Cancellieri umana. Christian Mendoza non era Giulia Ligresti: morto in carcere

di Pino Nicotri
Pubblicato il 4 Dicembre 2013 - 07:02 OLTRE 6 MESI FA
Cancellieri umana. Christian Mendoza non era Giulia Ligresti: morto in carcere

Anna Maria Cancellieri. La mamma di Christian Mendoza non aveva il suo telefono e lui è morto in carcere

ROMA – Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, si sa, ha un grande cuore. Una grande umanità. Ci ha tenuto a farlo sapere lei stessa per rintuzzare sdegnata di essere intervenuta per far scarcerare Giulia Maria Ligresti, figlia di Salvatore e sorella di Jonella e Gioacchino Paolo, tutti colpiti da mandato di cattura lo scorso luglio.

Il suo, ha dichiarato il ministro Annamaria Cancellieri a petto in fuori, è stato solo un intervento dettato dalla stessa umana sensibilità per la quale a suo dire sarebbe intervenuta in decine e decine di casi simili. Sarà, però un fatto è certo: Giulia Maria ha potuto lasciare il carcere perché, poverina, non lo sopportava, tanto da non riuscire quasi a mangiare e così le hanno concesso gli arresti domiciliari, mentre non risulta che siano stati mandati a casa i molti altri detenuti che in carcere stanno molto ma molto peggio della ricchissima signora Giulia Maria Ligresti.

In particolare, non è stato mandato né a casa né in una struttura di accoglienza il cittadino salvadoregno di 29 anni Christian Mendoza, arrestato e condannato lo scorso anno per violenza a pubblico ufficiale. Un poveraccio di detenuto che avrebbe finito di scontare la pena nel marzo del prossimo anno. E che è semplicemente assurdo, disumano e vendicativo tenere chiuso in galera per un reato che molto difficilmente avrebbe reiterato.

Sta di fatto che l’umanità del ministro Cancellieri in questo caso non s’è vista. E il 28 novembre il detenuto è stato trovato morto nella sua cella di Rebibbia, asfissiato dal gas della bomboletta per il fornello da campeggio con la quale nelle carceri quasi tutti i detenuti si scaldano le vivande o si preparano il caffè e a volte il mangiare. Mendoza pare avesse problemi di alcolismo, un motivo in più per non tenerlo chiuso a chiave in una cella di galera, e respirare il gas della bomboletta forse gli serviva per superare le crisi.

Insomma, un malato: che avrebbe dovuto essere curato anziché messo in condizione di dover crepare come un cane, suicida o no che sia. Sua madre Maribel grida il suo dolore:

“Sapevo che Christian aveva problemi con l’alcool, ma era sereno. Non vedeva l’ora di abbracciare il suo nipotino appena nato, mancavano solo pochi mesi. Mio figlio era vittima di una dipendenza, come hanno potuto lasciare che tenesse nella sua cella la bomboletta del gas?”.

Già: come hanno potuto? Giriamo la domanda al ministro Annamaria Cancellieri e alla sua nota umanità.

Che però fa acqua da varie parti. Il Garante dei Detenuti, Angiolo Marroni, ha reso noto che con Mendoza salgono a 16 i decessi non sempre edificanti avvenuti nelle sole carceri romane dall’inizio dell’anno in corso. Cancellieri è diventata ministro della Giustizia il 28 aprile di quest’anno, ma la situazione delle carceri non le doveva essere sconosciuta dato che proveniva da un anno e mezzo di guida del dicastero dell’Interno, del quale infatti era diventata ministro il 16 novembre 2011.

Angiolo Marroni ha aggiunto:

“Christian doveva scontare la sua pena, ma fuori dal carcere, in una struttura in grado di aiutarlo”.

Purtroppo però non si chiamava Ligresti. E s’è visto.

A proposito di Ligresti: Giulia Maria è stata spedita ai domiciliari a casa sua il 28 agosto perché dimagrita di sei chili. Dopo avere patteggiato una pena di due anni e otto mesi, Giulia Maria è uscita anche dagli arresti domiciliari il 19 settembre, tornando così libera cittadina.

Tant’è che il settimanale Oggi ha pubblicato le foto che la vedono impegnata il 25 ottobre a fare shopping nel quadrilatero della grande moda a Milano. Deve essersi rimessa presto in salute la signora Ligresti, recuperando i sei chili persi in un mese di carcere, a giudicare dalla quantità di cose impacchettate e portate a mano per strada.

Buon per lei. Resta però una domanda: quella del ministro Cancellieri è umanità ad personam o umanità erga omnes? Come dovremmo rispondere, visto cosa è successo al povero Mendoza? E visto anche cosa continua a succedere ad altri poveracci nelle nostre galere.

Che ne dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? Che ne dice, lui che solo pochi mesi fa è arrivato a chiedere il varo di un indulto e/o di un’amnistia proprio per rimediare almeno in parte alla poco civile condizione delle carceri italiane?