Giugno: tempo di piste clamorose, ma fasulle. Dopo quella di Londra, è ora il turno della pista di Boston. La prima è esplosa il 17 giugno dell’anno scorso, per estinguersi nel giro di un paio di mesi. La seconda ha fatto il botto il 4 e il 5 di questo mese di giugno 2012 e non sembra destinata a miglior fine: tira infatti in ballo il nutrito giro dei “preti pedofili di Boston”, capitanati dal discusso cardinale Bernard Law, per gli appetiti sessuali dei quali sarebbe stata rapita a suo tempo anche Emanuela Orlandi, nome che ormai non ha più bisogno di presentazioni per capire di cosa si stia parlando. Questa volta però la magistratura pare voglia capire il perché del susseguirsi di piste clamorose, ma fuorvianti e avrebbe in programma una serie di colloqui con “persone informate dei fatti”.
La “pista di Londra” faceva perno su un buontempone, Luigi Gastrini, che diceva di essere un ex agente, nome in codice “Lupo”, del nostro servizio segreto militare SISMI, e che per questa sua debolezza è stato rinviato a giudizio dalla Procura della Repubblica di Bolzano.
La “pista di Boston” fa perno sulle molto immaginifiche convinzioni di un ex maresciallo dei carabinieri di S. Giorgio a Cremano, Antonio Goglia, cortesemente rifiutate sia da me a partire dal 12 aprile che da Fiore De Rienzo, di “Chi l’ha visto?”, domenica 27 maggio. Inoltre tira in ballo in modo oltraggioso un ex agente di nostri servizi segreti, Giulio Gangi, che per le follie dette in passato ci ha già rimesso la salute. Infatti, nella ricetta per confezionare un nuovo tormentone estivo sul caso Orlandi, un agente segreto non può mancare. Vero o fasullo, la sua presenza è come il prezzemolo o, meglio, come la classica ciliegina sulla torta. Che purtroppo però è ormai sempre più avariata.
Come intermezzo, due mesi fa è stata tentata la “pista del Liechtenstein”. Nonostante puntasse il dito addirittura contro un principe regnante, Hans Adam, non ha però funzionato: non c’era infatti neppure uno 007, né in servizio né in pensione…
Vediamo ora come è nato – e come si concluderà – l’ultimo “scoop”, quello di Boston.
Lo scorso 12 aprile ho ricevuto il seguente messaggio privato via Facebook, che a scanso di equivoci riporto alla lettera, errori di battitura compresi: ” Le invio questo mio studio, sarei felice di avere la Sua opinione. Vorrei anche chiederLe se Lei è in grado di far realizzare una perizia fonica. Con Stima Antonio Goglia”.
Lo studio propostomi da Goglia era il seguente: “Oggetto: relazione circa la telefonata dell’ americano del 5/7/1983- conclusioni circa l’identità dello stesso americano o del suo mandante.
“Quando Emanuela fu rapita avevo quattordici anni, ricordo l’estate afosa e l’ansia per la sorte di questa giovinetta che, ogni sera, speravamo fosse restituita ai suoi genitori.
“Vengo subito al dunque e sarò molto breve, mi chiamo Antonio Goglia e sono nato il 31/8/1969, mi sono laureato in Scienze Politiche, ho avuto l’onore di servire nell’Arma dei Carabinieri ed attualmente sono un impiegato del Comune di Napoli.
La vicenda in parola mi ha sempre appassionato ed addolorato, non ho mai perso una puntata di un programma televisivo dove si discutessero sviluppi della vicenda ed adesso che credo di aver capito tutto mi sembrano tutte grosse sciocchezze.
Tutte, tranne la sostanziale solidarietà massonica del clero romano.
Non l’annoierò oltre:alcuni anni fa la trasmissione “Chi l’ha visto” fece risentire la prima telefonata dell’americano e chiese la collaborazione dei telespettatori per la decifrazione del senso di alcuni numeri che l’americano si lasciò sfuggire.
1) Secondo la mia tesi quei numeri corrispondono a quelli del treno che all’epoca da Roma Termini proseguiva per Livorno e Pisa (linea adriatica) fermandosi anche alla stazione di Roma San Pietro (pressi di salita Monte del Gallo) e svolgendo, quindi un servizio di proto- metropolitana comodo ed utile.
