Coronavirus, proposta una task force di medici casa per casa per scoprire i malati

Infuriano soprattutto in Lombardia le polemiche sui tampone per il Covid-19, con l’accusa che se ne sono fatti e se ne fanno troppo pochi. Nel frattempo arrivano sul mercato kit da fare in casa a prezzo stracciato. 

Per cercare di vederci chiaro ci siamo rivolti ad Aldo Ferrara, professore fuori ruolo di Malattie Respiratorie, Università degli Studi di Milano e Siena, specialista in Malattie Respiratorie, Tisiologia e Fisiopatologia Respiratoria, ed Executive Manager European Research Automotive Medicine.

Domanda: Sui test per accertare se si è stati infettati dal nuovo coronavirus pare si sia scatenata una guerra. Le Regioni Campania, Lazio, Liguria, Marche, Puglia e Toscana al posto del costoso tampone laringofaringeo vogliono adottare il test del sangue per monitorare la presenza degli anticorpi di tipo IgM e IgG. I primi rilevano una reazione al virus agli inizi, mentre i secondi gli dimostrano la reazione immunitaria del corpo. 

Il test del sangue lo si può fare  a soli 7 euro l’uno acquistando il necessario all’ingrosso. La società pugliese Alha Pharma di Bitonto ha messo sul mercato un kit con prezzo al pubblico di 25 euro. Ma l’associazione di categoria, Federfarma, dice alle farmacie “astenersi dall’acquisto”.

Federfarma cita il Comitato tecnico-scientifico del ministero della Salute: “I test basati sull’identificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che di tipo IgG) diretti verso il virus Sars-CoV-2 non sono in grado di fornire risultati sufficientemente attendibili”. Inoltre, scavalcando le farmacie, a Genova il laboratorio Albaro offre ai privati, su prescrizione medica, l’analisi del sangue a 100 euro, con prelievo a domicilio e risultato via web nel giro di poche ore.

Risposta: Il problema dell’identificazione immunologica è attualissimo. Per rendersene meglio conto questo di leggere un apposito articolo del CNR.

Tuttavia i virologi non immunologi clinici non si sono posti il problema delle infezioni intercorrenti, che possono mascherare o rimodulare il risultato.

 Inoltre non ci sono dubbi che l’isolamento domiciliare confina i portatori sani escludendoli oggi dal contagio sociale,  certo, ma li prepara alla “seconda ondata”. Di cui nessuno parla o osa farlo.

D: Ma non è bene che un privato possa farsi il test in casa comprando il kit in farmacia o chiamando i laboratori tipo Albaro perché con un prelievo di sangue accertino come stanno le cose?

R: Il privato può fare quello che meglio crede, ma ci sono tre problemi:

1 – fidarsi dei risultati, con Federfarma che sostiene si tratta di prelievi non utili? 

2 – In caso di responso positivo, su analisi – ripeto – definite da Federfarma poco credibili, i Comuni devono far fare il tampone? Col rischio che si faccia un gran numero di tamponi non credibili, sottraendo così tempo, personale e tamponi alle autorità sanitarie;

3 – viceversa, nel caso di risultato negativo di questi test fatti in casa o in lavoratori tipo Albaro come si fa a escludere che la persona che ha fatto il test sia invece positiva, cioè infetta?

D: E quindi?

R: E quindi è un problema organizzativo complesso. Bisogna decidere, in fretta, alcune cose. Vanno fatti i prelievi a campioni o tappeto?  Si lede la privacy? Mandiamo una task force casa per casa?

D: A proposito di task force, mi risulta che a Roma un gruppo di medici e ricercatori l’abbia proposta al Comune.

R: Sì, su mio input in qualità di membro del suo comitato tecnico scientifico, l’ha proposta con una lettera al sindaco Virginia Raggi l’A.Co.S, acronimo di Agenzia di Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali di Roma Capitale. Una task force mediante le ASL dei 15 Municipi romani. 

D: Ci può illustrare la proposta?

R: Guardi, le leggo tutti i singoli punti che la strutturano, così come elencati nella lettera a Virginia Raggi:

–   Istituzione di una Task Force , costituita da Medici Specialisti in Malattie Respiratorie, ciascuno dislocato in siti ASL dei 15 Municipi e con il Coordinamento del CTS dell’Agenzia.

–   Individuazione del Rischio Probabile. Ciascun Specialista su la base di un apposito questionario è deputato al censimento anamnestico-clinico di soggetti volontari residenti in Ciascun Municipio.

–   La visita Specialistica consisterà nella raccolta dei dati anamnestici sensibili, ed in una visita specialistica che possa confermare o escludere il rischio attuale o probabilistico di infezione.

–   Individuazione del Rischio Possibile. 

Alla prima fase seguirà da un monitoraggio dei soggetti che possano entrare nella Fase 2 del rischio possibile per attitudine lavorativa o ambientale o per la presenza di sintomi prodromici.

–   Individuazione del Rischio Reale: qualora si intravedesse la necessità, l’ASL provvederà alla richiesta di effettuazione del tampone, imporrà l’isolamento e le terapie del caso.

D: La massa di dati così raccolti potrebbe confluire in una banca dati?

R: Esatto, lei mi ha anticipato. Nella lettera infatti abbiamo specificato quanto segue:

 “Poiché le misure di contenimento sociale e di isolamento potrebbero non essere sufficienti, sia per mancanza di controlli, sia per l’estensione del territorio romano, lo screening costituirebbe una sufficiente banca dati specifici in possesso del singolo Municipio per adottare misure prudenziali o se necessario terapeutiche.

D: Risorse e personale richiesto per questo screening?

R: Le uniche risorse da cooptare sono quelle di almeno 15 giovani specializzandi, uno per singolo municipio, in Malattie respiratorie, ovvero specialisti non inquadrati in attività lavorative o anche medici delle ASL. Il coordinamento potrà essere seguito dall’Agenzia ovvero da chi abbia sufficiente esperienza epidemiologica o di screening su larga scala. 

Dopo l’inizio dei lavori, periodicamente lo staff aggiornerà l’Amministrazione comunale sulla Mappatura Municipale del Rischio ( Municipal Risk Value) e sulla dislocazione toponomastica dei possibili focolai infetti. Entro poche settimane, tramite l’ausilio degli informatici del Comune, si potrebbe pervenire ad una mappatura dell’intera città, attraverso la campionatura municipale esaminata”.

D: Lo screening però avverrebbe solo per chi ci si presta volontariamente. 

R: Beh, forse è comunque meglio del rivolgersi a kit comprati in farmacia o ad analisi del sangue con prelievo a domicilio. In ogni caso, chiunque potrebbe fare sia l’una che l’altra cosa, ma con la nostra task force il Comune avrebbe dati assolutamente credibili, non contestabili neppure da Federfarma. E quindi immediatamente operativi non appena le autorità provvedano ai passi successivi

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