Bossetti assassino di Yara? Carmelo Lavorino, criminologo, nel 2011 disse…

Bossetti assassino di Yara? Carmelo Lavorino, criminologo, nel 2011 disse...
Massimo Giuseppe Bossetti. Nel 2011 il criminologo Carmelo Lavorino ne tracciò il profilo. Ora dice: sena confessione al processo sarà dura per l’accusa

MILANO – L’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti con l’accusa di avere ucciso Yara Gambirasio ha improvvisamente acceso i riflettori su una vicenda che annaspava da qualche anno tra un arresto frettoloso di un immigrato risultato innocente e la ricerca dell’assassino tramite la certosina comparazione del dna del presuminile omicida trovato sugli indimenti di Yara e svariate migliaia di altri dna ottenuti prelevando a tappeto campioni di sangue o di saliva.

Dato per sicuro colpevole dal ministro del’Interno Angelino Alfano e da molta gente sempre alla ricerca di un colpevole quale che esso sia, Bossetti non solo non ha confessato, ma ha anche cambiato avvocato e delineato una linea difensiva, che per quanto poco convincente non si può escludere a priori che possa essre vera.

Abbiamo intervistato Carmelo Lavorino, direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale), criminologo, criminalista, investigatore, tracciatore di profili di probabili colpevoli e analista della scena del crimine. Si è interessato professionalmente del caso Yara Gambirasio e di oltre 250 casi d’omicidio. Tra questi, i delitti di via Poma (vittima Simonetta Cesaroni), di Cogne (imputata Annamaria Franzoni, vittima suo figlio Samuele Lorenzi), di Arce (vittima Serena Mollicone, imputato Carmine Belli), di San Tammaro-Caserta (vittima Katia Tondi), di Fontechiari-Sora (vittima Samanta Fava) e dei delitti del Mostro di Firenze, imputato Pietro Pacciani.
Titolare di un suo blog, Carmelo Lavorino è considerato fra i massimi esperti dell’investigazione, dell’analisi della scena del crimine e delle indagini difensive.

Professore, lei nel 2011 tracciò il profilo dell’assassino di Yara che, allo stato delle notizie e dei fatti, risulta compatibile con quello dell’indagato Lorenzo Giuseppe Bossetti. Cosa è successo?

Premetto che quando si traccia il profilo criminale-investigativo del soggetto ignoto autore del crimine, si imposta e si propone uno strumento investigativo utile agli inquirenti per direzionare le indagini e individuare il soggetto tramite la cosìddetta “scrematura”, a volte si lavora anche su “profili multipli”, cioè, in base agli scenari possibili.
Il profilo che tracciammo nel 2011 era basato sull’analisi singola-fattoriale e incrociata-sistemica dei 44 indicatori del crimine e sul combinato disposto della miriade di dati che man mano vennero acquisiti: scene, luoghi e percorsi del crimine e della vittima; vittimologia sotto tutti gli aspetti; evidenze forensi, medico legali e criminalistiche; dati info-investigativi di tutti i tipi e testimoniali; tempi, possibilità, opportunità, contingenze, sincronie e comportamenti; limiti, vincoli, condizioni e modelli decisionali; moventi, contesti, intenti primari, metodiche criminoesecutive, livelli criminali, logistiche, volontarietà e premeditazione; modus operandi ed atti esecutivi, atti di matrice psicologica e ritualistici, atti per depistare e farla franca da parte dell’assassino; … e così via!

Ci ricorda il profilo che avete tracciato per l’assassino di Yara?

Nel caso di Yara abbiamo tracciato il seguente profilo: “È il classico soggetto insospettabile, di buona famiglia, con dei figli della stessa età della vittima e che gode della sua fiducia, proprio perché era considerato soggetto non pericoloso e che ha potuto abbattere le difese della vittima grazie al rapporto di frequentazione, di conoscenza e di fiducia’.
Circa 40 anni.
Si presenta come “timorato di Dio”, affettuoso e premuroso padre di famiglia.
È un territoriale.
Ha perso il controllo, ha cercato di effettuare un’aggressione del tipo sessuale nei confronti della piccola Yara, ma quando ha capito di essere andato oltre, ha temuto di essere denunciato e di perdere il rispetto e la dignità e di vedere infangata la propria situazione sociale: così è passato all’atto distruttivo aggressivo.
È il predatore occasionale che approfittando della situazione, delle opportunità e della vulnerabilità vittima, slatentizza l’istinto assassino dopo quello sessuale aggressivo, perde il controllo, si fa dominare dalle fantasie sessuali e dai desideri repressi: perde il controllo, ghermisce, attacca, colpisce, uccide.

Quindi secondo lei Bossetti è l’assassino di Yara?

Bossetti è sospettato di essere l’assassino di Yara, ma non ha confessato, si dichiara innocente, si è coagulato attorno a lui un gruppo di difesa. Ha diritto alla presunzione d’innocenza e il processo dimostrerà la verità (almeno così dovrebbe essere).

Approfondisca la questione del processo.

