Merkel: “Attenti al grande crollo”. Niente farmaci agli ospedali greci

ROMA – Lunedì mattina, dal tabaccaio. “Le sigarette sono aumentate, è la manovra finanziaria”. Avviso al cliente che prosegue con avvio di conversazione: “Che ci faranno con questi soldi..? Che c’entriamo noi se le Banche perdono in Borsa..?”. Il tentativo di distinzione e separazione tra gli affari “nostri” e gli affari “loro”, tra la vita della gente comune e gli affanni della finanza trova istintivo consenso nella piccola processione dei clienti in tabaccheria. Già, perché mentre le sigarette aumentano di venti centesimi al pacchetto e, appena fuori dal tabaccaio, alla pompa la benzina aumenta a 1,7 al litro, è lo stessi lunedì in cui lo spread dei titoli italiani rispetto a quelli tedeschi risale a 380 punti, le Borse riperdono valore…Ad ora di pranzo Angela Merkel, con un filo di disperazione, avverte: “La disgregazione dell’euro porterà alla disgregazione dell’Europa”. Parla ai tedeschi la Cancelliera, parla soprattutto a quelli del suo partito, governo e maggioranza: “Pesate attentamente le parole per non innervosire i mercati”. Davvero il mondo della Merkel, delle banche e della finanza è altro e diverso mondo da quello dei clienti di una tabaccheria che dicono o annuiscono al sentir dire: “E noi che c’entriamo?”.

I mercati sono molto “nervosi” perché “sentono”, già quasi sanno che la Grecia non ce la farà. Calcolano che la Grecia farà default, cioè non pagherà tutti i suoi debiti. Può succedere tra pochi giorni, nella prima settimana di ottobre. Già ma noi che “c’entriamo?”. Provi a spiegare che se la Grecia non paga i debiti le banche europee, tutte le banche europee, si ritrovano in cassa crediti inesigibili o svalutati e quindi le banche di tutta Europa non solo tremeranno ma smetteranno di prestar soldi alle rispettive economie, cioè alla gente, anche alla gente che è in questa tabaccheria. Spieghi, capiscono, ma non partecipano, non si sentono partecipi di questa vicenda. Spieghi che l’Italia vive e debito e, se qualcuno comincia a smettere di pagare il debito, chi vive a debito i soldi per pagarsi pensioni, ospedali, scuole, trasporti, stipendi non trova più chi glieli presta. Annuiscono, ma tutto continua a sembrar loro astratto.

E allora ti ricordi di una notizia di due giorni fa sfuggita ai più: una grande industria farmaceutica, la Roche, ha smesso di fornire di medicine gli ospedali greci che i medicinali non li pagano da quattro anni. Medicine e medicinali in Grecia l’azienda farmaceutica li fornirà alle farmacie, che pagano perché i loro clienti pagano. Chi potrà pagarsele le medicine le troverà, chi le trovava gratis negli ospedali non le troverà più. E’ la Grecia, non è l’Italia. Siamo ancora relativamente lontani dagli ospedali senza medicine. Però stavolta l’uditorio, la processione dei clienti capisce, anzi intuisce davvero il senso, di carne e ossa e non di parole, della Merkel di giornata. “Se si disgrega l’euro, si disgrega l’Europa”. Uscendo dalla tabaccheria, uno sguardo un filo ansioso alla farmacia che è a cinquanta metri. Uno sguardo involontario eppure un filo consapevole.

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