2) l’opinione pubblica e gli inquirenti decisero di chiamare americano l’uomo al telefono proprio perché si esprimeva con accento appunto sassone e parlava ad altri nord americani, probabilmente. L’opinione pubblica fu inoltre quasi completamente concorde nel ritenere che l’uomo al telefono fosse non solo americano, ma anche un sacerdote, un prelato, un religioso vicino agli ambienti vaticani.
3) Si, ma chi sono i sacerdoti americani a Roma? Beh, nella capitale ha sede l’American Church of Rome, espressione dei Padri Paolisti (U.S. Episcopal Priests) che ha sede nella Basilica di Santa Susanna a Termini nei pressi dell’omonima stazione collegata a quella di S. Pietro proprio da un treno, successivamente detto Frecciabianca, contrassegnato dal numero 9768, quello citato dal telefonista americano nella telefonata del 5/7/1983”.
Fatte le opportune verifiche, e concluso che si trattava di una tesi come tante, priva però di riscontri, per non buttar via niente il 19 maggio ho comunque pubblicato senza commento alcuno lo “studio” di Goglia nel forum del mio blog pinonicotri.it, trascurando di farne un articolo per Blitz: valeva un appunto in un blog, non un articolo elaborato.
L’unico dato interessante è l’accenno alla stazione di Roma S. Pietro e alla Salita Monte del Gallo, via nei pressi del Vaticano, ma la cosa per me non faceva notizia, avendo io fatto riferimento a quella strada romana varie volte, a partire dal mio libro del 2008. Quindi non si trattava di una novità.
Nel libro infatti riporto una confidenza fattami da una mia fonte vaticana secondo la quale due agenti del Sisde avevano detto alla mia stessa fonte che “Emanuela è morta in Salita Monte del Gallo la sera stessa della scomparsa”. Per correttezza ho anche aggiunto: “Non so se i due agenti del Sisde abbiano raccontato alla mia fonte una cosa vera o no, però sono sicuro che la mia fonte mi ha raccontato ciò che effettivamente le era stato detto da due agenti del Sisde”. Nel libro avevo inoltre fatto rilevare che la presenza, vicino Salita Monte del Gallo, della stazione ferroviaria Roma S. Pietro poteva spiegare il fischio di treno che si sente in una telefonata del cosiddetto “Americano”, lo sconosciuto che si spacciava per portavoce dei “rapitori” di Emanuela.
In altre parole, ipotizzavo che, se davvero Emanuela era morta a casa di qualcuno in Salita Monte del Gallo, questo qualcuno potrebbe anche essersi spacciato per l'”Americano”. La cosa più strana e incomprensibile è che gli Orlandi, anziché correre dal magistrato per cercare di farmi dire di più, abbiano fatto finta di nulla. A tutt’oggi, nonostante le polemiche, Monte del Gallo non lo nominano mai, quasi fosse un tabù.
Incoraggiato dalla pubblicazione, ripresa da altri siti Internet, che l’hanno rilanciata come contributo inviato dall’ex maresciallo dei carabinieri al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, e galvanizzato dall’arrivo del libro di don Gabriele Amorth, che ipotizza la morte di Emanuela nel corso di riti satanici e festini sessuali “per diplomatici”, Goglia il 22 maggio dopo avermi ringraziato mi ha inviato un nuovo messaggio, che riporto integralmente, errori di battitura compresi:
“Le invio alcune riflessioni. Stai a vedere che l’esorcista sta facendo il suo mestiere? Chi gli ha chiesto niente?! Eppure sta parlando di festini, di pedofili, di coinvolgimento di un’ambasciata presso la Santa Sede! Sta parlando di cose di cui è a conoscenza! Ma che aspettiamo a fargli dire il resto! Amorth parla di un’ambasciata presso la Santa Sede, non è per caso quella americana?
“Il Cardinale LAW, nato in Messico e cresciuto in vari avamposti dei Caraibi e dell’America Latina, ha considerato una carriera diplomatica prima di scegliere il sacerdozio. Parla correntemente lo spagnolo. Come cardinale, ha viaggiato in tutto il mondo da Puerto Rico alla Polonia, nel novembre 1986, si recò in una prigione del Nicaragua per consolare Eugene Hasenfus, il pilota americano arrestato per contrabbando di armi ai Contras.
