Nichi Vendola come Abramo: utero surrogato già nella Bibbia

Nichi Vendola come Abramo: utero surrogato già nella Bibbia
Nichi Vendola come Abramo, qui, nel dipinto del Guercino conservato a Brera, mentre ripudia la schiava Agar che gli aveva dato il primo figlio, Ismaele, esempio di utero surrogato che si trova nella Bibbia

Nichi Vendola come Abramo, il patriarca da cui derivano la religione ebraica e quella cristiana da una parte e quella islamica dall’altra. Il paragone non è blasfemo né vuole essere oltraggioso, è tutto scritto nella Bibbia, come vedremo. Se leggessero con maggiore attenzione i sacri testi, i preti e quanti invocano Dio per sostenere la tesi contro l’utero surrogato, si accorgerebbero che il primo a fare ricorso a questo espediente fu il patriarca cui Dio affidò il futuro delle religioni rivelate.

A questo viene da pensare, dopo le polemiche sulla nascita di Tobia Antonio, il figlio surrogato e per interposto utero indonesian californiano per così dire preso in affitto da Niki Vendola e dal suo compagno italo canadese Eddy Testa, che a quanto pare fa il marito. Sono, aggiungo, polemiche comprensibili, vista la somma delle molte novità, ognuna delle quali è un boccone difficile da digerire perché è un forte scossone per le stesse fondamenta della vita cui siamo abituati da milioni di anni.

Confesso che la faccenda fa impressione anche a me, almeno stando a come la raccontano i giornali ma non i protagonisti. Però sfrondando i fatti dalle chiacchiere e dalle interferenze indebite, riassunte entrambe bene dalla fatwa emessa da Mateo Salvini, subito spalleggiato da Beppe Grillo e dal giornale Avvenire del vescovado italiano, contro il “disgustoso egosimo” e “mercato low cost” della coppia gay, il tutto si riduce a normale amministrazione: gli spermatozoi del signor Eddy Testa hanno fecondato un ovulo di donna e, sia pure senza copula o coito che dir si voglia tra lui canadese e lei indonesian californiana, ne è nato un bel maschietto di cui Nichi Vendola si sente padre.
Dov’è lo scandalo? E in ogni caso: è uno scandalo che nasca una nuova vita?

Forse lo scandalo è nel fatto che la signora che ha partorito il bimbo lascia che se lo portino via Niki Vendola ed Eddy Testa, forse o molto probabilmente in cambio di danaro. Ma quante sono le madri al mondo che non hanno di che sfamare i figli, che spesso muoiono pertanto letteralmente di fame nel pieno menefreghismo dei vari Salvini&C?

Muoiono di fame allo spaventoso ritmo di uno ogni 6 secondi, per essere precisi. E qualche anno fa era un ogni 8 secondi, quindi la fame uccide sempre di più, sempre nel pieno menefreghismo non solo dei vari Salvini&C. E se alla fame aggiungiamo la mancanza di soldi per curare le malattie, ecco che oggi nel mondo crepa un bambino ogni 5 secondi: mentre tutti noi, Salvini compreso, mastichiamo i nostri pranzi, cene, colazioni e spuntini vari, con annesso dolce, caffè, digestivo e ammazzacaffè, diciamo per un totale di più o meno 60 mimuti a dir poco, sono morti di fame e malattie 12 bambini.

La domenica tutti noi, Salvini compreso, indugiamo di più con i piaceri della tavola, e così la strage aumenta. Mettiamo da parte l’orrendo discorso dei milioni di piccini ammazzati dalla povertà mentre noi pranziamo e ceniamo e anche mentre digeriamo. Soldi o non soldi, si tratta di una donna che affida il proprio neonato a quello che ne è il padre. Solo biologico, urlano i benpensanti. Biologico, appunto, e quindi sicuramente il padre! Qualcuno può impedire a una donna di lasciare che il figlio vada a vivere con la persona che ne è il padre perché sia lui a crescerlo? Che poi il padre sia gay o si sposi con un’altra donna, non è forse cosa abbastanza normale? Forse che in caso di divorzio non c’è di solito l’affido a un coniuge, che forse si risposa, forse no, forse è o diventerà gay o forse no, insomma affari suoi?

