Multe pesanti in Portogallo per le compagnie aeree che non controllano, mancanza di controlli almeno a Malpensa

In Italia, multe che ci coprono di ridicolo. Suscita polemica la decisione di multare con soli 100 euro, per giunta una tantum, chi non si vaccina contro il Covid pur senza essere esentato dall’obbligo per motivi di salute.

E come se non bastasse la multa insignificante, ci sono aeroporti, per esempio quello internazionale di Malpensa, dove si sbarca tranquillamente provenendo dall’estero. O ci si imbarca per andare all’estero senza che, non di rado, ci sia chi controlla i vari certificati. Peraltro obbligatori per poter entrare in Italia e per poter partire.

Un andazzo sfociato nel grottesco col volo che mercoledì pomeriggio è atterrato in India con 160 passeggeri, ben 125 dei quali risultati positivi ai test di controllo fatti in aeroporto all’arrivo. Ma già a dicembre, in piena riesplosione della pandemia causa arrivo delle festività di fine anno, ci si poteva imbarcare e sbarcare allegramente senza nessun controllo. Arrivando per esempio da Lisbona o da Vienna. 

Un andazzo che in Portogallo hanno stroncato con le multe minacciate dal Governo a novembre.

Dal 1° dicembre multe dai 20 mila ai 40 mila euro alle compagnie aeree per OGNI SINGOLO passeggero imbarcato e fatto arrivare nel Paese lusitano senza avere tutti i documenti obbligatori relativi al Covid. In particolare, anche per chi ha il greenpass, un test risultato negativo non oltre le 48 ore prima dell’imbarco.

Da notare che si tratta di obblighi anche per chi arriva in Italia. E ai singoli passeggeri colti in fallo multe dai 300 agli 800 euro. Se cittadini europei. Altrimenti ritorno obbligatorio nel Paese dal quale sono arrivati. I test a base di tamponi in aeroporto li possono fare solo i passeggeri in arrivo se europei.

Dall’1 al 26 dicembre sono stati controllati ben 924.719 passeggeri e 8.358 voli, con il bilancio di 1.698 infrazioni accertate e altrettante sanzioni amministrative pecuniarie ai passeggeri disobbedienti e alle 38 compagnie aeree che li hanno presi a bordo senza fare i dovuti controlli.

Risposta dura a una situazione di nuovo molto dura.

Il Portogallo, poco più di 10 milioni di abitanti, è infatti di nuovo nella tempesta pandemica. Anche se i morti da Covid-19 non superano mai quota 20, come dire 120 in Italia che di abitanti ne ha poco meno di 60 milioni, cioè il sestuplo. I contagi giornalieri hanno improvvisamente sfondato quota 40 mila e si mantengono ben sopra i 30 mila. Come dire dai 240 mila a non molti meno in Italia.

A fine settembre il Governo lusitano aveva potuto eliminare quasi tutte le restrizioni anti Covid e il vice ammiraglio Henrique de Gouveia e Melo veniva acclamato come un vero e proprio eroe nazionale. Incaricato come il nostro generale Francesco Paolo Figliuolo di organizzare la vaccinazione della popolazione, era riuscito a vaccinarne l’86,5 per cento con prima dose. L′84,3 per cento con la seconda e addirittura il 100% tra gli over 65. Diventando così il primo e il secondo Paese al mondo per densità della popolazione vaccinata rispettivamente con la prima e la seconda dose.

L’avere tolto molte restrizioni ha però innescato la ripresa delle infezioni. Tanto che il governo, per prevenire il boom delle infezioni che s’è verificato a causa delle feste natalizia e di fine anno dell’anno scorso, ha prudentemente dichiarato ancora una volta lo stato di calamità. A partire dal 1° dicembre. Fino intanto al 9 gennaio del nuovo anno, quando probabilmente sarà prolungato, e imposto le nuove regole di ingresso nel Paese e annesse multe a chi sgarra.

L’assenza di controlli a Malpensa, altro che multe

Non l’ho rilevata solo io il 22 dicembre arrivando da Lisbona e andando a curiosare in aeroporto un paio di giorni successivi. L’11 dicembre infatti un giornalista de Il Fatto Quotidiano è partito dall’aeroporto di Vienna diretto a Malpensa senza che nessuno controllasse nulla né alla partenza né all’arrivo.

Eppure l’Austria, uno dei Paesi più colpiti dall’ultima, per ora, ondata pandemica, è, come il Portogallo, nella lista dei Paesi per il rientro dai quali l’Italia esige gli stessi certificati richiesti dal Portogallo.

Il Fatto così ha concluso il suo articolo, nel quale la parola Vienna potrebbe essere tranquillamente sostituita dalla parola Lisbona: “Ma a chi tocca controllare? Tutti si rimpallano la responsabilità. Dall’aeroporto di Malpensa fanno sapere che, da normativa italiana, il certificato deve essere presentato al vettore, al momento dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli. Quindi andava controllato a Vienna. Per l’aeroporto austriaco la verifica dei documenti dovrebbe essere effettuata dalla compagnia aerea.

La responsabilità di verifica su chi arriva all’aeroporto di Milano, spiegano da Vienna, è dell’Italia.

E per la compagnia aerea? Al momento non è arrivata nessuna risposta. L’unica certezza è che nel corso dell’intero viaggio da Vienna a Milano nessuno ha mai chiesto il green pass”.

Se continua così è ovvio che la pandemia del Covid in Italia nonostante le misure sempre più stringenti varate dal governo Draghi sarà inarrestabile: oltre ai No Wax e affini non mancano infatti neppure gli aeroporti dove le varianti di turno del virus “covidiano” possono sbarcare tranquillamente.

Voli aerei e aeroporti a parte, chi calpesta le regole anti Covid in Potogallo rischia l’accusa di disobbedienza, reato che comporta anche un anno di galera. Ne sa qualcosa l’onorevole André Ventura, leader del partito di destra Chega e amicone del nostro Matteo Salvini.

La notte di domenica del17 gennaio dell’anno scorso ha organizzato al ristorante Solar do Paço, a Tebosa, periferia di Braga, una cena elettorale per le allora imminenti elezioni presidenziali con un numero di persone molto più alto di quanto consentito. Puntuale l’accusa di disobbedienza con richiesta al parlamento da parte del magistrato di autorizzazione a procedere. Ventura ha promesso che avrebbe rinunciato all’immunità.

Poi però tra gli alti e bassi della pandemia e vari altri problemi politici, sfociati nella crisi di governo con annesse elezioni anticipate ormai imminenti, dell’intera vicenda non s’è saputo più nulla. 

 

 

Gestione cookie