Se il morto afferra il vivo: per 48 ore in marcia l’Italia zombie

ROMA – Se il morto afferra il vivo… C’è grande fermento tra gli zombi, grande è la mobilitazione per la sfilata lunga 48 ore dei vispissimi “walking dead” nazionali. Marciano serrati, non tragga in errore la loro ondeggiante lentezza. Non è lentezza in effetti, è la consueta e congenita ripetitività delle movenze che è, appunto, nella natura stessa dello zombie. Si affollano, si dispongono in circolo attorno al luogo dove li guida l’infallibile e insopprimibile istinto: le “case” e i luoghi dove sentono l’odore del vivo. Vanno lì a cercare di toccarlo, afferrarlo il vivo. Sono pericolosi prima ancora che minacciosi, somiglia ad una rivolta ma è soprattutto coazione a ripetere.

S’avanza Raffaele Bonanni, gran capo della Cisl. Vuole “trattare” sulle pensioni. Non vuole, rifiuta di essere “consultato”. Esige la trattativa. Non gli basta che il governo lo ascolti, pretende, e pensa di essere nel giusto nel pretenderlo, che il governo almeno in parte gli obbedisca. Non si sente “parte” sociale, difensore di un interesse di parte. Si sente parte del governo reale del paese, il governo che conta. Vuole “trattare”, porre la sua spada sul piatto della bilancia. Vuole trattare nelle ore in cui la bilancia già non c’è più. Vuole trattare Bonanni per conservare il più possibile, garantire magari ad un’altra sola infornata di pensionandi, un sistema previdenziale che nel 2011 ha mandato la gente in pensione all’età media di 58 anni. Conservare e garantire, magari per i più prossimi alla pensione e per gli altri chi se ne frega, che 40 anni di contributi, contributi e non anni di effettivo lavoro, mandino appunto in pensione, a percepire pensione per 20 o 25 o 30 anni di vita. Ha sempe fatto questo Bonanni nella sua vita da sindacalista: tenere le porte aperte per chi riusciva a ficcarsi dentro. Che le porte franino su chi si affolla non è affar suo, lui è un buttadentro. Se in quel “dentro” poi manca l’aria, la cosa non lo riguarda. E se chi è dentro cala la saracinesca e taglia le mani di chi resta fuori, peccato…se ne parlerà alla prossima trattativa, al prossimo “tavolo”. Bonanni e la Cisl e Susanna Camusso e la Cgil: fulgidi eroi e fieri combattenti della pensione a 1.800 euro di media ai quasi sessantenni di oggi. Se poi quei 1.800 euro che bastano appena per campare verranno triturati da un’inflazione al 15% all’anno o saranno tagliati a fette da un fallimento dell’euro, questa è cosa “viva” che lo zombie non può contemplare.

Al richiamo dello zombie, al suo grido di dolore, non è insensibile Pier Luigi Bersani. Richiamo e dolore che raggiungono la fibra intima del Pd.Niente blocco per un anno della rivalutazione automatica delle pensioni dice il partito delle riforme di sinistra. E va bene: con l’inflazione reale al tre per cento, anche poche decine di euro di reddito mancato possono essere pesantissime. Ma il Pd chiede “prudenza” e “gradualità” sull’aumento dell’età pensionabile delle donne, prudenza anzi massima prudenza sulla fine delle pensioni di anzianità, quelle a meno di 60 anni per capirci, prudenza e gradualità sull’introduzione del calcolo contributivo. Prudenza e gradualità nelle ore in cui Londra, Berlino, Parigi e anche Roma pubblicamente dichiarano l’euro in agonia. Prudenza e gradualità…perché Bersani non dice ai pensionati e pensionandi che se l’euro muore con la pensione “prudenzialmente” difesa così com’è domani pensionati e pensionandi potrebbero compraci la merenda e neanche il pranzo? Al passo dello zombie si muove, si adegua, anzi si affanna Di Pietro con la sua Idv: “Le pensioni non si toccano”.

E allora l’Iva? Non sia mai che aumenti l’aliquota: i “consumatori” scuotono il testone da zombie. Far costare di più le merci? “Macelleria sociale”. Che lo gridino i commercianti può essere comprensibile. Ma Vendola, Bersani? Non è “una cosa di sinistra” spostare il peso delle tasse dai salari, dagli stipendi al consumo? Non è “di sinistra” almeno limare per questa via l’evasione fiscale oggi accessibile e praticata soprattutto da chi lavoratore dipendente non è?

