Giorgia Meloni sbatacchiata fra (sua) storia d’Italia, comunismo e guerra in Ucraina: parole in libertà o allarme?

Fino ad oggi Giorgia Meloni pur avendo raccolto un notevole successo elettorale, tale da poter diventare il prossimo capo del governo, non ha detto cose davvero allarmanti.

E le accuse di fascismo che le muovono in molti appaiono decisamente OGGI sovradimensionate, fermo restando il fatto che di errori di gioventù e di schieramento negli ultimi decenni ne hanno fatti un po’ tutti i nostri politici.

Detto questo, è strano come nessuno si sia accorto e non ne abbia parlato di due sue affermazioni fatte lo scorso 29 aprile alla conferenza programmatica di FdI durata tre giorni a Milano e intitolata “Italia, energia da liberare”. La prima delle due affermazioni legittima se non qualche sospetto di “nostalgia” almeno un’inarcata di sopracciglia. La seconda invece è proprio fuori dal mondo, o meglio fuori dalla verità storica consolidatasi negli ultimi 30 anni.

Le parole di Meloni, un cambio di prospettiva

Se a fine aprile queste affermazioni potevano passare senza la dovuta attenzione era perché si trattava ancora solo di idee, intenzioni e programmi del solo partito, ancora lontano dal successo elettorale di settembre. Oggi invece è d’obbligo rilevarle e parlarne perché si tratta di affermazioni di un partito che avrà la guida del governo. Affermazioni alla base della politica estera,  anche militare, del molto probabile governo Meloni e in particolare delle future azioni a forte favore dell’Ucraina. Anche se Meloni non dovesse essere nominata premier il suo partito sarà quello che guiderà o comunque condizionerà il governo. 

La prima affermazione è la seguente:

“Se vogliamo che l’Italia torni a essere una grande Nazione dobbiamo essere noi italiani a crescere”.

Come direbbe quel tale personaggio televisivo, sorge spontanea una domanda:

“Secondo Giorgia Meloni quando l’Italia è stata una grande Nazione?”.

Domanda alla quale è opportuno anzi necessario dare una risposta chiara e NON ambigua. Perché è evidente che il concetto di “grande Nazione” si presta anche a interpretazioni decisamente deprecabili. E’ bene che la premier in pectore chiarisca se l’Italia è stata “una grande Nazione” per esempio durante il fascismo.

Perché è legittimo sospettare che lei ne sia convinta e intendesse dirlo con quella frase. E se invece intendesse dire che l’Italia è stata una grande nazione durante il Risorgimento, da lei nominato nel discorso milanese, c’è da osservare due cose, anzi tre.

La prima è che l’Italia NON era ancora una nazione, ma un insieme di nazioni e, altro termine caro alla Meloni, di patrie.

La seconda è che il Risorgimento è stato anche un insieme di invasioni di Stati e regni legittimi sparsi nella penisola italiana e conquistati con guerre e battaglie per poter poi sfociare 17 marzo 1861 nella regno nazionale dei Savoia.  

La terza è che vennero sconfitte a favore della monarchia le idee repubblicane di Giuseppe Mazzini e quelle federali di Carlo Cattaneo.

La seconda affermazione, quella fuori dal mondo

È  la seguente:

“Ora in Ucraina si decide il nostro futuro, i nostri equilibri. Non è sorprendente che chi si batte contro il giogo comunista, chi ama la sua patria sia disposto a combattere per quella patria”.

Il “giogo COMUNISTA”? Chi? Come? Dove? Quando? Perché? La quasi certa nostra premier è dunque ferma al 1990-91, è convinta che la Russia sia ancora comunista!!! E che lo sia quindi il suo presidente Putin!!! Che in realtà è membro del partito nazionalista e conservatore Russia Unita, che a sua volta fa parte della coalizione Fronte Popolare Panrusso, due realtà politiche che col comunismo non hanno proprio nulla a che spartire.

Convinzione, quella della Meloni, peraltro molto diffusa non solo tra politici, giornalisti e opinionisti, ma anche in gran parte della popolazione. Ho fatto una prova chiedendo a 200 persone scelte a caso nei supermercati e nei mezzi di trasporto, ma anche ad amici, quale fosse secondo loro la forma di governo in Russia e quale fosse il partito di Putin. La stragrande maggioranza, comprese persone a me vicine che pensavo fossero informate,  mi hanno risposto che la Russia è comunista e che il partito di Putin è il partito comunista. NESSUNO sapeva che in realtà il partito comunista in Russia è un partitino che sta all’opposizione, contrario cioè a Putin e al suo governo.

 

 

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