ROMA – Mistero Emanuela Orlandi, ogni giorno una novità. Svelato il vero motivo della recente sceneggiata di Alì Agca, l’attentatore a Papa Giovanni Paolo II Wojtyla, nella piazza e nella basilica di S. Pietro, dove l’ex terrorista turco ha deposto un mazzo di fiori sulla tomba di Papa Wojtyla, il pontefice che aveva tantato di uccidere a revolverate nel 1981. i conferm che lo scopo di Agca era – ed è – fare quattrini con un film. Lo ha scritto chiaro e tondo egli stesso in una lettera al giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci:
“Caro amico Fabrizio. A questo punto io non posso fare più nessuna dichiarazione che non serve più a nulla. İo ti propongo un progetto storico che possiamo realizzare insieme. Questo progetto storico sarà realizzare un documentario televisivo che deve contenere argomenti come il mio attentato al Papa e le sue conseguenze politiche giuridiche, il mistero ed il segreto di Fatima, il mio incontro con il Papa il 27 dicembre 1983 e la mia visita alla tomba del Papa il 27 dicembre 2014, il rapimento intrigue di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
Tutti questi fatti saranno trattati soltanto con i documenti, di cui alcuni dati di fatto sconosciuti al pubblico. Questo documentario sarà realizzato in lingua italiana, inglese e spagnolo in Istanbul in due mesi. Questo documentario costerà 300.000 euro in tutto. Chiunque sarà lo sponsor oppure il finanziatore di questo documentario televisivo, allora avrà il 60 per cento di tutti proventi mondiali del documentario. Caro Fabrizio, se tu fai il tuo meglio possibile io credo che riuscirai trovare 300.000 euro per questo documentario storico. Altrimenti Italia invece di cercare e capire la verità, deve accontentarsi delle menzogne primitive di Roberto Benigni, pagati dalla mamma Rai ben 4 milioni di Euro.
Grazie. Distinti saluti”.
Tralasciando le considerazioni su Benigni, è da notare la frase
“A questo punto io non posso fare più nessuna dichiarazione che non serve più a nulla”.
Le sue ennesime “dichiarazioni” Agca potrebbe benissimo farle con un’ennesima intervista o conferenza stampa, oltre che con una lettera ai magistrati. Ne consegue che la frase è chiaramente mendace. Ma è anche rivelatrice dei veri scopi del turco ormai soprannominato Agca-cha-cha-cha per le sue innumerevoli versioni, una più balorda dell’altra, relative sia ai “veri mandanti” del suo attentato a Wojtyla che ai “veri mandanti” del “rapimento” non solo di Emanuela Orlandi, ma anche di Mirella Gregori. Il cui ruolo in questa ormai più che trentennale vicenda del mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi è quello di ruota di scorta: scompare per lunghi periodi, poi qualche volta ricompare come “co-rapita”. Versioni tanto numerose e balorde quelle di Agca-cha-cha-cha, da avere fatto decidere ai magistrati di evitare di perder tempo con un eventuale interrogatorio a conclusione della sceneggiata romana.
Come sempre il turco fa il prezioso, annuncia verità sconvolgenti, ma non solo non le scodella mai, per giunta evita accuratamente di fornire prove e testimoni preferendo invece restare sul generico e sulle affermazioni apodittiche, auto referenziali. Motivo per cui alle domande alle 12 domande inviategli da Peronaci per l’ennesima intervista non ha risposto spiegando punto per punto quanto chiestogli, ma se l’è cavata come sempre con una lunga elucubrazione inviata via e-mail. Che come al solito è molto ricca di aria fritta e della quale conviene parlare con un articolo a parte, nel quale citeremo anche le fatidiche domande, la cui logica è fin troppo chiara: far confermare da Agca quanto dichiarato da altri, sorvolando allegramente sul fatto che di prove non ce n’è neppure l’ombra da parte di nessuno e facendo finta che siano prove le reciproche chiacchiere di reciproca conferma.
Strano che Peronaci abbia già dimenticato le “rivelazioni”, da lui prese per buone, anzi per buonissime, di Agca riguardo il “trasferimento” della ragazza vaticana nel “grande palazzo imperiale” del principe Hans Adam del Liechtenstein dopo un apposito incontro con la segreteria di Stato del Vaticano il 15 giugno 1983. Ancora più strano il tentativo di far quadrare i conti tra le “rivelazini” di Agca e quelle del “supertestimone” Marco Fassoni Accetti, in modo da accorparli entrambi e unificarli in un tandem come se si trattasse di. un unico “supertestimone”, sia pure a due teste.
