Guerra in Ucraina, vista dalla Russia. Strano che nessuno, né i politici né i giornalisti pacifisti o interventisti, abbia notato e fatto notare che il divieto imposto dalla Lituania all’ingresso in Kalinigrad di certe merci provenienti dalla Russia è talmente illecito da risultare francamente grottesco.
A Kaliningrad le merci provenienti dalla Russia NON possono essere qualificate in nessun modo come importazione, importazione cioè “da un altro Stato” – e come tali eventualmente forse sottoponibili alle sanzioni decise dagli USA e dalla UE contro la Russia: non possono essere qualificate come importazione per il semplice motivo che Kaliningrad è Russia.
Spostare delle merci da un punto della Russia a un altro punto sempre della Russia NON è in nessun modo qualificabile come esportazione alla partenza e importazione all’arrivo.
Dalla Ucraina alla Lituania
E’ come se la Lituania avesse la pretesa di sottoporre ai controlli sanzionatori merci che da Mosca vanno a S. Pietroburgo o a Vladivostok, o viceversa. Che diremmo se qualcuno definisse esportazione le merci spedite da Roma a Milano e importazione quelle in arrivo a Milano da Roma o da Venezia?
Questa faciloneria della Lituania mette i brividi perché è una PROVA che in nome dell’odio esploso a torto o a ragione contro la Russia tutto è possibile, anche gli abusi più evidenti. Questa corbelleria lituana – contestata da nessuno in Occidente – DIMOSTRA che il piano inclinato verso la guerra tra Russia ed Europa è bene oleato. Brutto segno. Pessimo.
Nicotri critica Draghi
Mi spiace dirlo, ma quando il nostro premier Mario Draghi è andato in visita a Kiev con il capo di Stato francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholtz e ha detto agli ucraini “il mondo è con voi”, ha dimostrato di non conoscere bene né il mondo né l’aritmetica.
Il “mondo” che a dire di Draghi è solidale con l’Ucraina e tifa per lei è composto solo ed esclusivamente dall’Unione Europea, 450 milioni di persone, più qualche Stato aspirante a entrarvi, totale diciamo di 100 milioni di persone, e dagli Stati Uniti, 331 milioni di abitanti.
Totale quindi del “mondo” citato da Draghi: meno di un miliardo di esseri umani. Se si aggiungono gli abitanti del Giappone (126 milioni), quelli del Canada (38 milioni) e quelli dell’Australia (26 milioni), forse arriviamo al miliardo di persone o poco più. Cifra comunque abbondantemente superata da ognuno dei due Paesi più popolosi che NON “sono” con l’Ucraina: India e Cina, 1,4 miliardi di abitanti a testa per un totale di 2,8 miliardi di persone. Che non tifano per l’Ucraina e che – per dirla con Papa Francesco – non “abbaiano alla Russia” né con alleanze militari ostili né con le sanzioni.
Asia e Africa non stanno con l’Ucraina
Ma non “è” con l’Ucraina neppure la quasi totalità dei 1.300 milioni di africani, pari a1,3 miliardi di persone, dei 480 milioni di sudamericani e centroamericani, dei 400 milioni di anime del Medio Oriente, ecc.
Per carità, è possibile se non probabile che la Russia questa guerra la perda, forse è anche auspicabile, ma certo non perché “il mondo è con voi”. Con l’Ucraina c’è solo la parte più ricca e meglio armata del mondo, mondo che rispetto tale parte ricca e meglio armata ha sette volte i suoi abitanti e un PIL che se non supera quello dell’Occidente gli sta alle calcagna.
Una guerra che c’era già
La guerra esisteva già – e da otto anni – anche in quella parte del mondo, parte che la retorica definisce “il cuore dell’Europa”, dimostrando così anche ignoranza geografica e anatomica. Il cuore non è a una estremità del corpo umano, bensì in piena parte sinistra del suo petto. E l’Ucraina non è in nessuna delle parti del petto dell’Europa, non è cioè nell’Europa centrale, bensì invece nella sua estrema periferia orientale. Tanto più il Donbass, del quale Kiev assedia militarmente da otto anni la parte russofona con un bilancio di almeno 14 mila vittime certificato da organizzazioni internazionali come l’OSCE e Amnesty International.
La guerra esisteva dunque nel Donbass da otto anni, con le sue tragedie, vittime, distruzioni, stupri, ecc., e il mondo che “è con voi” ha la pesante responsabilità di essersene totalmente fregato. Se invece il mondo che ora “è con voi” lo fosse stato già allora e avesse imposto una soluzione, per esempio il rispetto dei patti di Minsk del 2015, la guerra scatenata dalla Russia molto probabilmente non ci sarebbe stata.
La Crimea nella storia
Poi c’è il modo col quale si parla “dell’annessione della Crimea alla Russia”, tralasciando completamente – per calcolo o per ignoranza – il fatto che la Crimea, abitata al 90% da russofoni e russofili, insomma da ucraini solo di nome, è stata regalata 70 anni fa da Nikita Krushev alla sua Ucraina. Alla sua Ucraina perché Krushev, all’epoca presidente dell’Unione Sovietica, era di famiglia ucraina, era cresciuto in Ucraina dall’età di 14 anni e aveva fatto dell’Ucraina la sua base di potere all’interno dell’Unione Sovietica.