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Papa Francesco, le donne e 20 secoli di pregiudizi

di Marco Benedetto |17 Settembre 2015 13:17

Papa Francesco, le donne e 20 secoli di pregiudizi

ROMA – Papa Francesco continua a sorprendere con le sue sortite ritenute moderniste, l’ultima delle quali, con una virata di 180 gradi, afferma che

“La donna tentatrice è luogo comune”

e che anzi la donna

“Invece è portatrice di una benedizione speciale”.

Dichiarazioni che capovolgono il pensiero e la pratica della Chiesa nei confronti del gentil sesso, pensiero e pratica con alle spalle quasi venti secoli e riassumibili con il noto “Vade retro, Satana!”.  Non c’è bisogno di avere letto il bel romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa” o di essersi sorbiti il volumone di Valter Peruzzi, – mio professore di filosofia al liceo Messedaglia di Verona – intitolato “Il Cattolicesimo reale”. Non c’è neppure bisogno di rivangare il massacro di Ipazia, donna egiziana che agli albori del cristianesimo venne uccisa ad Alessandria d’Egitto da una folla di fanatici guidati dal vescovo Teofilo solo perché era un brava matematica, astronoma e filosofa “pagana”. Gli stessi che poi bruciarono la grande biblioteca di Alessandria, depositaria di tutto il sapere del mondo di quell’epoca.

Chiunque abbia più di 30-40 anni sa bene che il Concilio Vaticano II, energicamente voluto da Papa Roncalli, cominciò a rivedere la figura femminile sotto la spinta allora poderosa del femminismo. E chi non ha perso la memoria sa bene anche che al momento del matrimonio la sposa doveva giurare di “servire” a vita lo sposo, senza che questi avesse un analogo dovere.

Insomma, non bastano un paio di affermazioni estemporanee per modificare la visione della donna nel cattolicesimo se non c’è ANCHE una radicale revisione dottrinale e magari anche teologica di quanto scritto fin dai Padri della Chiesa e praticato dal clero e dai fedeli per troppi secoli. Ci sarà un nuovo Concilio con il quale Papa Francesco ribalterà secoli di dottrina e storia? Lo speriamo. Ma l’onestà intellettuale ci obbliga anche a ricordare che il Concilio Vaticano II voluto da Papa Roncalli è rimasto per molti versi lettera morta, osteggiato da clero e dai Papi successivi.

Pochi giorni fa lo stesso Francesco ha chiesto ai confessori di assolvere le donne che hanno dovuto praticare l’aborto. Dico dovuto perché nessuna donna abortisce per divertimento, se può l’interruzione della gravidanza la evita. Richiesta quanto mai traumatica, quella di Francesco, tenendo conto che negli ultimi anni la Chiesa, specie in Sud America,  ha insistito sempre di più nel dire che il feto è già una persona completa fin dal concepimento e quindi l’aborto è un vero e proprio omicidio. Omicidio anche nel caso di ricorso alla “pillola del giorno dopo”. Per fortuna non si è arrivati a chiedere il mandato di cattura obbligatorio….

Però la spinta per abolire la legge che ha legalizzato l’aborto – sia pure con vincoli e lacci che NON esistono negli altri Paesi civili, compreso il diritto all’obiezione di coscienza dei medici contrari all’aborto – è sempre più forte e insistente. Francesco farà una virata di 180 gradi anche in questa materia? Non ci saranno più le pressioni sullo Stato italiano, costituzionalmente  laico, perché ancora una volta ceda alle pretese del Vaticano?

