Minorenni scatenati, risse ovunque, città sotto choc: perché c’è tanto disagio giovanile? Non c’è più la famiglia

Minorenni scatenati, città sotto choc. Da Nord a Sud. Che sta succedendo? Perché tanti adolescenti alla deriva?

Rispondono gli psichiatri: “Perché  non c’è più la famiglia “.
Più duro Paolo Crepet che è anche sociologo: “i papà giocano a padel tutto il giorno, le mamme vanno dal parrucchiere: chi educa i figli?”.

E poi vanno aggiunti i disagi giovanili procurati dalla pandemia che comprime la socialità. Un evento enorme che ha avuto forti ripercussioni come il proliferare di baby gang; un fenomeno dilagante, non estraneo neppure alle città di provincia.

Due esempi: a Reggio Emilia una ragazza è stata stuprata dai compagni di classe. A Parma alcuni adolescenti hanno rapinato dei coetanei bel bel mezzo di una sagra paesana. Sono fatti recenti. Addirittura sono coinvolti dei tredicenni che sono non imputabili.

E ovunque bande di minorenni si “convocano “ via social in una piazza e si menano di santa ragione. Spuntano anche coltelli, mazze da baseball, bottiglie rotte. E poi postano le loro impresero in Rete.

NON SI INSEGNA PIÙ AI MINORENNI COS’È L’AMORE

È  l’opinione più diffusa tra gli  psichiatri. Dicono che oggi le famiglie vogliono che i figli crescano più in fretta di quando non sia accaduto a  loro. E il 50% dei minori dichiara che nel proprio gruppo girano video porno su pc e cellulari. Il disagio giovanile sta intaccando  addirittura gli 11enni. È l’età del primo approccio con gli stupefacenti. 

Lo ha certificato la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Dice Gustavo Pietropaoli Charmet, 83 anni, psichiatra di fama internazionale: “ Il dio padre crede il bambino innocente per definizione e vuole  che sia se’ stesso nei desideri, nei talenti, nelle vocazioni. Meno regole e più sostegno per se’. E così i ragazzi non hanno più paura del castigo degli adulti ne’ a casa, ne’ a scuola, ne’ in piazza “.

L’IMPOTENZA DEI GENITORI GENERA L’IMPOTENZA DEI FIGLI

Lo insegna il caso di Reggio Emilia. I ragazzi che hanno stuprato la campagna di classe prima l’hanno ubriacata per avere una storia. Ma così facendo hanno svelato la loro impotenza. Un’altra deriva culturale: una volta l’ubriaco era il maschietto, ora il rapporto è 1-1.

Dice al riguardo Paolo Crepet: “Quando una mammina o un paparino vede tornare alle 3 di notte la figlia che barcolla sul tacco “12”, cosa fa? Ve lo dico io: la mette a letto, rimboccando pure le coperte. Servono regole. Tu figlia minorenne torni a mezzanotte, altrimenti non esci per due settimane. Non ci vuole la Montessori per capirlo. Il problema è che negli ultimi trent’anni il livello di imbecillità genitoriale è parecchia”.

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