“Il Cardinale LAW si è circondato di una cerchia di specialisti di politica estera. Il suo segretario particolare, mons. Timothy Moran, ha precedentemente prestato servizio nel corpo diplomatico vaticano in India e Germania, mentre mons. William Murphy ha lasciato il suo lavoro come sottosegretario vaticano per la pace e la giustizia nel 1987 per diventare segretario di LAW per le relazioni comunitarie.
“Insomma LAW è un diplomatico piuttosto che un prelato.
“Un’ ultima cosa, con riferimento alla sepoltura di De Pedis ed al favore fatto al Cardinale Poletti, il De Pedis trattò la sua tumulazione in Sant’Apollinare, ma che assicurazione aveva che il patto sarebbe stato osservato? Una volta morto il De Pedis, Poletti avrebbe potuto infischiarsene e non tenere fede alla promessa! Ci deve essere stato un esecutore testamentario, qualcuno che ha rammentato al Cardinale Poletti i suoi obblighi! La moglie di De Pedis oppure il nostro Pietro Vergari la cui lettera inviata al Vicario di Roma potrebbe considerarsi una sorta di messa in mora.
“Pongo necessariamente l’accento sull’età dei protagonisti…facciamo presto..siamo vicini alla verità, ma se costoro crepano non sapremo mai più nulla!
“Presto, facciamo parlare Amorth”.
Nel corso di alcune telefonate Goglia ha voluto convincermi dell’esistenza di collegamenti tra la diocesi di Boston, sede di un grande scandalo per preti pedofili, e una o più lettere spedite da Boston a un giornalista romano poco dopo la scomparsa di Emanuela contenenti insinuazioni, illazioni e affermazioni sul perché della scomparsa. Ho detto a Goglia che già 10 anni fa l’ex colonnello Guenter Bohnsack della STASI, la polizia segreta della fu Germania Est, mi aveva spiegato che (e ancora una volta sono costretto a citarmi, perché l’ho scritto già nel mio libro del 2002), le lettere da Boston, i “komunikati” firmati Fronte Turkesch e altro ancora, comprese missive timbrate o firmate Phoenix e telefonate a nome Phoenix era tutto frutto dell’opera di depistaggio fabbricata nel X Dipartimento da lui diretto.
“Da quando il papa Wojtyla ebbe l’infelice idea di parlare per primo di rapimento, ci siamo divertiti a inventare un po’ di tutto per intorbidire le cose”, mi spiegò Bohnsack, il cui nome avevo trovato nella sentenza istruttoria del magistrato Rosario Priore sugli eventuali complici di Alì Agca nell’attentato a papa Wojtyla dell’81. Nella sentenza di Priore mi aveva incuriosito il fatto che Bohnsack avesse falsificato la firma di una lettera a nome dell’allora potente uomo politico bavarese Joseph Strauss e indirizzata al colonello turco Arsaplan Turkesh: nella lettera, fatta arrivare ai giornali delle Germania Ovest per screditarlo, il cattolico Strauss si mostrava al corrente in anticipo dei piani di Agca per attentare alla vita del Papa.
E ancor più mi veva incuriosito il nome del destinatatrio della falsa missiva: Turkesh. Proprio il Turkesh dal quale prendeva il nome il Fronte Anticristiano Turkesh dei vari “komunikati”, in italiano sgangherato, fatti arrivare man mano da Bohnsack alla stampa italiana. Era ancora l’epoca della Guerra Fredda e all’Urss faceva comodo mettere in imbarazzo in tutti i modi il Vaticano e papa Wojtyla che alimentava con forza la protesta anticomunista nella natia Polonia. Protesta che, allargandosi a macchia d’olio anche negli altri Paesi dell’Est, ha infine contribuito al crollo dell’Unione Sovietica. Se non ricordo male, i “komunikati” e le varie lettere nascevano a Berlino Est in Charlottenstrasse, in una villino nel cui giardino tedeschi e sovietici usavano a volte arrostire allo spiedo un intero maiale.
