Natale al tempo del Covid, troppi presepi provocatori: ma che c’entrano i gay o Hitler tra i pastori?

Natale è tra una settimana, cosa significa la Natività al tempo del Covid? Mai vista tanta creatività nel presepe come quest’anno.

La pandemia ha sollecitato di tutto, fantasia ed estrosità in testa.  E anche stupide provocazioni. Alcuni hanno sbroccato, molti hanno osato. Certo, la capacità di creare stupore è essenziale nel processo creativo.

E sognando di offrire  meraviglia e sconcerto, magari anche sbigottimento, gli italiani si sono superati. Da Nord a Sud. Ne è uscita una galleria di presepi che ci colloca sul tetto d’Europa. D’altronde la rappresentazione della nascita di Gesù è una usanza tipicamente italiana che ha origine da tradizioni antiche, medioevali.

Oggi l’usanza del Presepe per Natale è diffusa in tutti i paesi cattolici del mondo. Abbiamo fatto scuola.

La più antica raffigurazione di Maria con Gesù Bambino la troviamo di nelle catacombe di Priscilla sulla via Salaria a Roma, di fronte a Villa Ada. Ignoto l’autore.

Sempre a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore (sul Colle Cispio, una delle tre alture dell’Esquilino) c’è il primo presepe scultoreo. Lo ha realizzato il toscano Arnoldo di Cambio (1245-1310 circa), artista di buona fama. Sua ad esempio la statua bronzea di San Pietro nella omonima Basilica della Città del Vaticano.

Giotto è stato il primo a raffigurare una Natività più realistica (Padova, Cappella degli Scrovegni). Poi è stato seguito da un poker di eccelsi pittori: Botticelli, Lippi, Piero della Francesca, Correggio.
Ma l’usanza del presepe, così come lo intendiamo oggi,  ebbe origine all’epoca di  San Francesco che lo realizzò a Greccio (Rieti),  su autorizzazione di papà Onorio terzo.

Da allora il Natale molto è cambiato. Non la tenerezza della maternità, l’importanza della Sacra Famiglia, i doni dei Magi. 

Però oggi si vedono presepi alternativi, financo provocatori. Segno dei tempi . A Bassano del Grappa hanno costruito una Natività tra  la spazzatura. A Piacenza hanno allestito un presepe “gay friendly: due Giuseppe e Maria in soffitta. Furibonda la Lega.

A Napoli a San Gregorio Armeno è spuntato addirittura Adolf Hitler in mezzo ai pastori con la mano tesa nel saluto nazista. A Firenze hanno dedicato il presepe alle vittime del crollo del ponte Morandi (in mostra al Rivoli Boutique Hotel). Ma i parenti dei morti nel disastro non hanno gradito  per niente.

E in Vaticano? è comparsa una Natività futuristica, opera degli allievi della scuola d’arte di Castelli, paesino in provincia di Teramo.  Una scelta contestata anche dall’autorevole New York Times. Per favore, lasciamo fuori dalla Politica e dalle stupide provocazioni il presepe. Se anche i presepisti cedono all’andazzo, siamo fritti.

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