ROMA – Le polemiche sulla pubblica espressione del proprio dolore di vedovo di fatto da parte di Marco Alemanno in chiesa al funerale di Lucio Dalla, suo compagno di vita da dieci anni, hanno lasciato in disparte quello che credo sia invece il tema principale, visto anche che Dalla non ha lasciato un testamento. Che ne sarà del patrimonio del popolare cantante e che diritti può accampare il vedovo di fatto Alemanno su almeno parte di esso? Si tratta di una domanda riguardante un tema sempre più diffuso anche se ancora volutamente ignorato.
I giornali si sono sbizzarriti nel cercare di descrivere l’ignoto parentado del cantante bolognese stroncato dall’infarto. A malapena si è saputo il nome della madre, Jole, poi è stato tutto un susseguirsi di ipotesi su possibili cugini, uno dei quali gli avrebbe fatto da fido autista per molti anni, e perfino su un fratello, definito “un tipo strano”. Pur in tanta frammentazione, disordine e incertezza, l’unica cosa che tutti danno per sicuro è che la “famiglia allargata” di Lucio Dalla nonostante non sia affatto chiaro da chi sia composta si farà viva e per l’occasione si riunirà a Bologna: per reclamare la propria parte di eredità in base alle vigenti leggi e al grado di parentela. Che quando si tratta di quattrini viene sempre misurato al millimetro anche se fino a un minuto prima della scomparsa del caro estinto era ignorato o snobbato più che al chilometro…
Giusto. Ma… e Marco Alemanno? In Italia non esiste una legislazione che sancisca diritti di un qualche tipo, tanto meno ereditari, ai componenti delle coppie di fatto specialmente se si tratta di coppie omosessuali. L’unione e la vita more uxorio di lesbiche e gay è una realtà sempre più diffusa, ma sempre ostentatamente ignorata. Per queste coppie di esseri umani ci si limita a ripetere la trita litania che sono “contro natura”, pur essendo l’omosessualità praticata da oltre 40.000 specie animali, e che “vivono in peccato”. Normativa di legge, zero. Diritti acquisiti, zero. Marco Alemanno, quindi, nonostante la vita in comune con il suo compagno di amore e di lavoro, rischia di trovarsi sfrattato e senza neppure un becco d’un quattrino. Eppure si tratta del patrimonio che, almeno negli ultimi dieci anni, anche lui ha contribuito a formare. Alemanno dovrà affidarsi alla carità, alla comprensione e alla civiltà dei parenti “legittimi” e “di sangue” del suo compagno. Dovrà cioè affidarsi agli umori e ai voleri della famiglia diffusa, e fino ad oggi ignota, di Lucio Dalla.
Tutto ciò è giusto? E’ ammissibile? Certo che no. Eppure…. Hanno preso la parola tutti, dal teologo Vito Mancuso a monsignor Cavina, numero tre della curia bolognese, la CEI ci ha tenuto a chiarire che le canzoni di Dalla non potevano essere cantate né suonate in chiesa, poi sono esplose anche le assurde polemiche sul “tentativo di trasformare i funerali di Dalla in una bandiera dell’omosessualità”. Però nessuno s’è degnato di occuparsi dei diritti e della sorte patrimoniale del cittadino italiano Marco Alemanno. E’ evidente che c’è qualcosa che non va.
Non solo è il caso che l’Italia, approfittando anche del fatto che al governo ci sono “i tecnici”, si adegui ai tempi e alla civiltà europea riconoscendo i diritti delle coppie di fatto, omo o etero che siano, magari parificandole alle coppie “regolari” e istituendo anche per loro il matrimonio quanto meno civile. Ma è anche il caso che ci si adegui la Chiesa. E non solo in Italia. E non solo la Chiesa ma un po’ tutte le altre religioni omofobe e in genere sessuofobe fuori dal vincolo. Il pianeta è sempre più sovraffollato e non c’è da mangiare per tutti. Troppo spesso comincia anche a non esserci acqua da bere per tutti. Una volta le famiglie numerose erano la norma, e anzi un vanto, avere molti figli era il segno della “benevolenza di Dio”. Tutto perché i lavori esistenti, centrati in gran parte sull’agricoltura e l’allevamento, poi anche sulla manifattura, e la frequenza delle guerre esigevano grande abbondanza di braccia e di manodopera. Oggi, al contrario, il lavoro è sempre più parcellizzato, single, il bisogno di braccia è diminuito, è aumentato il bisogno semmai di cervelli e sono invece aumentati, di molto, i costi per mantenere e far crescere decentemente un figlio, scuole comprese. Incombe inoltre il problema della fame nel mondo, che già oggi ammazza un bambino ogni sei secondi, forse anche meno.
L’omosessualità sarà per forza di cose sempre meno un tabù. Prima di arrivare, come quasi sempre, in ritardo e adeguarsi a buoi già scappati dalla stalla. Oltretutto qui non si tratta di buoi, ma di creature umane. Proprio quelle che gli uomini di Chiesa usano chiamare “figli di Dio”.
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