Sempre più innamorato della propria pista, Goglia domenica 27 maggio ha partecipato a Roma alla “Marcia per la Verità e la Giustizia”, dal Campidoglio a piazza S. Pietro, organizzata da Pietro Orlandi con il supporto di Walter Veltroni e il sindaco di Roma Gianni Alemanno Nel corso della marcia l’ex maresciallo ha esposto le sue teorie prima al giornalista di “Chi l’ha visto?” Fiore De Rienzo, che ha fatto spallucce, poi al giornalista Fabrizio Peronaci del Corriere della Sera. Che se n’è invece subito innamorato promettendo di interessare il Boston Globe e la CNN.
Ecco cosa mi ha scritto Goglia, dopo avermi specificato che alla marcia avevano partecipato in totale 300 persone circa: “De Rienzo mi ha completamente sottovalutato. Non che questo mi disturbi stiamo parlando di un caso in cui sono intervenute molte voci e, giustamente, molte opinioni. De Rienzo è amico , se ho capito bene, di Pietro Orlandi, ne avranno sentite tante di storie che non portano da nessuna parte… lo capisco, ma non mi ha dato chance. Mi ha risposto, giustamente, che la mia era solo una delle tante teorie, ma almeno mi sarei aspettato una valutazione. Ho finito per mettere da parte la mia tesi, pur avendo scritto all’ ENAV, all’ Alitalia ed all’ American Airlines per cercare di visionare le liste di imbarco di quei giorni, ma sono un privato ed a malincuore ho messo da parte la cosa. Alla manifestazione ho incrociato per un caso fortuito il Dott. Peronaci che, devo riconoscergli il merito, ha avuto la pazienza di ascoltarmi. De Rienzo difende a spada tratta le sue idee probabilmente senza capire che in questa storia ci sono circa cinque livelli di cui la Magliana è il più basso….
“Non Le dico altro perchè mi sembra di tradire la fiducia che mi è stata accordata, pur senza riconoscimento alcuno. Però ci tengo a dirLe che la pedofilia è solo una circostanza, un fattore aggregante di una comunità. La prego di non prendermi per sibillino o esaltato, ma la pedofilia ripeto è solo circostanza, l’affaire è molto più grande e la soluzione, ad ogni modo, è stata ingiustamente, ostinatamente cercata ad Est, quando faceva troppo comodo cercarla e addebitarla a quell’area.
Grazie veramente per la sua attenzione, sto per scrivere e disegnare il diagramma che, secondo me chiarisce in modo definitivo i fatti storici e politici. Non lo so se avremo indietro Emanuela e Mirella, ma le hanno prese loro, ci siamo capiti”.
Peronaci ha dedicato al collegamento tra Emanuela Orlandi e i preti pedofili di Boston due articoli, trascurando però i riferimenti all’indirizzo di Salita Monte del Gallo, forse troppo casereccio rispetto a una pista così esotica.
Ma ecco il diagramma promesso dal volenteroso ex maresciallo: “Ho qualche difficoltà con il diagramma, ma Le espongo i fatti: negli anni 70 si concretizza il desiderio degli USA di appropiarsi del potere vaticano che è potere spirituale si, ma con grandi influenze su quello temporale. Non divago… durante il papato di Paolo VI dall’american church pervengono pressioni per la concessione nei confronti degli episcopal priests della pastoral provision. Montini si oppone, ma oramai è agli sgoccioli. Il conclave va male, viene eletto Albino Luciani, ultraconservatore. Gli esponenti dell’american church, ovviamente supportati dalla CIA, mediante gli infiltrati dell’opus dei (sono un tutt’uno) ammazzano Luciani. Il nuovo conclave va nuovamente male, ma se non altro il nuovo papa acconsente alla pastoral provision e ponendo la sua realizzazione in capo ad uno degli uomini più forti della CIA: il vescovo BF LAW.
