Lega modello Salvini: razzismo mio salvaci tu

Matteo Salvini
Matteo Salvini

ROMA – Per un paio di decenni si è discusso (si fa per dire, ne discutevano solo qualche migliaio di addetti ai lavori su decine di milioni di italiani) se la Lega Nord di Bossi e Miglio e Maroni fosse secessionista o federalista o autonomista (qualunque cosa federalismo e autonomismo volessero in concreto dire). Ora il problema non si pone più, la Lega che fu Nord ha scelto una sua chiara identità. il razzismo. E’ un fatto, non un’accusa. Una constatazione, non un giudizio. Al messaggio e al grido, all’angoscia e alla rabbia, alla paura e alla fobia anti “negritudine” la Lega di Matteo Salvini si affida oggi, in Parlamento e in piazza, per salvarsi e per sperare di cavarsela domani nelle urne elettorali.

Cecile  Kyenge, se non ci fosse, la Lega modello Salvini se la sarebbe inventata. Per questo tipo di Lega il ministro, anzi la ministra nera di pelle è un sogno realizzato. Sta lì, ogni giorno, ora e minuto a ricordare che i neri, anzi i “negri” si stanno prendendo casa nostra. Sta lì come bersaglio polemico eppure è carne e ossa. Meraviglioso, semplice, elementare per la Lega modello Salvini. E così ancora una volta l’Italia politica e sociale ha qualcosa che quasi nessun altro in Europa ha: una forza politica che identifica se stessa con il razzismo fino all’altro ieri al governo e sempre prossima a rientrarci al governo del paese. Già perché forze politiche che fanno del razzismo il perno della propria identità ne hanno quasi tutti in Europa e al mondo, solo che in Europa, tranne che in Ungheria, non stanno al governo. Anzi chiunque governa, anche e soprattutto di destra, questo tipo di forze dal governo le tiene fuori e lontane.

Cecile Kyenge, non un modello di efficienza ministeriale e neanche una grande performance in empatia con la pubblica opinione. Ma questo la Lega modello Salvini neanche lo vede o lo calcola. Alla Lega modello Salvini importa che Cecile sia nera, il solo colore della pelle del ministro è, hanno spiegato in Parlamento, contagio di “negritudine” appunto. Via il nero, il negro africano, lo scuro nord africano o mediorientale e anche il giallo cinese e anche il biondo polacco o slavo. E’ questo e non altro, soprattutto questo e per sua scelta la Lega modello Salvini. Salvini che ora incontra Marine Le Pen e fanno alleanza contro l’Europa. Ma perfino la Le Pen, perfino gli eredi dei fascisti francesi, sul razzismo in casa loro ci vanno parecchio più leggeri della Lega modello Salvini.

Accade perché non solo della Lega è l’esclusiva della “sacca di marciume” di cui scrive Francesco Merlo su la Repubblica. Sacca e marciume che sono nel paese, nella società italiana, mica in quel partito o quell’altro. Il marciume marcito del No Tav che minaccia la famiglia del politico che accetta la Tav. Il marciume montante di chi augura la morte a chi si cura con medicinali testati anche sugli animali. Il marciume vincente dell’odio bilioso per chiunque non secerna bile insieme e te e contro tutti. Leghismo, fascismo, razzismo, populismo…di tutto un po’ in insalata marcescente. Di questo e di altro è fatta la “sacca”. E soprattutto la sua tela, la sua fibra, la sua cifra che è nuova e vasta rispetto ad ogni altra categoria politica e sociale che pur comprende, che pur sono nella sacca. Li senti, li leggi e soprattutto li guardi gli afflitti a legioni da spasmo sociale bilioso: hanno gli occhi e lo sguardo fervido e caldo, gelido e insieme umido dell’idiota inconsapevole. Non idiota perché inconsapevole, questo di volta in volta lo siamo un po’ tutti noi. No, inconsapevole perché idiota: la “razza” più cattiva che c’è.

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