Renzi fatto fuori, resta solo Merkel. Chi me l’avesse detto a 20 anni

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 21 Novembre 2016 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Renzi fatto fuori per via di referendum. Come dice Salvini, “Renzi leader ancora due settimane”. Pare proprio che noi italiani si stia covando questa liquidazione senza benservito. Pare proprio che voteremo in maggioranza No, soprattutto a Renzi.

Liquideremo, pare proprio, come corpo elettorale italiano il governo che negli ultimi tre anni più o meno ha fermato la caduta di tutti gli indici economici. Cadevano il Pil, l’occupazione, i consumi. Durante il governo Renzi la caduta si è fermata e gli indici hanno cominciato ad essere debolmente positivi. Insomma non è andata bene, non si può dire. Ma è andata meglio di prima. Però pare sia vietato, sconveniente dirlo. Che sia andata meglio di prima con questo governo quasi offende vaste aree dell’elettorato e della pubblica opinione. Che sia andata un po’ meglio di prima è considerata provocazione da punire elettoralmente. Doveva andare molto meglio, doveva andare come prima, come se il mondo non fosse mai cambiato. Per questo siam pronti a liquidare senza benservito Renzi e il suo governo nei cui mille giorni abbiamo smesso di star peggio e siamo stati appena un po’ meglio.

Liquideremo, pare proprio, per via referendaria l’unico governo degli ultimi anni che non ci ha preso per i fondelli. Anzi lo liquideremo accusandolo di averci preso in giro. Sì, qualche favoletta di troppo Renzi la racconta, soprattutto sull’Italia prima e sugli italiani migliori di tutti, sulla brava gente che aspetta solo una “rottamazione” per in ogni campo eccellere. Ma per i fondelli no, il governo Renzi non ha preso gli italiani. Non ha raccontato che si può e si deve tornare tutti come prima in pensione a 60 anni, magari meno. E assunti dallo Stato, magari per fare involontario ma strutturale danno. E neanche un euro di suo investito dall’imprenditore nella sua azienda. E tutti seduti intorno al grande nazionale “tavolo” a presidio della produttività che da noi da lustri cresce (si far per dire) un ottavo del ritmo in Usa, un sesto della Gran Bretagna o Germania. Non ha raccontato che la crisi era cosa passeggera e voluta dai “cattivi”, ha tentato di dire la verità e cioè che il passato non torna neanche se lo invochi in piazza e lo voti nell’urna elettorale. Lo liquideremo con un più di rabbia, proprio perché ha voluto infliggerci qualche goccia di verità. Noi vogliamo invece la solita pozione.

Liquideremo, pare proprio, il governo che ha tentato (quasi sempre respinto con perdite) di toccare la Pubblica Amministrazione inefficiente, nociva e tronfia. Di toccare la scuola che non fabbrica né competenze né cittadini ma produce soprattutto sindacati. Di toccare il potere e gli stipendi delle Caste locali. Di toccare i monopoli delle professioni. Di toccare i posti di blocco sindacali. Lo liquideremo perché chi sta dentro, chi ha lavoro, salario, reddito e protezioni sociali vuole che siano automaticamente aumentate al ritmo di prima e del resto se ne fotte. E chi è fuori, senza lavoro, reddito e protezione, immagina solo e soltanto che sia tutto lì, a portata di mano, se non fosse per gli “infami” e crudeli che negano al popolo ciò che è suo.

Lo liquideremo il governo Renzi comportandoci come quei genitori che, convocati in ospedale a raccogliere il rampollo minorenne ubriaco, subito giurano, asseriscono e pretendono tutti facciano altrettanto che il loro figliolo/a non beve mai troppo, che devono essere stati gli amici a mettergli alcol nella Coca-Cola, che deve essere stato un brutto scherzo, che se c’è traccia di droga è stato di sicuro un altro e che, ovviamente, il Pronto Soccorso deve occuparsi per primo della loro prole, qualunque altra persona ferita o malata sia lì. Lo liquideremo il governo perché è stato così sfacciato da insinuare che se va come va qualche responsabilità è anche nostra. E perché, talvolta, è così insolente da dirci il governo che c’è un interesse generale e collettivo superiore a quello di ceto, gruppo e famiglia.