“Costui dà inizio all’ invasione mediante il sistema ENCOURAGEPRIESTS, mediante il quale centinaia di episcopal divengono cattolici. Non è ancora abbastanza.. qualcuno dimentica che l’opus dei…attiva negli USA già dagli anni 30…in vaticano non è riconosciuta…deve esserlo! Woytila tentenna..la CIA travestita da american church ingaggia tramite ACD (arab american anti discrimination committee) alcuni turchi tra cui AGCA. A costui è data la possibilità di accedere al Vaticano ed alla prossimità del papa come dimostra la foto di O.P. in S.Tommaso d’ Aquino. Una briciola di pane che la Storia (quella con la S maiuscola, quella Magistra Vitae, quella di Elsa Morante) ci lascia sul sentiero per ritrovare la verità. Il turco (questa volta non napoletano, ma americano) spara al papa polacco certo di ucciderlo e di farla franca in quanto gli hanno promesso che il nuovo papa concederà la grazia e starà in galera solo pochi giorni. Al contrario Woytjla si salva e AGCA è incarcerato… questo non piace a ADC e nemmeno alla CIA, che ha paura che il turco parli (andranno a rammentargli il suo dovere per ben due volte durante la prigionia). Per forzare la mano del papa a liberare il killer, rapiscono, utilizzando i conniventi italiani (Poletti) ed i metodi di NAMBLA (estesa su tuttto l’emisfero occidentale e che rappresenta la vera religione dell’ American Church), la Gregori, che non colpisce nessuno, e poi la Orlandi.
“Concludo dicendo che appronterò comunque il diagramma di cui questa spiegazione rappresenta la sostanza e che la CIA travestita da American church, nei panni di BF LAW, conosce la verità sull’ omicidio di Pecorelli, di Luciani, sul tentato omicidio di Woytila, sull’omicidio della Gregori e forse della Orlandi. L’est europeo di questa storia dunque non è respondsabile, ma agli autori ha fatto gioco la situazione internazionale. Lei che è persona intelligente non dimentichi che siamo nel 1983.
“Non ho altro. Tutto ciò è dimostrabile. Attendo comunque un suo commento sulla validità della tesi secondo me più che fondata. Se vuole possiamo pubblicarla insieme. Scusi, avevo dimenticato di specificare una cosa: la C.I.A., nel suo essere assolutamente impesonale , a volte mostra il suo volto. In questo caso non v’è dubbio che sia quello del vescovo, allora, adesso cardinale Law…candidato ed indicato come primo mericano (sono di Napoli) al soglio pontificio. Ma se lo immagina?! Mi dica la prego le sue impressioni”.
Impressioni che non ho mancato di esporre: “È tutto molto interessante, ma difficile da dimostrare. Che io sappia, le lettere da Boston, come da altre località e i komunikati firmati Turkesh sono tutti falsi fabbricati dalla Stasi di Berlino Est. Comunque vedrò di tener presente ciò che scrive”.
Come andrà a finire? Difficile dirlo, anche se il povero Giulio Gangi, tirato in ballo dagli articoli del Corriere della Sera come uomo del Sisde addetto ai “rifornimenti” di giovane carne umana per saziare la fame degli orchi bostoniani, minaccia fuoco e fiamme.
Come dicevo sopra, ogni anno, di giugno, emerge una nuova pista. Il 17 giugno dell’anno scorso, mentre a Tele Roma Uno Pietro Orlandi e Peronaci presentavano il loro libro “Mia sorella Emanuela”, il falso “ex agente segreto del Sismi, nome in codice Lupo”, alias Luigi Gastrini, ha telefonato in diretta per annunciare a Pietro che “Emanuela è viva e sta a Londra”. Con la stessa telefonata in diretta il sedicente 007 ha anche avvertito Pietro che scavando avrebbe avuto la sgradita sorpresa di scoprire che suo padre aveva maneggi illeciti di danaro “con l’Istituto Antonveneto”. Peccato che la banca Antonveneta sia nata ben 19 anni dopo il 1983 al quale faceva riferimento il Lupo.
Per scoprire che chi telefonava stava solo raccontando balle bastava un banale controllo su Google, roba da meno di 30 secondi. Invece Pietro Orlandi infatti è partito con tanto di battage e troupe televisiva per Londra e sul Corriere di domenica 19 giugno trovava posto una intervista al Lupo in terza pagina,seguita in tempi successivi da altri articoli nele pagine della cronaca romana.
L’importante è che, una volta che la pista di Londra si è rivelata inconsistente, sia stata abbandonata. Sarà il destino di questa nuova di Boston?