Manovra: sarà tre volte miracolo e per noi pagheranno i tedeschi

ROMA – Le pensioni, anzi i futuri pensionandi no: esclusi, esentati da sacrifici. I patrimoni, cioè soprattutto le case, ma anche i patrimoni “mobiliari” nemmeno. Esentati da pagare dazio al risanamento perché a pronunciar la parola “patrimoniale” pare si faccia peccato mortale e blasfema offesa alla coscienza nazionale. I redditi, cioè gli stipendi dei lavoratori dipendenti e il dichiarato guadagno dei lavoratori autonomi e professionisti neanche: esclusi anche loro da “contributi”, che è “metter le mani nelle tasche degli italiani”. E l’Iva, cioè le tasse “indirette”, quelle sui consumi per carità. Si turbano i commercianti e i sindacati. Solo in caso disperato e caso mai “per tre mesi” come dice Berlusconi. Sarebbe la prima mondiale in assoluto di una tassa per tre mesi sui consumi, qualcuno ha spiegato a Berlusconi che, limitando l’aumento a tre mesi, dando un termine a breve alla aliquota Iva maggiorata, nessuno per quei tre mesi comprerebbe e rimanderebbe l’acquisto a novanta giorni dopo?

I Comuni, le Regioni, le Province sì, però…Però proprio per niente: i Comuni non vanno toccati o meglio non vanno toccati i loro soldi. Vanno esentati dal peso della manovra: lo grida Alemanno del Pd, fa eco Vasco Errani del Pd. Hanno ottenuto “sconto” di due miliardi, vogliono, reclamano esenzione completa. E altrettanto le Regioni, lo grida Formigoni. E per le Province stessa canzone canta il presidente Giuseppe Castiglione. Ora gli Enti Locali hanno adottato nuova strategia: “Dica il governo quali servizi dobbiamo tagliare o quali nuove tasse mettere, se le intesti il governo le nuove tasse locali”. Ma non volevano autonomia? Autonomia sì, ma pagata a piè di lista. Strategia a parte, la richiesta è unanime: escludere, esentare Regioni, Comuni e Province.

Allora i Ministeri? Per ora sì, però…Però, a nome di tutti i ministri e Ministeri La Russa ha già detto che “così il suo ministero non ce la fa”. E Maroni lo aveva già detto a proposito del suo di ministero. Quindi Difesa e Interni vanno esclusi, esentati. La scuola della Gelmini è già esentata, come pure la Sanità. Resteranno a pagare i sei miliardi messi in bilancio i Ministeri spiccioli?

Come i dieci piccoli indiani ad uno ad uno tutti sono caduti e stanno cadendo sul tavolo della manovra. E l’Italia più o meno tutta, sotto la sapiente regia del governo, della maggioranza parlamentare e con la partecipazione ostile ma concorrente di sindacati e opposizioni, sta realizzando il miracolo, il nuovo, autentico miracolo italiano: 50 miliardi per non fare “default” senza toccare pensionandi, patrimoni, case, redditi, Comuni, Regioni, Province, Iva, Ministeri…

Come si realizza il miracolo? Con “l’acqua santa” della Bce che ci compra i nostri titoli di Stato. Li compra e fa in modo che il tasso di interesse sia tra il 4 e il 5 per cento. Prima che cominciasse a comprarli i tassi erano arrivati al 6 e passa per cento. Cominciò a comprarli con la garanzia che l’Italia avrebbe trovato, ora e subito 50 miliardi veri e non di carta. La garanzia sta scadendo e tra poco, molto poco scadrà anche l’impegno all’acquisto. I mercati già lo sanno e infatti ripiazzano lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi a quota 324. Ma l’Italia offre, sventola nuova garanzia: tutti i miliardi non pagati dagli esclusi e dagli esentati li pagheranno gli evasori fiscali. In Europa nessuno ci crede e nel mondo non ci ha mai creduto nessuno. Non alla possibilità di far pagare gli evasori, questo, volendo davvero, si può fare. Ma ci vogliono anni e non mesi e nessun bilancio pubblico viene mai approvato dalle Banche centrali e dai mercati se mette in conto come fossero già in cassa i miliardi del recupero dell’evasione fiscale? Perché? Perché non si vende la pelle dell’orso prima di averlo catturato. Semplice, ovvio.

Ma l’Italia di governo e non solo promette doppio miracolo e di miracolo bis si culla: non pagheranno pensionandi, scuola, sanità, difesa, interni, patrimoni, case, stipendi, redditi, enti locali e dalle tasche degli evasori sgorgheranno miliardi. Anzi il miracolo è annunciato come “trino” anziché doppio: con un Pil sotto l’uno per cento non solo si pareggia il bilancio senza toccare la spesa, ma si taglia anche il debito pubblico. Una semplice calcolatrice dice il contrario: inflazione vicina al tre per cento, Pil a più uno se va bene: per abbassre il debito occorre un avanzo primario, cioè una differenza tra entrate e spese dell’ordine dell’otto, nove per cento. Perché la differenza, qualora ci fosse e non c’è, se ne va per pagare gli interessi sul debito che ci sono e aumentano ad ogni asta di titoli pubblici. Ma l’Italia è un “grande paese”, pieno di santi miracolosi, e riuscirà a realizzare il miracolo dei miracoli: far pagare ai tedeschi quello da cui sono esentati i pensionandi, al scuola, la sanità, la difesa, gli interni, i redditi, i patrimoni, le case, Regioni, Comuni e Province e consumi italiani. Mica siamo la Grecia, vedrete che per noi gli altri europei pagheranno con gioia.

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