Lo liquideremo, pare proprio, e subito dopo saranno in molti a meditare, ruminare, spiegare che è stato liquidato perché “non ha capito la gente”. In verità c’è ben poco che non si sia capito, che non sia chiaro ed evidente. A tutti. Non c’è da capire, si è ben capito ad esempio che la gente non vuole un profugo neanche dipinto, neanche dipinto sui muri della casa di fronte. Non c’è chi non lo abbia capito. Altrimenti i 6.000 sindaci su quasi 9.000 che rifiutano di accoglierne neanche uno sarebbero giudicati e trattati per quello che sono: disertori dalle leggi e obblighi di Stato. Invece passano e sono trattati da sentinelle del popolo. Abbiamo capito: la gente vuole i profughi a mare o in galera o invisibili se proprio devono girare per l’Italia. E allora, una volta capito, che si fa? Li si affoga, deporta, si impone il coprifuoco ai profughi?

Questa dei governi che “non capiscono” è bella. Chi è che non ha capito che il ceto medio basso, l’anello medio basso della catena del reddito vuole occupazione garantita, possibilmente immutabile e a moderato ma sicuro incremento reddito appunto? Chi è che non ha capito che la gente vuole attività finanziarie che garantiscano cedole valore ma non comportino rischio? Chi è che non ha capito che la gente fortemente vuole welfare che paghi tutto a tutti? Tutti hanno “capito”. Ma qui per capire pare si voglia dire tutt’altra cosa: i governi devono realizzare quel che la gente vuole comanda. Come realizzarlo è fastidioso corollario. Se sia possibile realizzarlo è domanda da complottisti della Casta. Se sia giusto realizzarlo così come la gente vuole è addirittura dubbio da possessione del Maligno.

Ci accingiamo a far fuori Renzi e ci si indigna perfino sul fatto che il governo resista alla liquidazione. Se distribuisce opuscolo il Pd per il Sì, è attività losca e sospetta. Se Renzi dice che è “accozzaglia” M5S più Forza Italia, più Bersani più Lega  più Sinistra Italiana, più Berlusconi, più  Meloni, più Camusso si grida al turpiloquio politico. Allora Grillo più Berlusconi e D’Alema e Salvini sono coesa e coerente alleanza politica e non “accozzaglia”? Arricciamo il naso di fronte agli “Allarmisti per il Sì” come fa Huffington all’italiana. Non c’è un cane sul pianeta che non  preveda e tema guai economici dalla vittoria del No. Ma per l’informazione popolar chic sono tutti “allarmisti”. Si dica che il Sì deve, data l’indegnità della causa, astenersi dal parlare ed esistere e si farà prima.

Pare proprio lo liquideremo a breve Renzi e il suo governo. Poi resterà solo Angela Merkel. Solo Angela Merkel ad opporsi al “nazional populismo” (la dicitura è di uno stretto collaboratore di Trump). Nazional populismo che marcia in Gran Bretagna, monta in Francia, vota in Italia, ha vinto negli Usa. Nazional populismo che non salverà certo un paese dove lo Stato fa solo debiti e i cittadini producono solo lobby e le imprese e i lavoratori restano incatenati alla bassa produttività e i sindacati manderebbero tutti in pensione come soluzione. Di certo non sarà un affare, non lo è mai stato, il nazional populismo in economia pubblica e privata. ma non di questo, qui e adesso.

Qui e adesso resta solo la Merkel in trincea e diga contro il nazional populismo. La storia sa essere a suo modo beffarda o risarcitoria, scegliete voi. Il paese che ha partorito, coccolato, esaltato, votato, idolatrato un altro nazional e poi finiva con ismo, oggi resta quasi solo nella difesa della democrazia parlamentare e in ultima analisi anche della pace. Chi me l’avesse mai detto a 20 anni, quando ero sicuro dell’imminente “sol dell’avvenire”, che a 60 suonati di anni dovevo sperare, perché i miei nipoti abbiano le stesse libertà e la stessa mia fortuna di non conoscere la guerra, in una democristiana tedesca?