“ Biden è totalmente impreparato per quel posto, e porterà gli Stati Uniti in una crisi. Obama è il capo degli infedeli e ucciderlo farà assumere automaticamente a Biden la presidenza per il resto del mandato, come è la norma laggiù.”.
Così scriveva Bin Laden nel 2011 quando ordinava la pianificazione dell’uccisione dell’allora presidente USA. Vietando però che si uccidesse anche il suo vice. Quel Joe Biden diventato l’attuale inquilino della Casa Bianca. Bersagliato dalle accuse per la ritirata dall’Afganistan diventata di colpo la disfatta che abbiamo sotto gli occhi. Ma andiamo per ordine.
La fulminea e abbastanza incruenta avanzata dei talebani fino al palazzo presidenziale di Kabul non è opera del caso o, come si suol dire, dello Spirito Santo.
I cosiddetti “studenti coranici” hanno approfittato a man bassa del fatto che i bombardamenti USA sulle loro postazioni e sui loro movimenti armati sono di fatto cessati fin dall’inizio dei colloqui di Doha – voluti da Donald Trump per trattare il ritiro. Cessazione confermata e diventata “istituzionale” fin dalla firma il 29 febbraio dell’anno scorso degli accordi raggiunti con l’allora segretario di Stato Mike Pompeo.
I talebani hanno quindi avuto tutto il tempo, oltre un anno e mezzo, di riorganizzarsi. Spostarsi senza pericoli, ammassare armi e mezzi di trasporto. Migliorare le linee di rifornimento. Piazzarsi nelle posizioni migliori dalle quali avanzare verso Kabul non appena avessero deciso di farlo.
Ovviamente nel momento peggiore dei loro nemici e antagonisti, vale a dire le truppe USA, Nato e governative. Lo sgretolarsi delle forze governative ne è stata la pressoché logica conseguenza. Neppure loro erano molto innamorate della cultura e delle riforme occidentali importate con l’invasione USA del 2001. E anzi ancora legate al patriarcato rurale conservatore e annesso totale potere maschile sulla donna. Come del resto già avvenuto due volte da quando nel 1919 l’Afganistan è diventato uno Stato indipendente dalla Gran Bretagna.
I problemi dell’Afghnistan un secolo fa
Il primo leader post-indipendenza, Amanullah Khan, arrivò al potere sull’onda di una grande popolarità. Che però è man mano scemata quando Amanullah ha introdotto le scuole miste, con la presenza cioè anche di bambine, ragazze e donne anziché di soli maschi. E ha messo fuori legge sia il velo chiamato hijab, che lascia scoperto il viso, sia il burqa completo che lascia scoperti solo gli occhi. I conservatori si organizzarono nell’interno del Paese e nelle piccole città ancorate al molto retrogrado patriarcato maschile. Per poi nel ’29 marciare su Kabul. Anche allora l’esercito disertò e Amanullah dovette abdicare.
Negli anni ’80 il Partito Democratico Popolare dell’Afghanistan (PDPA), cioè i comunisti sorretti anche militarmente dall’Unione Sovietica, decise di allargare alle bambine e ragazze l’istruzione scolastica. E di conseguenza per le donne aumentò la possibilità di lavori fuori dalle mura domestiche. I leader religiosi e tribali scandalizzati e inferociti da queste novità introdotte dal regime modernizzante formarono un’alleanza. Furono finanziati, armati e addestrati dagli USA e alleati al culmine della Guerra Fredda contro l’URSS. Prima bollarono il PDPA come ateo e servo di Mosca, poi insorsero come mujaheddin, cioè come combattenti.
Osama ordina di non toccare Biden
È il contesto nel quale nell’88 il miliardario saudita Osama Bin Laden ha potuto fondare Al Qaeda, movimento animato dal fondamentalismo oltranzista islamista. E dall’odio non solo verso l’Occidente, nonostante ne fosse stato finanziato e armato contro l’URSS.. Ma anche verso tutti i regimi islamici amici filo occidentali.
Come è noto, Bin Laden dalla sua base segreta piazzata nei recessi afgani di Tora Tora è l’organizzatore dell’attentato suicida che l’11 settembre 2001 ha provocato l’abbattimento delle Torri Gemelle di New York. Provocando così come reazione l’invasione dell’Afganistan da parte degli USA e della NATO, con annesso cambio di regime.
Bin Laden ha governato Al Qaeda finché nel 2011 un blitz di militari scelti USA non lo ha ucciso nel suo nuovo nascondiglio ad Abbottabad in Pakistan. E nel nascondiglio i soldati USA hanno trovato una lettera di 48 pagine scritta da Bin Laden ad Atiyah Abd al-Rahman, uno dei capi di Al Qaeda.
Nella missiva Bin Laden ordinava di affidare a due gruppi di militanti la pianificazione, l’organizzazione e l’esecuzione di altri attentati negli Stati Uniti, compresa l’uccisione dell’allora presidente Barack Obama. Obama come vice aveva Joe Biden, l’attuale presidente degli Usa. Bin Laden ne vietava esplicitamente l’uccisione. Spiegando bene il perché:
“Obama è il capo degli infedeli e ucciderlo farà assumere automaticamente a Biden la presidenza per il resto del mandato, come è la norma laggiù. Biden è totalmente impreparato per quel posto, e porterà gli Stati Uniti in una crisi”.