Sondaggi migranti, quando piace vincere facile, e saper poco

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 11 Agosto 2015 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA
Sondaggi migranti, quando piace vincere facile, e saper poco

Sondaggi migranti, quando piace vincere facile, e saper poco

ROMA – Non c’è televisione, a partire da Sky, che non abbia prodotto il suo bravo instant-sondaggio sui migranti. Ha ragione, state con Papa Francesco quando dice “atto di guerra” il non accoglierli o hanno ragione, state con Salvini e Grillo quando dicono di respingerli, rimpatriarli (e aggiungono se il Vaticano davvero li vuole se li prenda lui in casa)? Televisioni, giornali, siti, ovviamente correttamente anche Blitz. Sondaggi che tutti registrano una maggioranza variabile ma massiccia (tra il 70 e l’80 per cento a vantaggio dell’opzione Salvini/Grillo e a svantaggio dell’orazione papale.

Dunque non ci sono dubbi: nella platea di coloro che interagiscono con il flusso della comunicazione e interloquiscono tra loro e con se stessi sui social network circa tre su quattro sono per respingerli, rimpatriarli, concedere meno carte di asilo, permessi di soggiorno. Ogni sondaggio al riguardo è praticamente un plebiscito. Se da questo ambito si passa ai sondaggi che hanno rilevanza e fondamento statistico e demoscopico, la percentuale si abbassa un po’ ma il risultato non cambia. Quelli che si pronunciano per non prenderli in casa o per cacciarli i  migranti scendo dal 70/80 per cento al 60/70 per cento. Sempre una marea.

Una marea non si discute, al massimo si misura. E però, come sanno bene chi i sondaggi li fa, dipende…Dipende da come li fai. No, non è questione di trucchi e impicci. Dipende per esempio dalla domanda. Domandare li vuoi in casa i migranti oppure preferisci che affoghino in mare non è proprio la stessa cosa dal domandare vanno accolti o respinti. Domande diverse danno risultati diversi sia pure all’interno della stessa platea. E oggi porre la domanda nei termi vanno accolti o respinti è tecnicamente, demoscopicamente un voler vincere facile.

Accoglierli o respingerli, non c’è partita: stramaggioranza per respingerli.

Ma già se domandassimo: respingerli anche nei paesi che non li vogliono, anche a costo di azioni di forza? Oppure se domandassimo: preferite affondare un barcone con la gente sopra o farla sbarcare..?

Proviamo dunque a respingere la tentazione di vincere facile, sia che si faccia il tifo per le idee/suggestioni di Salvini/Grillo, sia che si faccia il tifo per gli inviti/appelli (dio perdono l’accostamento) Papa Francesco/Boldrini.

Proviamo dunque a fare la fatica di sapere, almeno qualcosa.

1) E’ un fatto documentato dalle cifre oltre che dall’esperienza quotidiana o quasi che parte rilevante dei migranti e dell’immigrazione clandestina finisce per arruolarsi o essere arruolata in attività criminali. Sì, c’è qualcuno che lo nega o lo giustifica. Ma è un fatto. Un fatto che rende insicura non solo la percezione ma anche la realtà delle città italiane.

2) Ancor più migranti e immigrati di quanti non si arruolino nella criminalità si adattano nell’illegalità. Favoriti da un paese la cui cultura di massa l’illegalità la pratica come assoluta normalità o quasi, migranti e clandestini fanno da terminali alla grande industria della contraffazione e tengono in piedi la grande impresa del lavoro nero. Da noi più che altrove perché l’habitat italiano consente, invita, tollera illegalità. Quella del posteggiatore abusivo e del suo ricatto come quella del ristoratore che sequestra pezzi di piazze e marciapiedi. Quella del vu cumprà come quella dell’ombrellone abusivo…

3) E’ un fatto che dire respingerli vuol dire nulla. Possono essere respinti e rimpatriati ovviamente solo nei paesi che se li riprendono. E questo l’Italia lo fa alla grande: un aereo a settimana per riportarne in Egitto e in Tunisia, un aereo al mese per la Nigeria. Quasi la metà dei clandestini rimpatriati nel 2015. Quasi la metà non è il bicchiere mezzo vuoto, è il bicchiere più che pieno. Respingerli quindi vuol dire nulla a meno che non voglia dire lasciarli affogare in mare, in questo caso vuol davvero dire qualcosa. In effetti è questo il voluto dire neanche tanto subliminale. Quando cominciarono le cronache sui naufragi, la “notizia” era l’anormalità del morire per emigrare. Ora le cronache sui naufragi suscitano invece insofferenza e calcolo di quanti ne arrivano. Si comincia a pensano non ai venti morti, la cifra che conta è i 200 sbarcati. Se respingerli vuol dire affogarli…è l’unico senso possibile.

4) Chi dice meno concessione di asilo politico non sa che l’Italia è quella che storicamente ne concede di meno in Europa.

5) Chi dice che non c’è spazio non sa quel che dice e non sa che usa la stessa motivazione per cui negli anni ’30 furono chiuse le frontiere agli ebrei che volevano scappare dalla Germania.

6) Chi dice che è solo questione di accoglienza non sa quel che dice e fa comizi e prediche di minoranza.

7) Chi nega che l’immigrazione abbia il suo risvolto molesto sulla vita dei residenti nega l’evidenza.

8) Chi racconta che ognun sbarcato è alloggiato in albergo a vita, pagato ogni giorno dallo Stato e rifornito di ogni comfort è un bugiardo.

E poi nove dieci, venti altre cose minime da sapere prima di farsi un blog o farsi di un blog, prima di farsi sondaggiare e contare…La fatica di sapere, però resta un dubbio, anzi una certezza purtroppo vidimata dalla storia. Alla realtà, ai fatti gli umani sono particolarmente restii a prestare fede quando questi non accarezzano per così dire loro il pelo. Non c’è nulla da fare: l’ideal tipo Boldrini continuerà sempre e comunque a raccontare che l’immigrato è un dono del cielo e l’ideal tipo Salvini continuerà sempre e comunque a raccontare che il migrante è il demonio. E con loro milioni e milioni di persone. Il punteggio attuale è Salvini batte Papa sette a tre. Ma è una partita dove i votanti non sanno, non sanno di non sapere e comunque non vorrebbero sapere.