Fa una certa impressione sentire il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, predicare all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Vaticano “la centralità della giustizia in una società civile”. Il concetto espresso da Bertone è quanto mai giusto e quindi apprezzabile e condivisibile.
Però allora non si spiega come mai Bertone non chiarisce perché è stato per una ventina d’anni Giudice Unico del Vaticano l’avvocato Gianluigi Marrone, che era contemporaneamente anche capo dell’Ufficio legale di Parlamento italiano. In questa sua duplice veste Marrone dalla sua scrivania vaticana rispondeva “no” alle sue stesse rogatorie internazionali spedite in Vaticano dalla sua scrivania nel Parlamento italiano.
Marrone dal parlamento italiano spediva in Vaticano le richieste dei magistrati italiani di interrogare alcuni cardinali sia sulle eventuali complicità di Alì Agca nell’attentato del 1981 a papa Wojtyla sia sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la bella ragazzina minorenne cittadina vaticana scomparsa nell’83 e mai più ritrovata.
Lo stesso Marrone dalla sua scrivania vaticana si auto rispondeva “no” alle richiesta da lui stesso spedite. Incredibile, ma purtroppo vero. Quando ho scritto i miei due libri sul caso Orlandi ho chiesto conto a Marrone, scomparso circa un anno fa, di questo suo straordinario doppio ruolo, oltretutto in evidentissimo conflitto di interessi. “Quando il Vaticano mi ha offerto quell’incarico ho chiesto all’allora presidente della Camera, Nilde Jotti, se potevo accettare o no e la Jotti mi diede il permesso”, mi rispose Marrone. E come si legge nei miei libri aggiunse una chiosa non da poco: “Io in Vaticano non potevo fare altro che firmare ciò che mi veniva detto di firmare, senza poter fare mie indagini. Se poi lei, Nicotri, mi chiede se il Vaticano sul caso Orlandi ha detto tutto quello che sa, allora io le rispondo che no, non ha detto tutto quello che sa”.
Stando così le cose, Bertone potrebbe chiarire forse anche un’altro mistero: come mai la segretaria di Bertone nell’Ufficio legale del parlamento italiano era la cittadina vaticana Natalina Orlandi, vale a dire una sorella di Emanuela? E come mai Natalina non ci trovava nulla di protestabile nel doppio ruolo e nei “no” di Marrone Giudice Unico del Vaticano alle richieste della magistratura italiana per fare chiarezza sulla fine di sua sorella? Chissà, magari Bertone potrebbe anche spiegare come mai Natalina, nonostante tutto, è spesso ospite di Federica Sciarelli a “Chi l’ha visto?” dove continua a sostenere cose insostenibili tant’è che non trovano mai conferma o vengono smentite dai fatti.
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