A proposito di Accetti, Agca s’è già premurato da tempo di sminuirlo dicendo infatti che “è soltanto una piccola manovalanza che non può essere determinante per scoprire tutto”. L’affermazione è contenuta nella seguente lettera, inviata a Pietro Orlandi il 5 maggio 2013:
“Caro amico Pietro. Hai visto… Con le confessioni di Marco Fassoni Accetti sta emergendo una parte della verità che ti avevo rivelato. Tuttavia questo Fassoni Accetti è soltanto una piccola manovalanza che non può essere determinante per scoprire tutto e liberare Emanuela ed Mirella, che sono vive tuttora. Allora che fare? Veda Pietro… tu devi stimolare i migliori giornalisti italiani come *… *… *… ed similari, presentando a loro tu personalmente i documenti seguenti…
Documento n. 1 – Il 19 agosto 1984 una organizzazione fantomatica manda una lettera dalla città di Ancona all’agenzia Ansa di Milano ed il 23 agosto 1984 agenzia Ansa divulga questa lettera, pubblicata nelle pagine interne in pochi giornali. Questa lettera dei rapitori richiede che per ottenere la liberazione di Emanuela, allora Alì Agca deve essere prima trasferito al carcere Vaticano ed successivamente tra il Vaticano ed il governo del Panama o del Costa Rica deve essere firmato un accordo per trasferire Alì Agca nel Costa Rica o nel Panama in arresti domiciliari.
Documento n. 2 – Senza sapere nulla della lettera dei rapitori ecco il 23 agosto 1984 il presidente del Costa Rica signor Luis Alberto Monge accompagnato dai suoi ministro degli Esteri ministro degli Interni e ministro della Giustizia compaiono davanti la stampa internazionale per dichiarare che “il governo del Costa Rica è disposto ospitare Alì Agca nel suo territorio a condizione che il Papa deve chiederlo personalmente”…
Documento n. 3 – Nel novembre 1984 ambasciata del Costa Rica ha fatto una dichiarazione ufficiale per confermare che “il governo del Costa Rica era disposto ad ospitare Alì Agca nel suo territorio”.
Ascoltami, caro amico Pietro… Questi sono dei dati di fatto immensi ed incredibili, che un bravo giornalista può trovare in pochi giorni negli archivi dell’agenzia Ansa, del quotidiano “Il Messaggero” di Roma etc… İnoltre tu devi ricordare che questa organizzazione ha collocato dei messaggi-lettere-nastri etc… dentro il Vaticano… vicino al Castel Gandolfo residenza estiva del Papa… davanti il parlamento italiano… vicino il Quirinale etc… senza lasciare nessuna traccia… caro Pietro… la tua intelligenza non ti chiede “come fu possibile tutto questo?”
Inoltre da ricordare un dato importante… o “Corriere della Sera” oppure “Il Messaggero” hanno pubblicato nell’anno 1983 una foto ripresa nel marzo 1983 in cui Emanuela ed Mirella si trovano insieme accanto al Papa durante una udienza privata. Allora chi ha portato Emanuela ed Mirella davanti il Papa per una udienza privata per fotografare ed per far pubblicare quella fotografia dopo il rapimento? Anche questo è un dato di fatto immenso ed incredibile.
Veda Pietro… io stimo il tuo coraggio ed energia. Non devi mollare mai. Il castello dell’intrigue sta per crollarsi. Devi insistere con questi documenti storici presso migliori giornalisti italiani. Ti saluto fraternamente. Io sono pronto incontrarti in Istanbul il più presto possibile”.
Come si possa prendere sul serio una tale lettera è un altro mistero, ma non glorioso: è infatti dimostrato in modo inconfutabile che l’“udienza privata” di Wojtyla alla Orlandi e alla Gregori di cui ciancia Agca-cha-cha-cha NON à mai esistita: si tratta di due partecipazioni diverse, in due date diverse, alle periodiche e affollatissime udienze generali, cioè pubbliche, di Wojtyla: come quasi tutte le scolaresche romane, anche quelle rispettivamente di Emanuela e Mirella hanno avuto occasione, in tempi diversi, di partecipare alle udienze di massa del vescovo della loro città, Roma, cioè a dire del Papa. Chi sia il “misterioso” fotografo è noto da sempre, si tratta di quello ufficiale sempre adibito alle udienze papali. E si sa bene che le foto erano le solite foto ricordo esposte ed acquistabili – ieri come oggi – da chiunque, così come avviene non solo per i partecipanti alle udienze generali dei pontefici, ma anche per le foto ricordo dei turisti a bordo di traghetti e navi crociera.
