M5S, né rivoluzione né scissione. Ecco cos’è: il condominio!

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M5S (LaPresse)

ROMA – Qual è quella forma di organizzazione tra umani dove la prima cosa che si impugna come sacra, si brandisce come arma e si discute e disputa all’infinito è il regolamento? Qual è quella forma di associazione tra più o meno pari dove la prima regola di sopravvivenza e la ragione prima di persistenza in vita non è fare il proprio interesse ma impedire che l’altro, il vicino, faccia il suo? Qual è quella istituzione civile e legale dove la prima legge di natura, il primo diritto naturale non è vivi e lascia vivere ma dedica il tuo ingegno, astuzia e passione, vigilanza e militanza a impedire che gli altri vivano sereni? Facile e univoca la risposta alle tre domande in fila: il condominio. E anche M5S che del condominio condivide il culto e l’uso proprio e improprio del regolamento, il sabotaggio e il marcamento-spia dell’interesse altrui e la mission del sospettare sempre, litigare spesso, rilassarsi mai.

In più condominio ed M5S sono uguali, identici e “sputati” in una loro altra ontologica caratteristica. Nel condominio tutti si sentono, si improvvisano, si impancano avvocati, geometri, ragionieri, architetti, fiscalisti, poliziotti e magistrati. Nel deserto reale di effettive competenze Lo stesso avviene in M5S: tutti fanno gli avvocati, gli investigatori, i magistrati, i fiscalisti, i commercialisti, gli economisti…Con altrettanto deserto reale di competenze. La strage, anzi il fastidio per il nauseabondo odore che le competenze e i saperi emanano li trovi eguali, identici e “sputati” alla riunione di condominio e nelle cronache parlamentari di M5S.

Che seguono entrambe più o meno, più che meno, la medesima sceneggiatura. Convocazione con ordine del giorno steso dall’onnipotente ma celato amministratore, ordine del giorno al tempo stesso sterminato ma reticente: venti capitoli, ventimila parole ma per trovare quelle che ti fanno capire quanto costa e quanto spendi e perché mai un occhiale non c’è, non c’è scritto mai chiaro e tondo. Ordine del giorno che tutti leggono in teoria e quindi è democrazia. Ma che pochi, pochissimi sanno decifrare capendo di cosa si deciderà davvero mentre il resto è fumo.

Quindi riunione o assemblea, leggera disputa o salamelecco per la presidenza e la segreteria. Quindi eccezioni procedurali e mozioni d’ordine da parte di chi ha sullo stomaco questo o quello e non da oggi. Mozioni d’ordine ed eccezioni procedurali per decidere se si può decidere di votare o non votare. Votazioni per votare se si può votare. E poi votazioni sulle modalità di votazioni con cui si è votato. Qui, a questo punto i più brillanti si esibiscono nel numero: ti distruggerò, è proprio te che voglio distruggere, te con nome e cognome, ma lo farò con argomenti oggettivi, inoppugnabili, legali. E se gli argomenti non bastano, ecco allora il mio pacchetto di voti, te lo faccio intuire, magari ti spaventi. Però non te lo mostro che magari ti organizzi in difesa e risposta.

Eccoci, si vota, si decide. No, non si decide mai e comunque mi per via di voto diretto. Il voto è sempre bloccato, rimandato, ridotto nella sua sfera di applicazione. Si v avanti all’infinito, anzi allo stremo, fino a sera, a notte. Si battaglia sul numero legale e sui millesimi. Ora tocca alla mozione degli affetti e poi a quella delle buone volontà. Si è fatta una certa ora, anzi di ore se ne son fatte tante, si stralci dall’ordine del giorno e si voti almeno su qualcosa, magari su una Commissione o una Rete che indaghino e decidano. Decidano quel che l’amministratore e pochi altri sapevano si sarebbe deciso da quando l’assemblea l’hanno convocata. E’ la democrazia del condominio: né rivoluzione né scissione, rancore, dispetti, vanagloria ingenua e vanesia e bimbi mai cresciuti che giocano al Parlamento. Giocano senza se e senza ma, giocano. E non puoi farci niente tranne che non andarci alla assemblea, del condominio e di M5S.

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