La bara di Enrico “Renatino Dandy” De Pedis sarà aperta “per mettere fine alle voci e alle attese” attorno alla possibilità che nel sepolcro siano occultati i resti di Emanuela Orlandi. La decisione è stata anticipata al fratello di Emanuela, Pietro, dal nuovo capo della Procura della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatore.
In preparazione dell’ispezione, il sostituto procuratore della Repubblica di Roma Simona Maisto ha eseguito all’inizio della settimana un sopralluogo nei sotterranei della basilica di S.Apollinare a Roma, dove è sepolto De Pedis, asseritamente uno dei capi della banda della Magliana, ma sempre prosciolto da ogni accusa, ucciso con un colpo di pistola in strada nel 1990. La dott. Maisto conduce da tempo le indagini, con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, sul caso di Emanuela Orlandi, scomparsa misteriosamente all’età di 16 anni nel 1983 e della quale non si è saputo mai più nulla.
Negli ultimi tempi era montata una campagna, cui hanno aderito il fratello della Orlandi, Piero, cittadino del Vaticano, e in cui ha agito da protagonista anche l’ex comunista e ex sindaco di Roma e ex segretario del Pd Walter Veltroni, per la rimozione dei resti di De Pedis dalla chiesa. La campagna, assai poco cristiana e assai poco di sinistra, ha anche l’obiettivo di fare aprire la bara dove sono i resti di De Pedis per accertare se all’interno non si trovino anche i resti di Emanuela.
Una delle teorie fiorite attorno alla vicenda vuole che Emanuela sia rimasta vittima di un intrigo di mai spiegati ricatti verso il Vaticano e sia stata rapita e uccisa dalla banda della Magliana.
La dott. Maisto ha eseguito il sopralluogo, a quanto risulta nella giornata di lunedì 7 maggio, accompagnata da un paio di agenti in borghese con lo scopo logistico di rendersi conto di come eventualmente procedere ai controlli nella bara.
Nelle ultime ore si era diffusa la voce, ora smentita da questa del sopralluogo della dott. Maisto, che nei giorni scorsi c’era stato un sopralluogo da parte di agenti della polizia scientifica, preliminare al trasferimento della salma di De Pedis, che avrebbe dovuto essere eseguito entro la settimana. Sempre secondo tali voci, sarebbe però intervenuto un organo di polizia scientifica a livello nazionale, rendendo incerta la data della traslazione. Questa prima ipotesi appariva però poco probabile, in quanto difficilmente lo spostamento della bara si può fare con un colpo di mano, senza avvertire né la Procura della Repubblica né i familiari di De Pedis.
La visita della dott. Maisto in S.Apollinare si collega al fatto che, mercoledì, 9 maggio, Pietro Orlandi, dopo giorni di insistenza anche da parte di Veltroni, è riuscito a farsi ricevere dal nuovo procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatore. A quanto si è appreso da indiscrezioni, il colloquio è durato meno di mezz’ora, con inizio alle 16, nel corso del quale il procuratore ha chiarito bene e una volta per tutte il suo pensiero. “Questa storia del rapimento di sua sorella Emanuela, di cui ci dispiace davvero molto, va avanti da 29 anni e negli ultimi tempi è stata creata una psicosi e un’attesa quasi miracolistica attorno alla cripta di S. Apollinare”, avrebbe detto il dott. Pignatore. Il magistrato ha sottolineato anche che Roma purtroppo è afflitta da molti urgenti problemi di sicurezza e di ordine pubblico.e la tensione creata attorno alla sepoltura di De Pedis rende la situazione critica, perché si è determinata nell’opinione pubblica una forte aspettativa. Il procuratore capo ha quindi anticipato che saranno eseguiti i controlli nella cripta, ma “solo per mettere fine alle voci e alle attese”.
Il procuratore con molto tatto avrebbe anche fatto rilevare a Pietro Orlandi che ha poco da prendersela con la magistratura e con lo Stato italiano, che ha sempre dovuto operare in mezzo alle difficoltà oggettive date dal fatto che Emanuela Orlandi era cittadina del Vaticano e lì residente e che quindi le indagini da parte italiana avevano dei limiti di competenza.
Pietro Orlandi avrebbe anche fatto riferimento alle recenti dichiarazioni dell’ex magistrato e ora avvocato Ferdinando Imposimato, legale della madre di Emanuela e Pietro, secondo il quale “Emanuela è viva ma non vuole tornare”.
Il dott. Pignatore avrebbe fatto notare a Orlandi che “quando una persona è maggiorenne può fare quello che vuole, vivere dove le pare, nessuno può costringerla a tornare in Italia o a Roma o in Vaticano”.
Non ci sono state almeno per ora reazioni pubbliche da parte di Pietro Orlandi, il quale spesso usa per le sue prese di posizione la pagina Facebook “petizione.emanuela”, diventata il suo bollettino di guerra contro il Vaticano, la Chiesa, lo Stato, la magistratura italiana e i De Pedis, né finora s’è fatto vedere a “Chi l’ha visto?”.Si registra invece il tam tam dei fans e dei congiunti di Pietro Orlandi, secondo i quali anche il sopralluogo e i controlli nella bara di De Pedis saranno solo una messinscena per nascondere la verità.
Resta da chiarire il senso della campagna, lanciata quasi due anni fa da Veltroni e raccolta la scorsa estate da Pietro con il supporto decisivo di “Chi l’ha visto?”, programma di Raitre. Un’ipotesi è quella di fare cosa gradita al Vaticano, perché riuscire a fare spostare la salma di De Pedis permetterebbe al Papa di andare in visita senza polemiche di sorta alla Pontificia Università della Santa Croce, creata dall’Opus Dei nel palazzo di S. Apollinare adiacente alla basilica dove è sepolto De Pedis.