MILANO – Mistero Emanuela Orlandi ora anche in film, titolo “La verità sta in cielo”, protagonista maschile Riccardo Scamarcio, regista Roberto Faenza, produttore la Jean Vigo Italia di Elda Ferri. Il progetto ha un mini mistero incorporato nel trentennale mistero: quello di una, poi smentita, ricerca urgente di ragazze in età compresa fra i 25 e i 35 anni, di bellissima presenza e disposte a interpretare, anzi “simulare”, scene d’amore “molto ardite” con attori del cast.
C’è anche un altro mistero, più di sostanza: perché partire dal protagonista maschile, si presume Scamarcio, in un film che dovrebbe avere come protagonista una ragazza di 15 anni?
Ecco il testo completo dell’annuncio di Cinecasting Scarduffa su Facebook:
“Per il nuovo film di Roberto Faenza dal titolo “La verità sta in cielo” con Riccardo Scamarcio, si cercano urgentemente su Roma ragazze di età compresa 25/35 di bellissima presenza disposte a simulare scene d’amore molto ardite con attori del cast in alcune scene. Il film racconta la storia di Emanuela Orlandi”.
Il 18 ottobre 2015, sul sito della Velvet Cinema, l’annuncio è stato riprodotto con questo
“UPDATE: IL SEGUENTE ANNUNCIO NON E’ VALIDO, la Cinecasting di Roberto Scarduffa e Fiorella Rosatelli si scusa per l’errore ma “vista la mole di lavoro – scrive – che abbiamo in questo momento, abbiamo pubblicato erroneamente il post, non destinato al film di Roberto Faenza“.
Segue un articolo con l’annuncio del film e del casting, i nomi di due attrici già scelte, Valentina Lodovini e Maya Sansa, e un’idea di dove il Governo mette i nostri soldi. Il film
“è fra i titoli ammessi al contributo del Mibact, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo”.
Titolo del film? “La verità sta in cielo”. Titolo accattivante, un colpo di genio pubblicitario e di marketing creato parafrasando le parole di Papa Francesco a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi: “Se Emanuela è in cielo, preghiamo per lei”. Parole che in seguito Pietro Orlandi ha voluto modificare giurando che in realtà fossero “Emanuela è in cielo” senza il se…
Regista del film un nome di peso come Roberto Faenza. Protagonista un attore famoso e di successo come Riccardo Scamarcio. Film realizzato in due puntate perché fatto su misura per il pubblico televisivo.
Erano anni che Faenza pensava a un film sul mistero di Emanuela Orlandi. Il 12 giugno 2012 il regista e il produttore Pietro Valsecchi ne diedero una breve anticipazione pubblica per cercare di arginare il crollo della pista Magliana/De Pedis:
“Dopo anni di ricerche è venuto il momento per il cinema di dare un contributo per fare luce su uno dei misteri più sconcertanti. Ora si dirà che la pista della tomba [di De Pedis] non ha portato a nulla e si cercherà di convincere l’ opinione pubblica che il caso è chiuso. La verità è che c’ è chi sa, ma tace. Ha ragione il fratello della Orlandi, Pietro, a insistere perché chi sa parli”.
Il 3 giugno dello stesso anno Faenza mi disse che la sceneggiatura l’aveva pronta da molti anni. E il giorno dopo mi specificò:
“il film al quale sto lavorando non è a tesi, è costruito un po’ come Rashomon, dove le varie ipotesi sul caso Orlandi vengono esaminate tutte”.
Buon per Faenza che in seguito sia stato occupato nelle riprese di un film girato a Praga perché così ha avuto tempo e modo di modificare il copione visto che l’anno successivo, 2013, ha fatto irruzione nella scena il “reo confesso” Marco Fassoni Accetti. Protagonista inatteso, Marco Fassoni Accetti ha impresso alla mitologia del caso Orlandi la terza “svolta”: dal sequestro “politico” a quello malavitoso e infine ecco l’impantanarsi anche nella “lotta tra fazioni vaticane” rifilata dal nuovo “reo confesso” ai magistrati e ai non molti mass media che gli hanno dato retta.
Scamarcio ha interpretato la parte del Nero, cioè del famoso neofascista Massimo Carminati, nel film Romanzo criminale, tratto nel 2005 dall’omonimo romanzo di enorme successo del magistrato Giancarlo De Cataldo, a sua volta ispirato al tentativo, fallito nel sangue, della Banda della Magliana di dominare la malavita romana imitando la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo che a Napoli aveva sgominato la vecchia camorra ed egemonizzato le lucrose attività malavitose.
