Emanuela Orlandi e lo zio Pietro: lite in famiglia sulle avances di Meneguzzi alla nipote Natalina?

Emanuela Orlandi e lo zio. Pietro: lite in famiglia sulle avances di Meneguzzi alla nipote Natalina denunciate ai carabinieri dal futuro marito?

di Pino Nicotri
Pubblicato il 30 Luglio 2023 - 13:49| Aggiornato il 2 Agosto 2023 OLTRE 6 MESI FA

Emanuela Orlandi e lo zio Pietro: lite in famiglia sulle avances di Meneguzzi alla nipote Natalina?

Emanuela Orlandi, il mistero continua: liti in famiglia? Le rivelazioni sulle insistite avance di zio Mario Meneguzzi, verso la nipote Natalina Orlandi, continuano a tenere banco.
 
Questo nonostante la versione “tranquillizzante” fornita dalla stessa Natalina nella ormai famosa conferenza stampa dello scorso 11 luglio.  Continuano e anzi pare si aggravino gli screzi tra i Meneguzzi e gli Orlandi.  Il figlio Pietro di Mario Meneguzzi nonostante sia una versione minimalista contesta in toto quanto detto da  Natalina: si vede chiaramente dal minuto 18 dell’intervista fattagli dalla giornalista Anna Boiardi di Quarto Grado.
Il tutto mentre Pietro Orlandi, fratello di Natalina e della scomparsa Emanuela, si indigna al solo parlare di zio Mario in termini non totalmente innocentisti e fideisti. 
 
Il problema principale però per tutti questi tre protagonisti è la loro credibilità. Che, alla luce dei FATTI che esponiamo qui di seguito NON appare eccelsa. 
 
Intanto però facciamo una premessa.
Natalina ha detto in conferenza stampa che delle avance dello zio non ha mai parlato a nessuno in famiglia, e che ne ha parlato solo al suo fidanzato Andrea Ferraris un anno dopo. Non c’è quindi nessun bisogno di conferma dell’autenticità del documento dei carabinieri da me diffuso  per capire due cose, molto importanti:
 
– a informare il 30 agosto ’83 i carabinieri delle avance in questione può essere stato solo il fidanzato, come appunto si legge nel citato documento, visto che per esplicita affermazione di Natalina tra gli Orlandi e i Meneguzzi nessuno ne sapeva nulla;
 
– NON ha senso pensare che il fidanzato sia andato dai carabinieri se si fosse trattato solo di avance a base di semplici parole. Per andare dai carabinieri che indagavano non sulla vispa Teresa o Cappuccetto Rosso, ma sulla scomparsa di Emanuela, indagata dalla squadra omicidi,  ci dev’essere stato evidentemente un qualche elemento abbastanza grave da far sospettare che zio Mario Meneguzzi potesse aver avuto a che farci. Si direbbe quindi che non di avance a base di sole parole si sia trattato.
 
– Di questa brutta storia zio Mario/nipote Natalina potrebbe essere trapelato in seguito, cioè dopo l’83, qualcosa in Vaticano. E questo potrebbe spiegare la telefonata del 27 ottobre 1987 di Pierluigi Magnesio a Telefono Giallo: “Se parlo mi ammazzano”. 
 
Veniamo ora alla credibilità di ognuno di questi tre protagonisti odierni, che sull’alibi di Mario Meneguzzi per il pomeriggio sera del giorno della scomparsa di Emanuela si contraddicono in maniera vistosa. Basti dire che la zia Anna Orlandi, che abitava in Vaticano nella stessa casa degli Orlandi, per quella disgraziata serata viene data contemporaneamente presente con i Meneguzzi nella loro casa di villeggiatura montana di Spedino Borgorose, periferia di Torano, a 91 chilometri da Roma, e a casa degli Orlandi in Vaticano intenta a preparare la pizza per la cena. 

NATALINA ORLANDI 

1) – Nella puntata del 5 luglio 2010 di “Chi l’ha visto?” Natalina, alla presenza del Ferraris diventato nel frattempo suo marito, ha affermato  assieme alla conduttrice Federica Sciarelli che nell’83 la stazione ferroviaria Roma S. Pietro non esisteva ancora, mentre invece esisteva dal 29 aprile 1894, cioè da oltre un secolo! E che non era più in funzione la stazione dei treni interna al Vaticano, distante dalla stazione Roma S. Pietro solo 2-300 metri di binari, mentre tale stazione nell’83 anche se meno di prima era ancora utilizzata.
 