Stando a quanto dichiarato da Nichi Vendola, la famiglia della donna che ha partorito fa parte da tempo della vita sua e di Eddy: motivo per cui, a meno dei soliti imprevisti della vita, nessuno mai impedirà al Tobia Antonio di vedere la madre, biologica o affittuaria che sia.
E comunque: forse le donne non hanno la possibilità legale di rifiutare il proprio neonato, che finisce così in un orfanotrofio, direttamente o tramite la apposita “ruota” dove può essere legittimamente abbandonato? Qualcuno vuole sostenere che la “ruota” e l’orfanotrofio sono meglio di Vendola e Testa? Suvvia…

Forse lo scandalo consiste nel fatto che procurarsi un figlio in questo modo se lo può permettere solo chi ha quattrini? Ma se lo scandalo è questo allora bisogna dire che almeno in Italia viviamo in un’epoca e in una società scandalosa dato che oggi avere più figli è un lusso da gente incosciente o danarosa con quel che costa mantenerli: dalla nascita alla maggiore età, cioè fino a 18 anni, più o meno 171 mila euro. Due figli, 342 mila euro. Tre figli, 513 mila euro! Quattro figli, 684 mila euro!! “Costi che aumentano di molto dato che oggi i figli non bisogna certo mantenerli o almeno aiutarli economicamente solo fin quando compiono 18 anni, ma sempre più spesso per almeno altri 5-10 anni, e non solo se vanno all’Università”.

Forse lo scandalo consiste nel fatto che Vendola si dice madre o comunque un genitore di Tobia Antonio pur non entrandoci assolutamente nulla? Ma chi se ne frega di quello che dice Vendola? Il quale è libero anche di dire, se vuole, che gli asini volano o che lui è la nonna di Garibaldi. Lo scandalo è che Vendola crescerà il bambino insieme con Eddy Testa? Ma chi può proibire a Eddy Testa di crescere il bambino con la persona con la quale ha deciso di dividere la vita una volta che la madre biologica e/o quella affittuaria ha lasciato che il figlio andasse vivere col padre, biologico e quindi sicuramente padre?

Eddy e Niki Vendola si sono portati via Tobia Antonio per crescerlo, educarlo, dargli un futuro. Gli Stati, le nazioni, le tribù e i clan quando fanno le guerre, a volte benedette anche dai vescovi come è sempre avvenuto almeno fintanto che l’Avvenire non esisteva ancora, si portano via una infinità di Tobia Antonio…. E certo non per farli crescere bene e neppure perché facciano crescere bene gli “altri”, i nemici. La seconda guerra mondiale s’è portata via più meno 40 milioni di vite, milioni di bambini compresi. E da allora ad oggi la moria da guerre di grandi e piccini continua. E nelle guerre è accertato che la gran parte delle vittime sono proprio i bambini, i Tobia Antonio di tutte le razze e nazionalità. Nelle due invasioni di Gaza gli israeliani hanno ucciso non meno di mille bambini, senza che la cosa suscitasse la riprovazione di Salvini. E quando Salvini propone di respingere a cannonate i barconi dei migranti che fuggono da miserie, fame e guerre, si pone forse il problema dei Tobia Antonio a bordo di quei barconi e magari ancora feti nell’utero della madri in balia del mare e dei mercanti che speculano sulla disperazione dei dannati della Terra?

Infine: perché nessuno mai si è scandalizzato – anzi! – per il fatto che nella Bibbia Sara a un certo punto, ormai in menopausa, ha chiesto a suo marito Abramo una maternità surrogata tramite l’utero – neppure in affitto! – della schiava Agar? E dire che Sara il Tobia Antonio della situazione, noto al mondo da millenni come Ismaele, non solo non lo allevò come intendono invece fare bene Niki ed Eddy, ma lo fece cacciare via con la madre fregandosene del rischio che crepassero di fame e sete nel deserto e che da lì nascesse l’odio millenario fra arabi e ebrei. Per non dire di come è stata assicurata la discendenza dopo Adamo ed Eva. Poiché ebbero solo due figli, Caino e Abele, e poiché Caino uccise Abele, è evidente che l’umanità di oggi deriva, sempre secondo la Bibbia, da incesti prima tra Eva e suo figlio Caino e poi da incesti tra i loro incestuosi figli e figlie. Altro che uteri surrogati! E neppure low cost, visto quello che l’umanità ha pagato, paga e pagherà per quella dannata mela….

Insomma, prima di stracciarci le vesti per il figlio di Vendola dovremmo occuparci di cose più serie. E ben più drammatiche. E magari chiederci che fine hanno fatto i padri nell’attuale società italiana.

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