Ora si prepara una scontro giudiziario violentissimo e sofisticato, una partita a tre facce “scacchi, bridge e poker” fra accusa e difesa, dove ognuno dovrà giocare il proprio ruolo al massimo delle possibilità. E i giudici alla fine decideranno. L’accusa dovrà dimostrare quanto segue:
1. Bossetti era sui luoghi, sulle zone e sui percorsi del rimine nei momenti critici e topici, cioè, era in zona palestra di Yara verso le 17,30 e le 18,20 e dopo era in zona Mapello;
2. Bossetti conosceva o era entrato in contatto di reciprocità letale con Yara, quindi, aveva tutte le possibilità e le opportunità per carpirne la fiducia e rapirla;
3. Bossetti era dei luoghi, un territoriale, non poteva non conoscere Yara;
4. i tabulati telefonici, le stazioni radio base di aggancio, le direzioni d’irradiamento delle celle telefoniche e i movimenti di Bossetti sono tali da posizionare Bossetti sui luoghi del crimine nei momenti preparatori al rapimento, durante il rapimento e dopo;
5. le tracce telematiche, tecnologiche, mnestiche e comportamentali di Bossetti sui luoghi del crimine sono tali e tante da non permettere altra soluzione al di fuori della sua colpevolezza;
6. Bossetti non ha alibi e/o ha prodotto alibi falsi e/o ha prodotto menzogne, informazioni false e contraddizioni sospette e depistanti; qui saranno importanti le dichiarazioni rilasciate dalle persone informate sui fatti in tal senso, fra cui cui anche i familiari, gli amici e i colleghi di Bossetti;
7. le intercettazioni ambientali e telefoniche, le indagini di “attenzionamento e di controllo” su Bossetti e sulla sua cerchia ambientale e di frequentazione sono tali da incastralo;
8. Bossetti è un soggetto pedofilo, quindi, con atti precisi che dimostrano tale perversione;
9. le tracce e le microtracce rinvenute sul corpo di Yara sono riconducibili (anche in parte) esclusivamente a Bossetti, in modo da creare il COLLEGAMENTO ESCLUSIVO TOTALIZZANTE ASSORBENTE FRA ASSASSINO E VITTIMA.
10. Naturalmente, dovrà essere dimostrato che il DNA di Ignoto 1 è dell’assassino, che è di Bossetti, che è prova dell’aggressione su Yara da parte di “ignoto 1 = Bossetti”, che la traccia di DNA è di esclusiva connessione eziologica (causa – effett) fra l’assassino e la traccia stessa. Questo lo spiego fra poco!
Inoltre:
– la difesa di Bossetti dovrà confutare e demolire in modo logico, scientifico e organizzato l’impianto accusatorio sopracitato.
– La difesa dei Familiari di Yara dovrà lavorare e vigilare affinché non siano commessi errori, leggerezze o imperfezioni e, contemporaneamente, dovra offrire spunti ed analisi utili alla dimostrazione della colpevolezza di Bossetti.
– I giudici dovranno porsi sul gradino sopra gli uomini e prima di Dio, il posto che compete loro e valutare aldilà di ogni minimo dubbio, con freddezza e scienza e consapevolezza le PROVE.

Professore, continua sulla questione del Dna, di “Ignoto 1” e dell’incertezza eventuale del Dna?

Per condannare Bossetti, oltre ai citati indizi che dovranno essere gravi, precisi e concordanti, dovrà essere dimostrato quel doppio condizionale “SE E SOLO SE si verifica la CONDIZIONE ALFA …ALLORA NE CONSEGUE CHE” e, nel caso di Bossetti presunto colpevole per l’accusa e presunto innocente per tutti, abbiamo le seguenti CONDIZIONI VINCOLANTI ESCLUSIVE CHE DOVRANNO ESSERE DIMOSTRATE:
I. SE e SOLO SE le due tracce col Dna di Ignoto 1 misto al sangue di Yara sono contestualizzabili con l’azione aggressiva lesiva contro Yara ALLORA IL DNA È DELL’ASSASSINO DI YARA.
II. SE E SOLO SE il DNA di Ignoto 1 è riferibile al livello di identità assoluta con quello di Bossetti ALLORA BOSSETTI È IGNOTO 1.
III. SE E SOLO SE le condizioni I e II sono vere ALLORA BOSSETTI È L’AGGRESSORE DI YARA.
IV. SE E SOLO SE sono vere le condizioni I.II.III ALLORA IL DNA SULLE MUTANDINE E SUI LEGGINS DI YARA ASSURGE A RANGO DI PROVA.
V. SE E SOLO SE il Dna di Ignoto 1 è il Dna di Bossetti ed è il Dna dell’aggressore ALLORA BOSSETTI È L’AGGRESSORE OMICIDA DI YARA.

Professore, come finirà?

Si andrà a processo, ognuno giocherà le proprie carte e la difesa di Bossetti, se vorrà farlo assolvere, dovrà demolire l’impianto accusatorio sotto ogni aspetto e proporre un’alternativa molto forte alla tesi d Bossetti assassino per le questioni DNA e tutti gli indizi gravi, precisi e concordanti.

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