Due errori serviti solo ed esclusivamente a non far sapere ai telespettatori che, come avevo scritto più volte, da Monte del Gallo si sente il fischio dei treni di quella stazione e che quindi il cosiddetto “Americano” la sua prima telefonata a casa Orlandi, il 5 luglio 1983,  potrebbe averla fatta proprio da Monte del Gallo. Avvalorando così in qualche modo quanto mi aveva detto una mia fonte, e io avevo pubblicato,  secondo la quale Emanuela è morta a Monte del Gallo la sera stessa della scomparsa.
 
Doppio errore particolarmente inspiegabile anche perché è molto probabile collaborasse già il sostituto commissario della Squadra Mobile Pasquale Viglione, che di quelle due stazioni sapeva tutto: stando a quanto da lui stesso scritto su Facebook, in una pagina che si occupa del mistero Orlandi, l’anno successivo andando in pensione ha firmato con “Chi l’ha visto?” un contratto di collaborazione per 20 puntate.
 
Il poliziotto già ai primi di marzo 2010, cioè quattro mesi PRIMA di quel 5 luglio 2010, si era occupato dello stesso argomento della puntata in questione. E  aveva stilato una meticolosa informativa inviata l’8 marzo alla magistratura dal capo della Squadra Mobile Vittorio Rizzi, che smentisce nettamente “Chi l’ha visto?” e gli ospiti in studio quella serata Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, e suo marito Andrea Ferraris.
 
Dopo avere fatto ascoltare la registrazione della telefonata del cosiddetto “Americano, portavoce dei rapitori”, arrivata a casa Orlandi il 5 luglio ’83, e dopo essersi soffermati in particolare sul fischio di treno che si ode distintamente in sottofondo, la conduttrice Federica Sciarelli e i suoi ospiti parlano di due stazioni ferroviarie distanti tra loro non più di 200 metri – quella di Roma-S. Pietro e quella interna al Vaticano – chiedendosi se il fischio può essere venuto da una delle due. E si rispondono subito negativamente affermando con sicurezza che nell’83 la stazione Roma-S. Pietro non esisteva ancora  e che quella interna al Vaticano non funzionava più da tempo. Invece la prima esisteva già da quasi un secolo (!) e l’altra era ancora in funzione
Natalina ha abitato in Vaticano per più di 20 anni, anche dopo l’83: poteva davvero ignorare che la stazione interna quell’anno funzionava ancora?
 
2) – Infine: è da persona seria  avere sempre taciuto in interviste e apparizioni televisive che lei nel parlamento italiano era la segretaria dell’avvocato Gianluigi Marrone, responsabile dell’Ufficio legale della Camera e contemporaneamente Giudice Unico del Vaticano? Veste, quest’ultima, con la quale Marrone ha risposto più volte “NO!” a rogatorie dei magistrati italiani che indagavano sull’attentato dell’81 del turco Alì Agca contro Papa Wojtyla e sulla scomparsa di Emanuela, che la vulgata dell’epoca voleva rapita per essere scambiata con lo stesso Agca condannato all’ergastolo. 

ANDREA FERRARIS

All’epoca fidanzato e in seguito marito di Natalina.
1) – Ha avvalorato col silenzio i due strani errori marchiani di Natalina e Sciarelli sulle due stazioni ferroviarie citate. Anche se non fosse stato presente nella puntata di “Chi l’ha visto?” del 5 luglio 2010, Ferraris avrebbe avuto il dovere di correggere pubblicamente quanto detto in televisione dall’allora sua fidanzata.
 
2) – Il 15 luglio 2015 ha presentato all’Ordine dei giornalisti un esposto contro di me a base di affermazioni false e insinuazioni diffamatorie la principale delle quali è la seguente: Nicotri, cioè io,  ha avanzato “ipotesi desunte di pura fantasia o completamente destituite da ogni fondamento al fine di avvalorare la sua ipotesi pseudo-deduttiva-informativa: la minorenne [cioè Emanuela] è stata istigata dalla famiglia a prostituirsi e che i familiari stessi nascondessero tale nefandezza”. 
 