La presenza di Scamarcio fa pensare quindi che Faenza per il suo film punti molto sulla pista della cosiddetta banda della Magliana, e di conseguenza e inevitabilmente anche sulla figura del cosiddetto suo boss Enrico De Pedis. Pista naufragata nel ridicolo dopo un tormentone ormai decennale lanciato da “Chi l’ha visto?” nel settembre 2015, guarda caso alla vigilia della spasmodica attesa del film Romanzo criminale, ma tuttora fortemente voluta dalla Rai – probabile candidata ad accaparrarsi il film di Faenza – che con il programma “Chi l’ha visto?” ha alimentato con una grandinata di puntate la pressione perché non venga accolta la richiesta firmata il 5 maggio scorso dalla Procura di archiviare il caso e prosciogliere gli indiziati, tre dei quali si vuole appunto abbiano fatto più o meno parte del giro della Magliana.
Come l’anticipazione del 2012 era un soccorso a favore soprattutto di “Chi l’ha visto?”, che rischiava di venire travolto dal crollo della pista De Pedis, la notizia “bomba” di oggi ha l’aria di un altro soccorso, sempre a favore del partito che vuole De Pedis colpevole a tutti i costi, ignorando che sentenze giudiziarie sanciscono sia che non ha mai fatto parte della banda della Magliana e sia che i suoi attuali accusatori sono stati ritenuti inattendibili già una ventina d’anni fa.
Ho fatto notare al regista il rischio di apparire schierato su tesi dai tratti anche grotteschi e se non fosse più prudente aspettare se il giudice Giovanni Giorgianni archivierà o no l’inchiesta e se proscioglierà tutti o no. Si tratta di aspettare ancora qualche giorno o al massimo sino alla fine dell’anno. Ma Faenza mi ha ribattuto:
“Le ripeto che il mio è un film inchiesta che racconta tutte le ipotesi, inclusa quella di Accetti”.
Vedremo. Ma continuare a tirare in ballo ipotesi che non stanno né in cielo né in terra e che sono tenute in piedi solo da “rivelazioni” dimostratesi una più fasulla dell’altra è un po’ come voler girare un film sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro insistendo a sostenere, tra le altre, l’ipotesi che sia stata tutta opera del “cattivo maestro” Toni Negri in combutta con Oreste Scalzone, Franco Piperno, Pino Nicotri, ecc., arrestati il 7 aprile 1979 con quelle pazzesche e ridicole accuse e usciti ampiamente prosciolti già in istruttoria.
Ecco come il sito di Velvet Cinema ha dato l’annuncio del film e della ricerca di comparse da parte di Cinecasting Scarduffa. Da notare che il produttore non è più il Pietro Valsecchi della fiera dichiarazione del 2012:
“Riccardo Scamarcio non si ferma [……] e si prepara a girare un nuovo film. Ovvero La verità sta in cielo, diretto da Roberto Faenza e prodotto dalla Jean Vigo Italia di Elda Ferri; è fra i titoli ammessi al contributo del Mibact, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Ebbene, la Cinecasting di Roberto Scarduffa e Fiorella Rosatelli annuncia tramite i social network che è in corso su Roma la ricerca – urgente – di ragazze che abbiano un’età compresa fra i 25 e i 35 anni, siano di bellissima presenza e disposte a interpretare “scene d’amore molto ardite con attori del cast“.
Il film, si legge inoltre nell’annuncio,
“racconta la storia di Emanuela Orlandi“. [……]
Torinese, classe 1943, Faenza gira da sempre pellicole impegnate e di denuncia, ispirate a fatti realmente accaduti e verità scomode.
[……]”
Fatto il botto, ecco una – par di capire – parziale retromarcia di Velvet Cinema almeno per quanto riguarda la ricerca urgente delle “ragazze di bellissima presenza” e “disposte a interpretare scene d’amore molto ardite”. Ragazze che devono essere tutte “tra i 25 e i 35 anni”. Età peraltro in cui più che ragazze si dovrebbe essere già donne, ma tralasciamo:
“La Cinecasting di Roberto Scarduffa e Fiorella Rosatelli si scusa per l’errore ma “vista la mole di lavoro che abbiamo in questo momento, abbiamo pubblicato erroneamente il post, non destinato al film di Roberto Faenza“.
Strano però che Roberto Faenza non abbia smentito nulla, in particolare il nome di Scamarcio..