E’ inoltre divertente notare che mentre Agca si premura di ridurre Accetti a “piccola manovalanza”, Accetti fin da quando si è presentato ai magistrati ci ha tenuto a far girare la voce che “Agca era solo una comparsa, manovrata a sua insaputa da un livello molto superiore”. Livello del quale Accetti ovviamente faceva parte…
Come che sia, nonostante Peronaci li voglia trasformare in un unico tandem che pedala sulla stessa “pista”, i due “supertestimoni” ora si trovano in conflitto: ognuno dei due vuole infatti realizzare un film sul mistero Orlandi e le trame delle “fazioni vaticane”. Agca cerca di ingraziarsi Peronaci come procacciatore di sponsor. Accetti puntava su un produttore tedesco, ma le speranze languono sempre di più. Tant’è che Accetti il film pare lo voglia realizzare da solo, lui che oltre a essere un fotografo è anche il regista e il produttore dei propri filmini amatoriali più o meno artistici.
Così stando le cose, l’ultimo mistero in ordine di tempo è come possa Pietro Orlandi credere ad Agca-cha-cha-cha al punto da scrivere su Facebook quanto segue:
“Io non credo affatto alla sua volontà di convertirsi al cristianesimo. E’ importante sapere che in origine AA [iniziali di Alì Agca] era shiita, quindi legato a Khomeini. Solo in un secondo tempo è diventato sunnita (e poi non so fino a che punto) per esser parte dei lupi grigi. Fu addestrato all’inizio dal Terpil della cia, e poi anche dai bulgari. Comunque quando AA dice di essere Gesù questo è in riferimento ad un significato “mussulmano shiita” cioè – riferito alla moschea degli Ommeyyades a Damasco dove si trova appunto uno dei minareti di Gesù. È da la che arriverà sulla terra, dopo che l’imam Madhi (copia di San Giovanni Battista lacui testa è conservata nella moschea) uccide l’anticristo per stabilire la religione di Dio (l’Islam) sulla terra…È facile far passare AA per pazzo o non credibile se non si colgono i simboli islamici di quello che lui dice”.
Che strano! Anche di Accetti, per superarne i troppi buchi narrativi, i fan di Pietro dicono da qualche tempo che fa di tutto per apparire non credibile. Ma allora che razza di “supertestimoni” sono lui e il turco?. Da notare che, anziché fornire almeno uno straccio di prova, hanno fatto a gara per “apparire” non credibili anche gli altri “supertestimoni” di questa sempre più allucinante e allucinata vicenda: Sabrina Minardi, Maurizio Giorgetti, Luigi Gastrini, ecc.
Tra le tante cose strane, c’è da registrare il silenzio di Peronaci, pur debitamente avvertito e documentato dal sottoscritto, su uno scherzetto tentato dall’avvocato del fasullo ”ex 007 Lupo Solitario”, al secolo Luigi Gastrini. Gastrini è il “supertestimone” a suo tempo lanciato proprio dal giornalista del Corriere della Sera. Gastrini si spacciava per titolare di una grande azienda agricola in Brasile e parlava della banca Antonveneta come esistente già nel 1983, quando invece è nata una dozzina di anni dopo: per smascherare l’”ex 007” sarebbe bastata una ricerca di meno di 30 secondi sull’Antonveneta tramite Google o anche una telefonata al consolato del Brasile. Telefonata con la quale si sarebbe appurato che Gastrini di aziende agricole in Brasile non ne aveva neppure l’ombra. Ma non fu fatta nessuna verifica. E così il Corriere della Sera finì con l’accreditare l’”ex 007″ fasullo con queste parole:
“UNA VITA SUL FILO, DAL CASO MORO AI MISTERI VATICANI”.
Una vita passata infine dai “misteri vaticani” alla condanna a 8 mesi di reclusione per le panzane rifilate con grande disinvoltura e prese per buone con disinvoltura ancora più grande. Se Accetti sostiene di essere stato lui a organizzare il “rapimento consenziente” della Orlandi e della Gregori, Gastrini si è accontentato di spacciarsi per “il supervisore” in loco del “sequestro della Orlandi”. Sequestro a dire del “Lupo Solitario” realizzato da agenti segreti di varie nazionalità, italiani e inglesi compresi.
Insomma: l’Emanuela Orlandi Show continua, man mano sempre più misterico, misteriosofico, iniziatico e cabalistico. Oltre che sempre più disseminato di “verità”, “supertestimoni”, ciance di tutti i tipi, festini porno compresi, polpette avvelenate e tentativi di truffa.
Povera Emanuela…. (e povera Mirella).
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