Evito di commentare una tale bestiale affermazione. Inventata di sana pianta perché, oltre a non averla io mai neppure solo pensata, NON può essere stata letta in nessuno mio scritto né sentita in nessuna mia intervista. 

PIETRO ORLANDI

L’elenco potrebbe essere sterminato, ma ci limitiamo ai FATTI principali.
1) – A suo tempo Pietro ha dichiarato che suor Dolores, la direttrice della pontificia scuola di musica Ludovico Da Victoria frequentata da Emanuela e sita nel palazzo di S. Apollinare,  aveva ordinato a tutti gli studenti di non frequentare la contigua basilica di S. Apollinare perché riteneva “pericoloso” il suo rettore, don Piero Vergari. Pietro della diffidenza di suor Dolores verso don Vergari ha dichiarato di essere stato messo al corrente da alcune amiche di Emanuela che frequentavano anche loro la scuola di musica. Amiche delle quali non ha mai fatto il nome così come non ha mai fatto il nome delle amiche che a suo dire gli hanno detto che Enrico De Pedis, l’asserito grande capo della banda della Magliana, frequentava la scuola di musica perché amico sia di suor Dolores che dell’onorevole Oscar Luigi Scalfaro, futuro ministro dell’Interno e presidente della Repubblica, la cui segreteria particolare era adiacente ai locali della scuola di musica.
 
La “rivelazione” sul divieto di entrare nella basilica è comunque platealmente contraddetta da un rapporto dei carabinieri citato dall’Ansa il 6 agosto 1983. Nel rapporto si legge che Emanuela aveva cantato nel coro per l’anniversario della morte del cardinale Pericle Felici, titolare di quella basilica.
 
Ma a contraddire clamorosamente e in modo tombale la “rivelazione” di Pietro è lo stesso Pietro in una sua intervista al Corriere della Sera del 19 maggio 2012. Emanuela dopo avere telefonata a casa per dire che aveva avuto una molto ben pagata proposta di distribuire volantini pubblicitari della ditta di cosmetici della Avon e dopo avere tentato inutilmente di salire sull’autobus della linea 70, pare abbia riattraversato la strada: e Pietro ha dichiarato che potrebbe essere tornata indietro per andare a ritirare proprio nella basilica un pacco di volantini della Avon. E tralasciamo la stranezza di volantini pubblicità di cosmetici da ritirare in una basilica….
 
2) – Pietro si offende e accusa di diffamare Emanuela se si insinua che le sarebbe piaciuto entrare nel mondo dello spettacolo, come ho scritto in un recente articolo. Per Pietro evidentemente per una donna far parte del mondo dello spettacolo è un cosa equivoca, disonorevole, disonesta, dimenticando che nel mondo dello spettacolo lavorano migliaia di uomini e donne rispettabili. E  dimenticando in particolare che:
 
– le sue figlie Salomé, chitarra e voce, Rebecca Orlandi, chitarra basso e voce, ed Elettra, batteria e voce, hanno fondato il complesso musicale The Coraline, col quale si esibivano a Roma nel pub Il Gerbillo Furioso, in via Germanico, e al Trafic Club, sulla via Prenestina, hanno recitato un monologo a testa nei provini a “Ciak si Roma – Il Gioco del Lotto”, provino fatto nel 2014 anche da un’altra giovane Orlandi, Federica, forse nipote di Pietro, e che si conclude con un esasperato “’Fanculo!”.
Le tre Coraline hanno vinto la prima edizione del Fiat Music del 2016 e il 7 dicembre 2017 si sono esibite nel programma Roxy Bar al teatro Ariston di Sanremo . Le tre figlie e la nipote di Pietro Orlandi fanno o hanno cioè fatto parte a pieno titolo del mondo dello spettacolo; 
 
– e lui stesso il 29 settembre 2016 le ha portate a esibirsi nel programma televisivo di successo X Factor. 
 
3) – Pietro dal 2012 su Facebook si inventa che nei miei libro ho scritto “che Emanuela e le sue sorelle erano delle geishe al servizio di preti in Vaticano con il consenso della famiglia” 
 
CONCLUSIONE. Credo possa bastare perché i lettori siano in grado di farsi un’idea ragionata della credibilità di questi tre personaggi.