E allora la tassa sulla casa? Sì, ma non sulla prima. Cioè non sull’ottanta per cento del patrimonio immobiliare. Ma si colpiscano i patrimoni con la patrimoniale. Quali patrimoni? Chi e quanti in Italia hanno un milione, un milione mezzo di euro in depositi bancari? I patrimoni occulti, ma quelli non c’è tassa che li trova. Una patrimoniale in Italia è tassa sulle case o non è perché la metà dei patrimoni degli italiani è nelle case.

Dal Nord, dal Nord presunto, altro grido di zombie si leva. Roberto Cota, governatore del Piemonte, grida allo “sgarbo istituzionale” la consultazione fissata dal governo per domenica. E qual è lo sgarbo e quale l’istituzione? L’istituzione è il “Parlamento padano” che si riunisce domenica e lo sgarbo è il fissare appuntamento in contemporanea da parte del governo italiano. Zombie: la Merkel, la Germania che deve mettere la sua garanzia sui soldi che devono salvarci dalla bancarotta, dice in queste ore che per salvarsi a tutta l’Europa, a tutto il continente serve un “solo e unico bilancio comune”. E Roberto Cota insieme a tutta la Lega gioca alla “nazione padana” riaprendo il suo finto Parlamento di cartone. Zombie.

E zombie pullulano nel Pdl: tutti quelli, e sono legione, convinti che se Tremonti avesse “scucito” per tenersi buono l’elettorato loro sarebbero ancora al governo. Walking dead che camminano verso le prossime elezioni: Berlusconi astuto: “Tranquilli, alle elezioni ci rimette soprattutto la sinistra”. Angelino Alfano: “Noi non facciamo scrivere patrimoniale così i nostri non si spaventano”. Zombie che aspettano di ritrovarsi a casa, di nuovo a casa, in un paese ridotto domani ad una “zombieland” dell’economia.

Qua e là appare qualcosa di vivo: un articolo del Corriere della Sera che spiega e propone metà stipendio e metà pensione per chi andrà in pensione piena più tardi di età. Qualcuno che invita a modulare la tassa sulla casa, su tutte le case, in relazione al reddito, alla tipologia del nucleo familiare che la abita, al possesso di una seconda e terza casa. Qualcuno che lega l’aumento dell’Iva all’abbassamento contestuale dell’Irpef e dell’Irap. Ma su ogni giornale e in ogni dove è un  fiorire di accorate lettere di “indifesi” che non potrebbero più andare in pensione a 58 anni. Sgomento comprensibile. Ma nessuna “buona politica” spiega a quell’indifeso che gliela dessero pure quella pensione, domani ci farà la birra se gli sarà pagata in moneta svalutata.

Dicono, chissà se è vero, che Mario Monti potrebbe andare lunedì sera a spiegare al paese da Bruno Vespa a Porta a Porta. Il “padre di tutti i talk-show” per spiegare ai vivi quel che gli zombie non sentono? Per spiegare che le banche non hanno più liquidi, che non prestano più. Che se le banche non prestano più le aziende muoiono, le famiglie non mangiano, i giovani non lavorano? Per spiegare che le banche non hanno più liquidi perché i titoli di Stato, le obbligazioni dei debiti sovrani europei vedono la fuga dei compratori e che solo la Bce può prestare alle banche non ad una settimana ma a due, tre anni? E che la Bce o chiunque per lei può proteggere il debito degli Stati europei, Italia per prima, solo se tutti gli Stati fanno cassa e regole comuni? Per spiegare che se difendi mille euro oggi ne paghi diecimila domani? Dovevano, dovrebbero capirlo e spiegarlo Berlusconi, Alfano, Bersani, Vendola, Di Pietro, Bonanni, la Camusso…Non è “pedagogia” che possa essere affidata ad una tv o a un conduttore. Ma forse, forse, tre volte forse la gente ha capito o almeno intuito. Altrimenti il morto afferrerà il vivo e sarà finalmente “La città degli Zombie”.

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