Emanuela Orlandi, sue ossa al Teutonico? Pino Nicotri: “Aspettatevi rivelazioni col botto”

di Pino Nicotri
Pubblicato il 8 Novembre 2020 - 07:37| Aggiornato il 10 Novembre 2020 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi (nella foto), sue ossa al Teutonico? Pino Nicotri: "Aspettatevi rivelazioni col botto"

Emanuela Orlandi (nella foto), sue ossa al Teutonico? Pino Nicotri: “Aspettatevi rivelazioni col botto”

Novità di enorme e inaudito clamore in vista. Decisive per la risoluzione del mistero Emanuela Orlandi? Non credo. Certo è in arrivo un bel ciclone che ci farà stare col fiato sospeso per un bel po’. Per poi dissolversi come ogni ciclone.

Tra le ossa del Campo Santo Teutonico vaticano ce ne sono alcune la cui inumazione è contemporanea con la scomparsa di Emanuela Orlandi. Tra questo e dire che quindi potrebbero essere davvero quelle della ragazzina vaticana scomparsa il 22 giugno dell’ormai lontano 1983 il passo sarà breve. Ve lo anticipo già. Ci metto la testa che sono tutte fandonie.

Ma è possibile. Se non probabile. Molto probabile. Che, prima della conferma scientifica e inoppugnabile che quelle ossa non sono di Emanuela Orlandi, avremo mesi di colpi di scena. E rivelazioni, sit in e tutto l’armamentario cui siamo abituati da ormai più di 30 anni.

Ma cosa potrebbe provocare un tale botto? Andiamo per ordine.

I risultati delle analisi sull’età approssimativa dei 70 frammenti di resti umani prelevati  dall’ossario del cimitero teutonico del Vaticano. E affidati di propria iniziativa l’1 agosto scorso dagli Orlandi a due diversi laboratori tardano ad arrivare. Dati i tempi lunghi imposti anche dalle norme anti pandemia, nessuno sa quanto tempo ci vorrà ancora.

E quando i due laboratori – TomaLab, di Busto Arsizio, e CEDAD, dell’Università del Salento –  avranno finalmente i risultati i tempi si allungheranno ancora.

Si dovranno infatti condurre anche i confronti dei DNA di quelle ossa con il DNA di Emanuela Orlandi. Già prelevato all’epoca delle “rivelazioni”, totalmente fasulle, del fasullo ”ex OO7 Lupo Solitario”, al secolo Luigi Gastrini. Secondo lui Emanuela era chiusa e sotto sedativi in una clinica di Londra, ma s’è scoperto che si trattava solo di un caso di omonimia.

In base alla datazione, alcuni di quei frammenti potrebbero rivelarsi appartenenti a qualcuno che è vissuto negli stessi anni in cui è vissuta Emanuela. E nel lungo intervallo prima dei risultati  dei DNA questo particolare darebbe inevitabilmente la stura a granchi colossali e accuse clamorosissime. Perfino più clamorose dei molti granchi e accuse di tutti i tipi contro il Vaticano man mano collezionate nel corso dei 37 anni e qualche mese dalla scomparsa di Emanuela.

Ora succede che nel camposanto teutonico è sepolta infatti anche suor Pascalina Lehnert, segretaria personale di Papa Eugenio Pacelli, salito al soglio pontificio nel 1939 come Pio XII. La monaca è stata la sua segretaria per 41 anni consecutivi. Da quando il 19 aprile 1917 lo ha conosciuto in circostanze drammatiche in Baviera come nunzio apostolico, cioè ambasciatore del Vaticano,  arrivato in quello stesso anno, fino alla sua morte il 9 ottobre ’58.

Quel 19 aprile un gruppo di rivoluzionari comunisti spartachisti armati fecero irruzione  nella nunziatura di Monaco di Baviera per uccidere Pacelli. Ma l’allora 25enne e avvenente suora, che era nella nunziatura come infermiera per una convalescenza del prelato,  si piazzò tra gli assalitori e l’assalito proteggendolo col suo corpo. E gli spartachisti per non uccidere anche lei si convinsero ad andarsene senza sparare.

Suor Pascalina doveva partire di lì a pochi giorni per il Cile come missionaria. Ma il 43enne Pacelli la volle subito sua segretaria personale. E quella partenza non ci fu. Ci fu invece la partenza per Berlino l’anno successivo. Quando nel 1920 Pacelli venne nominato nunzio per l’intera Germania. E poi, nove anni dopo, nel 1929, la partenza per Roma, dove il neo cardinale venne nominato  prima Segretario di Stato e infine eletto Papa il 2 marzo 1939.

Soprannominata “il caporale tedesco” per i suoi modi spicci e autoritari nel fare da filtro tra il Papa e i prelati vaticani e i suoi ospiti anche se di alto rango, suor Pascalina a volte  interrompeva senza indugio le visite e gli incontri ufficiali pur di  far rispettare l’orario dei pasti del suo principale. Del quale gestiva gelosamente anche l’agenda.

Il “caporale tedesco” arrivò a fare allontanare dalle guardie svizzere il cardinale Domenico Tardini, Pro Segretario di Stato, che voleva interrompere la visita al pontefice del famoso attore cinematografico statunitense Gary Cooper. E fece fare anticamera per ore al cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, per non interrompere la visita a Pacelli di un altro famosissimo attore cinematografico statunitense, Clark Gable.

Veniamo ora a ciò che potrebbe scatenare una sorta di terremoto.

Particolare interessante: suor Pascalina è morta il 13 novembre 1983, cioè nello stesso anno in cui è scomparsa Emanuela. Motivo per cui la datazione delle sue ossa è ben compatibile con la loro attribuzione a Emanuela. E non si può escludere che uno o più 70 frammenti di ossa umane in attesa dei risultati delle analisi possa essere proprio della suora.

Si tratta infatti di frammenti prelevati dall’ossario comune nel quale il Vaticano ha accumulato i vari resti dei sepolti nel cimitero teutonico. 

E’ francamente strano che nessuno abbia messo nel conto l’eventualità della presenza di resti di suor  Pascalina tra quelli inviati per le analisi ancora in corso al TomaLab e al CEDAD. E che nessuno abbia messo in conto la conseguente possibilità di prendere un granchio strepitoso. Col contorno dell’inevitabile eco planetario dannoso per il Vaticano.

C’è chi sostiene invece che tutta la faccenda del teutonico sia stata montata ad arte. O per ridicolizzare in modo definitivo Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, da anni sempre più scatenato contro il Vaticano e annessi pontefici. Oppure, al contrario, per seminare dubbi che creerebbero un clamore notevole contro Papa Francesco.

Ipotesi, quest’ultima, sostenuta in Vaticano anche ad alti livelli, che me ne hanno messo a parte.

Certo, i risultati delle analisi del DNA taglieranno la testa al toro, colando a picco l’eventuale scandalo. Che però a causa della lentezza di tali verifiche, potrebbe comunque durare mesi. Mesi di clamore, di accuse e inevitabile imbarazzo per il Vaticano. Lasciando infine  comunque un sedimento di altri dubbi e veleni. Non a caso esiste il noto motto nato dall’esperienza “Calunniate, calunniate, qualcosa resterà”.  

I dubbi e i veleni che da ormai quasi 38 anni sono il cibo e la semina preferita da mitomani, complottisti e untori di ogni specie e risma. Rendendo così impossibile appurare cosa è successo a Emanuela. Chi e come l’ha fatta sparire.