Rom, zingari. No campi! No case! No centri! No qui, no lì. Quindi…

Rom, zingari: il caso Torre Maura. No campi! No case! No centri! No qui, no lì. Quindi...
Rom, zingari. No campi! No case! No centri! No qui, no lì. Quindi… (foto Ansa)

ROMA – Rom, zingari. Seguiamo e prendiamo sul serio fino in fondo il pensiero della gente comune e anche quello in fondo parallelo dei benpensanti che si stanno adattando all’habitat.

Dunque, rom e zingari campi no. No campi rom! E’ linea di governo ma soprattutto è voglia, esigenza e bisogno di massa. I campi rom non li vuole nessuno, non li vuole vedere più nessuno. Sono spesso luoghi di degrado abitativo e sanitario. E’ noto a tutti che da lì partono e lì tornano le bande, anche di minori, che vanno a borseggiare e a scippare. E lì, nei campi rom o attorno ai campi rom, attività illegali e nocive intorno al mercato clandestino dei rifiuti urbani. Quindi No campi rom e zingari! Tutti d’accordo? Tutti d’accordo.

Dunque, rom e zingari case no. No case a rom e zingari perché case popolari non ci sono, perché le devastano, perché trasformano il palazzo popolare in centro di piccola criminalità, perché costruiscono di fatto un ghetto, perché la casa va data prima agli italiani, sono italiani anche loro ma come si fa a dare la casa prima a loro? No case a rom e zingari è profondo sentimento popolare, quasi luogo comune di popolo. Quindi case no. Tutti d’accordo? Proprio tutti no, ma ci si arrende all’evidenza. Case pubbliche a rom e zingari proprio no.

Dunque, centri di accoglienza per rom e zingari no. No ai centri rom e zingari. Un centro per rom e zingari affligge un quartiere, ferisce la popolazione allogena che lo subisce, costituisce un peso, un aggravio per la gente che lì abita. Un centro così è una provocazione per la gente che ha già tanti problemi. Tutti d’accordo? Sì, tutti d’accordo. Anche i benpensanti razionali: come si può mettere un centro rom e zingari in periferie o comunque quartieri dove mancano i bus, c’è tanto spaccio, poca o nulla manutenzione della case pubbliche, generale fatica di vivere? Non si può dicono tutti, da Salvini a La Repubblica.

Dunque, centri rom e zingari lì proprio no, non nelle periferie o nei quartieri con problemi. Lì proprio no. Lì no, ma neanche qui. Anche qui no. Perché ogni qui per chi ci abita è un lì dove rom e zingari proprio no. A Roma qual è un quartiere senza cassonetti sfondati, rifiuti in strada, piazza di spaccio, buche in strada, metro e bus più no che sì, appartamenti visitati dai ladri? La splendida sociologia politica secondo la quale i rom e gli zingari vanno messi dove non c’è fatica di vivere incontra una sola difficoltà: secondo questi parametri non esiste un luogo fisico e sociale dove rom e zingari possano stare.

E quindi l’esagitata popolana che grida “Dovete morire di fame!” non è poi a filo di logica tanto lontana dall’editoriale corrucciato/democratico. Per pudore tralasciamo l’ipocrisia cui pure si attaccano in molti: la mancata consultazione preventiva per l’arrivo in zona di rom e zingari. Perché, consultando prima la gente che succedeva? Che dicevano sì?

Rom e zingari, dunque…Dunque prendiamoci sul serio. I fascisti di CasaPound e Forza Nuova fanno il loro mestiere di fascisti. Ma la gente, il popolo che vuole? E la stampa e l’opinione illuminata che suggerisce? Campi No. Case No. Centri No. Qui No. Lì No. Cosa è rimasto, dove li si mettono? Su, ancora uno sforzino, un passetto e ci siamo. Tutti d’accordo? A parole nessuno, ma tutti o quasi già culturalmente quasi pronti.   

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