottomettersi è accettare di non urtare suscettibilità che suscettibilità non sono ma comandi, precetti, imposizioni, ricatti. Sottomettersi è accettare anzi predicare un relativismo equivalente di usi, costumi e valori per cui l’infibulazione è rito un po’ come il battesimo. Sottomettersi è rinunciare al Natale perché Gesù e non Allah…Sottomettersi è soprattutto non dirsi, anzi negarsi, quel che accade. Accade che non un miliardo e mezzo di musulmani ma neanche poche centinaia o migliaia di terroristi, accade che milioni di musulmani siano attratti, simpatizzanti e militanti di una ideologia in armi che non reclama qualcosa, vuole tutto. Ideologia in armi che vuole comandare, imporre, stabilire chi si prega, come si prega, come si fa famiglia, come si fa sesso, come ci si prostra, come si obbedisce, come si parla e si pensa. Ideologia in armi che non vuole sottrarre qualcosa a noi europei ed occidentali, vuole che noi europei e occidentali in quanto tali non si esista più. Ideologia in armi che trionfa solo quando c’è l’altrui sottomissione.

Quel che oggi fanno in Siria e Iraq e Nigeria e Somalia e Yemen domani lo faranno ovunque potranno: o ti converti o muori. E’ falso raccontarsi che accomodamenti, spartizioni, diplomazie…La jihad, l’Islam guerriero e in armi è irriducibile per sua volontà e fede. Irriducibile a qualsiasi categoria occidentale quali la libertà civile, quella religiosa, quella individuale. Libertà e autodeterminazione, razionalità e separazione tra Stato e Chiesa sono valori della storia occidentale. Storicamente relativi appunto, ma sono valori migliori della teocrazia e di quelli storicamente relativi dei nomadi pastori di 1.300 anni or sono. Sì, certo, la sessuofobia e la donna come luogo fisico di perdizione hanno caratterizzato anche il cristianesimo e l’ebraismo. Sì, certo, i cristiani si sono scannati e hanno scannato per imporre la loro religione liturgica e civile. Ma questo orrore occidentale è finito, anche se l’Occidente cova fuochi di orrore mai sopiti. L’Islam guerriero e in armi è invece qui e oggi l’orrore dello scannare in nome del mio dio che è l’unico dio, qui e oggi. Va quindi sconfitto, non ci può essere convivenza con questa ideologia in armi. Va sconfitto, come il nazismo, altrimenti è sottomissione. Sottomissione cui molti in Europa aderirono sotto il nazismo.

Sconfiggere una ideologia in armi che scanna e spara è affare che costa denaro e sangue. Ogni guerra costa risorse finanziarie e vite umane. L’Isis che oggi fa mattanza a Parigi puntando a che da domani governi e redazioni e istituzioni occidentali siano più “prudenti” quando si parla e si scrive di Maometto e di Islam non verrà sconfitto gratis e neanche rimettendoci solo dei droni. Ci vorranno, ci vorrebbero soldi, molti soldi, risorse per staccare, separare dall’Islam guerriero la povertà araba. Ma l’Occidente vorrà spendere per la sua libertà? Ci vorranno, ci vorrebbero, uomini disposti a morire in battaglia e famiglie disposte a che i loro figli muoiano in battaglia. Battaglia per la libertà, ma l’Occidente è stanco di battaglie.

Ci vorrà, ci vorrebbe, dispendio di verità: la non riducibilità dell’Islam guerriero, l’errore di abbattere tiranni arabi per far posto a jihad e isis e simili, la splendida doppia follia di una guerra senza morti “nostri” e di un pianeta e di una storia senza guerre…

Tutta roba che scarseggia alquanto. abbonda invece il surrogato del politicamente corretto. Insieme a Marco Carrai ripercorriamolo sul Corriere della Sera: “una maglietta con le vignette di Charlie Hebdo distribuita dai giornali di tutta Europa? Poi però subentra la mpaura… Che avesse ragione Oriana Fallaci?  Poi però si pensa che i fanatici sono in tutte le religioni e centinaia di anni fa eravamo noi i barbari…Però quando Gesù Cristo viene deriso sui cartelloni pubblicitari al massimo qualche vescovo dice che così non si fa, ma non si può accendere la miccia del conflitto religioso…”. Sono i sani pensieri di un occidentale, ecco teniamoci tutti i sani pensieri ma molliamo la conclusione che sa, ha il sapore della sottomissione: ecco quella maglietta con tutte le vignette di Charlie Hebdo distribuita da tutti i giornali d’Europa e messa in vetrina da tutte le televisioni d’Europa sarebbe un’ottima idea. Sarebbe la risposta nella nostra lingua di civiltà all’ideologia in armi che scanna e spara. Risposta nella nostra lingua civile che però anche i macellai in nome di Allah intenderebbero. Quella maglietta andrebbe stampata, distribuita e indossata con orgoglio, l’orgoglio di una civiltà che è una fortuna per chi vi nasce, la vive e ne gode. Ma siamo in molti in Europa e in Italia ad essere sottomessi all’idea ignorante che sia una civiltà che vale poco e ci è dovuta gratis. L’Illuminismo ha acceso appunto i lumi e ha dato alla luce questa civiltà, da un po’ di tempo da noi in Occidente razzolano e prosperano quelli che spengono o sputano sui lumi. Per questo possiamo perderci prima ancora di perdere.

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