Patrimoniale: Monti ne fa “di ogni”, ma questa no. Fornero e gli eroici compagni

ROMA – Va presa va prestito l’espressione della indimenticata e indimenticabile Nicole Minetti: Mario Monti in un anno di governo “ne ha fatte di ogni”. Con l’aggiunta però che “di ogni” ne ha viste e sentite. L’ultima in ordine di tempo la freschissima storia della tassa patrimoniale. Monti è andato a dire che in Italia ci vorrebbe, sarebbe utile una tassa sui patrimoni. In un’oretta scarsa dopo questa peraltro non nuovissima considerazione nessuno ha domandato al premier né a se stesso di che tipo fosse questa patrimoniale, nessuno ha chiesto il quando, il come, il dove, il perché, il chi. In un filotto di abolizione delle cinque “w” del giornalismo l’intero o quasi giornalismo in time ha deciso e comunicato che Mario Monti voleva  fare, qui e ora, niente meno che la patrimoniale.

Siamo in campagna elettorale e nessuna maggioranza darebbe a nessun governo i voti in Parlamento per introdurre una tassa patrimoniale. Un governo che procedesse per decreto verrebbe fatto cadere. Ovvio, elementare. Ovvio anche per Monti che ha detto che una patrimoniale in Italia ci vorrebbe ma che per introdurla ci sono un sacco di cose che mancano. La geografia esatta e non truccata dei patrimoni, la relativa tranquillità dei risparmiatori per non generare una fuga di capitali…E, come si è detto, le condizioni politiche e, ultima ma non ultima, la contropartita.

Contropartita sì, proprio questo: la patrimoniale ci vorrebbe in Italia, e lo sanno tutti, non per aggiungere una nuova tassa. Infatti è impossibile aggiungere alla attuale pressione fiscale, anche stupidamente volendo. La patrimoniale, se mai verrà, servirà a cambiare di spalla il peso delle tasse: meno tasse sul lavoro e impresa e più tasse sul patrimonio. Questa è l’unica patrimoniale che si può fare: non altro torchio per pagare spesa pubblica e debito pubblico ma diversa distribuzione della fatica fiscale e cioè chi accumula e detiene patrimonio paga più di chi produce valore e reddito. E potrebbe essere perfino la stessa persona ad essere colpita nel patrimonio e aiutata nel reddito. Ma tutto questo l’informazione e la politica “di corsa” non lo sanno e non lo vogliono sapere. Per cui chi leggesse dall’estero dell’Italia avrebbe la vertiginosa sensazione di un paese dove un governo lancia la tassa patrimoniale alle 11 del mattino, tassa che alle 15 del pomeriggio non c’è più.

Comunque Mario Monti non è solo nel vederne “di ogni”. Anche Elsa Fornero ne ha “fatte di ogni”. Anzi in realtà la Fornero ne ha fatta una sola ma imperdonabile: ha comunicato agli italiani che dovevano andare in pensione e 65 anni. Per questo la memoria della Fornero verrà dannata per sempre e a vigilare perché il suo nome e ricordo sia bandito e la sua progenie culturale estirpata sono in prima fila i reazionari dei Cobas, la Vandea dei comitati studenti-insegnanti, la destra sociale dei precari tutti assunti dalla Stato. Sì, avete letto bene: reazionari, Vandea e destra sociale il cui ideale di statista, guida e leader è l’ideal tipo alla Raffaele Lombardo, il governatore della Sicilia che, come tutti i vicerè prima di lui, assumeva, assumeva, garantiva…E senza neanche farle pagare le tasse, proprio come gli “eroici compagni greci”.

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