Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro punta a entrare in politica? Lo vuole fare sulla strada di Beppe Grillo puntando a una base di partenza di un milione di seguaci? Parrebbe di sì, stando a quanto ha scritto venerdì scorso sulla pagina Facebook da lui creata un anno fa per raccogliere firme alla petizione al papa perché il Vaticano renda finalmente noto ciò che sa sulla sorte di sua sorella Emanuela. Emanuela Orlandi scomparve, come è noto, il 22 giugno 1983. Questo il post di Pietro Orlandi:
“Amici miei, dopo 29 dal rapimento di Emanuela, dopo i tanti silenzi e omertà dello Stato Vaticano, sostenuto nel tempo dallo Stato italiano, in molti , sono convinto, sperano in un’archiviazione dell’inchiesta. Credo sia giunta veramente l’ora di un segnale forte di cambiamento, implorato e sperato per troppo tempo. Se quel segnale non vogliono darlo loro, allora spetta a noi.
“Credo che l’adesione a questa petizione abbia un’importanza fondamentale, è un piccolo gesto che può cambiare le cose, per Emanuela, per la dignità di questo Paese, per la credibilità di questa Chiesa e per tutta quella Gente stanca di vivere in un mondo dove il sacrosanto diritto alla Giustizia è ancora un’utopia.
“Per questo dobbiamo porci un obiettivo che può sembrare folle ma folle non è, arrivare ad un numero enorme di adesioni, 1.000.000, è un numero che può far paura, ma non a noi.
“Io ho un sogno, cambiare le cose, sradicare quel sistema Stato,Chiesa, Mafia e Massoneria che non solo ha occultato la verità sulla scomparsa di Emanuela ma che opprime e gestisce le nostre vite da troppo tempo e tornare ad essere persone libere in una società civile. 1.000.000 di adesioni avrebbero un impatto enorme, comincerebbero veramente a far paura, la risposta forte della Gente a quel “ma chi è la gente”.
“E’ un obiettivo che mi emoziona e mi da una grande carica, insieme possiamo farcela. Se è vero che il web è un grande mezzo di comunicazione….cominciamo…. incendiamo il web”.
Obiettivi chiaramente di difficile realizzazione, visto che “sdradicare quel sistema” di cui parla Pietro Orlandi, compresa la malagiustizia, non è riuscito a governi, partiti e movimenti di ben altra forza. Obiettivi quindi che, per quanto forse velleitari, in ogni caso presuppongo necessariamente una organizzazione di tipo politico. Magari anche con qualche seggio in parlamento.
Una ipotesi della quale si parla fin da quando Walter Veltroni ha deciso di appoggiare le accuse di Pietro Orlandi contro Enrico “Renatino” De Pedis, il supposto boss della banda della Magliana, e far sua la campagna contro la presenza della salma di “Renatino” nella basilica di S. Apollinare.
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