Cose che accadono solo in Russia

Cose che accadono solo in Russia
Cose che accadono solo in Russia

MOSCA – Nell’asilo GBOU 1528 di Zelenograd, a 50 chilometri da Mosca, un’educatrice la scorsa settimana ha notato un livido sul collo di Sergey, un bambino di 5 anni adottato con altri 14 da una famiglia che di suo ha un solo figlio. Tanto le è bastato per chiamare la polizia, che è intervenuta immediatamente con mano pesante: dieci dei bambini di quella famiglia sono stati portati d’autorità chi in ospedale e chi di nuovo in un orfanatrofio.

Alla madre adottiva, la signora Svetlana Dell che ha anche una pagina Instagram, è stato impedito di vederli e il sindaco di Mosca Sergej Semënovič Sobjanin ha promesso in regalo una casa a chi adotta almeno otto di quei bambini. Come se non bastasse, Svetlana e suo marito, fino a ieri considerati eroi come tutti coloro che in Russia, cosa non rara, adottano tanti bambini, subiscono una pesante gogna mediatica e saranno processati, sentenza prevista per il 1° febbraio.

Per fortuna si è offerto come difensore Ivan Pavlov, uno dei migliori avvocati russi, noto per il suo impegno nella difesa dei diritti umani. Grazie alla giornalista Tatiana Baydack, con la quale ho in comune alcune amicizie, mi è arrivata la seguente dichiarazione della signora Dell:

“Ora mi è molto difficile analizzare questa vicenda, mi sembra di impazzire e mi preoccupo dei miei bambini che ci hanno portato via. Quello che sta succedendo nella mia famiglia mi sembra che non è nella mia vita, ma che sia una storia fantastica.  Ci tengo a chiarire intanto una serie di punti:”

1) Io e mio marito non abbiamo mai picchiato i nostri figli! Ma se per ipotesi assurda mio marito avesse picchiato Sergey fino a procurargli dei lividi io sarei stata così scema da portare quel nostro figlio all’asilo? Teniamo presente che la polizia era già intervenuta perché girava la voce che un altro bambino fosse stato bastonato, ma sul suo corpo non ha trovato nessun segna di bastonate.

2) Tutta la settimana precedente l’educatrice che ha chiamato la polizia si è lamentata che mio figlio Sergey era troppo vivace, troppo maleducato, che picchiava gli altri bambini ed è un bambino difficile. Ma è comprensibile che i bambini che hanno perso i genitori e prima di essere adottati hanno vissuto in un orfanatrofio possano essere piuttosto difficili. Come potrebbero essere bambini facili?

3) Nonostante la legge lo vieti, sono stati divulgati i particolari delle nostre adozioni e diffuse – soprattutto da 1TV – le diagnosi dei nostri bambini, due dei quali soffrono di immunodeficienza, per la quale in questi giorni sono rimasti senza le cure e i medicinali necessari perché riportati in un orfanatrofio e in ospedali non attrezzati. Tutto è dilagato via Internet. La gente ignora che l’immunodeficienza non è infettiva, specie se curata, perciò ne ha paura e così quei due miei figli soprattutto in questi giorni avranno vita ancor più difficile.

4) Per quanto riguarda i lividi, la polizia mi ha fatto vedere su un cellulare la foto di un livido sul collo e su un gomito e hanno detto che mio marito ha picchiato Sergey con la cintura. Ho chiesto ai poliziotti come sia possibile che il livido sul gomito sia stato provocato dalla cintura, ma non mi hanno risposto”.

Strano che l’educatrice e la polizia non abbiano pensato che i lividi Sergey possa esserseli procurati cadendo o giocando con i fratelli o gli altri bambini dell’asilo. Tra le altre cose strane, i media russi hanno scritto che uno degli psicologi che in questi giorni assistono i dieci bambini portati via ai Dell ha dichiarato che uno di loro ha ripetuto che non vuole tornare a casa. Non esiste però un video del bambino che confermi questa notizia. Esiste invece un fatto ben preciso che fa pensare possa essere falsa: il bambino indicato è infatti affetto dalla sindrome di Down e, a meno che gli psicologi in questione non abbiano fatto un miracolo o un prodigio, non è in grado di parlare esprimendosi in modo coerente. La buonanima di Giulio Andreotti usava dire che a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca.

Sta di fatto che c’è chi pensa che gli orfanatrofi russi siano alquanto seccati per l’aumento del numero di famiglie che adottano anche più di 10 bambini e un po’ preoccupati dalla possibilità che tale fenomeno prenda piede. Lo Stato infatti paga agli istituti per orfani quasi 2.000 euro al mese per ogni bambino e di più se ha problemi di salute. Non è certo un mistero che in tutto il mondo anche gli orfanatrofi possano diventare un business, con nessuna intenzione di perdere “clienti”. Vedremo come andrà il processo. Ma intanto è meglio non lasciare sola la famiglia Dell. E la sua numerosa cucciolata.

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