In attesa di vedere se la virata ci sarà, pare evidente che le donne cattoliche ricorrerebbero meno all’aborto se la Chiesa consentisse la pillola anticoncezionale, sia quella dei giorni prima che quella del giorno dopo. E’ purtroppo obbligatorio ricordare che papa Paolo VI nel 1963 decise per il “NO!” alla pillola contro le raccomandazioni per il sì fattegli da un consesso di sei scienziati europei da lui appositamente creato per capire meglio l’argomento e le sue implicazioni. Tra parentesi: a Roma chi voleva la pillola quando in Italia era ancora tabù la trovava liberamente in vendita nella farmacia del Vaticano! E il no al preservativo dura tuttora, con conseguenze tragiche per la diffusione dell’Aids nei Paesi africani, come pure il divieto contro il coito interrotto. Tutti divieti imposti senza nessuna base evangelica e che aumentano di molto il numero delle donne cattoliche incinte loro malgrado e che non di rado devono ricorrere all’aborto per i più svariati motivi.

E che dire del divieto di abortire perfino alle donne rimaste incinta a causa di uno stupro? Divieto ribadito con forza all’epoca della guerra civile bosniaca, quando il divertimento della soldataglia e dei tagliagole spacciati per patrioti e irredentisti consisteva nell’abusare delle donne dei “nemici” fregandose bellamente delle conseguenze. Nel 2009 in Brasile un vescovo ha accusato di crimine a ha scomunicato i medici che avevano acconsentito a fare abortire una bambina di 9 anni rimasta incinta a causa di uno stupro da parte del patrigno. E lo scorso agosto in Paraguay la Chiesa non ha avuto nulla da ridire per una bambina di 11 anni violentata anche lei dal patrigno e costretta, come altre 684 bambine della sua età l’anno scorso, a partorire a causa delle leggi paraguaiane.

Insomma, la Chiesa arriva sempre DOPO la società civile, anche se poi si atteggia a sua guida anche morale. La Chiesa ha infatti abolito la tortura, lo schiavismo, la pena di morte e l’Indice dei Libri Proibiti solo molto dopo che la società civile, grazie anche a Cesare Beccaria e alla guerra di secessione Usa, aveva già ampiamente provveduto. Ma il ritardo c’è stato anche in tema di trapianto di organi, innovazione che ha salvato e continua a salvare molte vite umane, in tema di lotta contro l’uso e la  vendita dei preservativi nei supermercati o con le macchinette distributrici, in tema di la parità di diritti e doveri tra uomo e donna quando contraggono matrimonio e in tema di abolizione dell’obbligo del velo in testa per le donne che entrano in chiesa e della separazione dei sessi durante le funzioni religiose.

La subordinazione della donna al potere maschile nasce nelle società nelle quali Dio è maschile, è il Dio Padre chiamato il Signore. Già papa Luciani nel suo brevissimo pontificato il 10 settembre dell’ormai lontano 1978 ebbe a dichiarare dal balcone del Palazzo Apostolico ai fedeli in piazza S. Pietro che

”Dio è anche madre”.

Smentito seccamente nel 2012 da papa Ratzinger  Luciani è stato preso sul serio almeno fuori dalla Chiesa cattolica, tanto che in Inghilterra una associazione di religiose anglicane, sacerdotesse, vescovi e semplici fedeli, insiste perché la preghiera del Padre Nostro diventi la preghiera della Madre Nostra e il Signore diventi la Signora .

Qualche crepa comincia a esserci anche nel mondo cattolico, pur se per ora molto piccola. Le edizioni S. Paolo hanno pubblicato un libro delle teologa spagnola Isabel Gomez Acebo intitolato proprio “Dio è anche madre”, esattamente come aveva affermato Papa Luciani nel ’78 davanti a decine di migliaia di fedeli in delirio in piazza S. Pietro. La Acebo nel suo libro passa in rassegna le molte espressioni della bibbia riferite a Dio come a una madre.

Siamo alla vigilia di grandi cambiamenti, davvero epocali, che porteranno la Chiesa all’avanguardia rispetto le altre religioni monoteiste? O stiamo assistendo a una riverniciatina che riguardo la donna lascerà la Chiesa come è stata negli ultimi quasi 20 secoli?

Ai posteri l’ardua sentenza.

 

 

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