Può il Pd sottrarsi a richieste di alleanze, quando i vincitori M5s e destra saranno spiaggiati?

Può il Pd sottrarsi a richieste di alleanze, quando i vincitori M5s e destra saranno spiaggiati?
Può il Pd sottrarsi a richieste di alleanze, quando i vincitori M5s e destra saranno spiaggiati?

Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica pur detestandosi perché avevano forma di governo e ideologie completamente opposte e in lotta feroce tra loro, capitalista i primi e comunista la seconda, per combattere il nazismo hanno messo da parte quanto li divideva e si sono alleati. Con la mentalità di moda in Italia da qualche anno qualcuno definirebbe quell’alleanza un inciucio… E magari quegli alleati li accuserebbe pure di “incoerenza”.

Cattolici e comunisti in Italia (e non solo) si sono odiati prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale, al punto che il papa che non aveva mai scomunicato i nazisti arrivò a scomunicare invece i comunisti. Eppure in Italia collaborarono insieme nella Resistenza e nella lotta nazionale contro il nazifascismo. E una volta finita la guerra cattolici e comunisti hanno anche messo mano assieme alla fondazione della Repubblica italiana e alla sua Costituzione (tutt’oggi in vigore) nonostante i primi avessero fondato il partito della Democrazia Cristiana (DC), al potere per decenni, e i secondi il Partito Comunista Italiano (PCI), all’opposizione per decenni perché mai gli USA avrebbero permesso che entrassero nel governo. Inciuci e incoerenze?

Come se non bastasse cattolici e comunisti a un certo punto, convinti che servisse per salvare la baracca Italia, si sono alleati per dar vita al cosiddetto “compromesso storico”, che permetteva alla DC di restare al governo con l’appoggio esterno del PCI. Con la mentalità di moda in Italia da qualche anno qualcuno definirebbe inciuci sia l’alleanza pro Repubblica che il compromesso storico. E magari quegli alleati li accuserebbe pure di “incoerenza”.

La Germania e la Francia si sono odiate a lungo, con in mezzo anche guerre mondiali, e tuttora non si può dire che si abbiano in reciproca simpatia, eppure si sono alleate per dar vita alla Comunità Europea e alla moneta comune euro.

Alla luce di tutto ciò – se è vero che la situazione italiana (ed europea) si fa facendo sempre più difficile –  suonano piuttosto strane le parole di Matteo Renzi quando declama che mai il Pd formerà un’alleanza di governo con i 5Stelle perché da loro più e più volte insultato a sangue. Il giovine Renzi, il rottamatore che si è auto rottamato, dovrebbe studiare un po’ almeno la storia del partito nonno o bisnonno del suo amato Pd e capire quindi che la politica tutto è fuorché ripicca. La ripicca è un fatto privato, anche piuttosto miserello, pertanto non può essere adottata come linea politica se non da chi ha della politica una visione pessima, piuttosto privatistica, da chi vive la politica come fatto e interesse personale, come propria bottega, anziché come impegno per il bene comune o almeno della maggioranza della società.

E quando si perde – una guerra, una battaglia, una partita di calcio o di tennis o un incontro di box, una tornata elettorale o una relazione amorosa – solo gli stolti o chi si auto condanna a perdere ancora dà la colpa all’avversario anziché a se stesso ed evita di fare l’analisi critica della propria strategia e condotta per rendersi conto di dove si è sbagliato, quali errori sono stati commessi e bisogna quindi evitare di ripetere.

Se la Germania per il bene nazionale è arrivata a fare la Grosse Koalition non si vede perché l’Italia non possa fare altrettanto. E se il palazzo brucia – come molti sostengono per l’Italia, si spera più a torto che a ragione – è da irresponsabili, se non da sadici e masochisti, dire “l’incendio spegnetevelo voi se siete capaci, noi stiamo a guardare. Anzi, stiamo all’opposizione”. Il rottamatore rottamato Renzi e i suoi supporter si stanno comportando proprio così. Verso gli altri partiti si stanno comportando come D’Alema&Bersani si sono comportati nei loro confronti: astio e risentimento, condito con il lavarsene le mani badando, come direbbe Veltroni, a “ben altro”.

La politica serve per il bene comune, o almeno per il bene della maggior parte della società, compreso chi non la pensa come noi. Si può anche accusare di qualunquismo o peggio certi strati sociali o elettorali, ma chi governa deve badare a elevare o almeno mantenere anche il loro benessere e salvaguardare i loro diritti. Spesso la sinistra nella cosiddetta Seconda Repubblica è stata invece distratta. Un esempio: Veltroni sindaco di Roma ci ha tenuto a creare il festival del cinema di Roma, soddisfacendo così la propria passione per il cinema e quella degli amanti dello spettacolo e dei lustrini in genere, ma cosa ha fatto per Tor Bella Monaca e affini? Ovvio che i quartieri, e gli strati sociali, abbandonati a se stessi imboccano la strada che imboccano, anzi che hanno già imboccato. E che poi votino come hanno votato.

Altro esempio, di notevole attualità: va benissimo dare accoglienza ai rifugiati e agli extracomunitari in genere, ma se si dà anche solo l’impressione che per loro si hanno attenzioni e occhi di riguardo che non si hanno invece per i cittadini italiani alle prese con pesanti problemi di lavoro, reddito, abitazione, degrado ambientale, invivibilità dei quartieri di periferia, assistenza sanitaria, ecc., allora non ci si può poi lamentare se alle elezioni – e prima o poi non solo alle elezioni – le cose vanno come stanno andando. Non è certo un caso che il PD abbia raccolto voti più nei grandi centri metropolitani che nei quartieri di periferia e in intere regioni che a torto o a ragione – più a ragione che a torto – si sentono periferia del BelPaese, trascurata dall’azione e dalla cura dei governi, sia quello centrale che quelli regionali.

Gli analisti sostengono che molti dei voti che erano del Pd sono andati al Movimento 5 Stelle. E che non pochi da qualche tempo vanno anche alla Lega. Inoltre i giovani – i famosi “giovani” tanto cari al Pd – è naturale che votino più i partiti “protestatari” che quelli di governo. E’ così da sempre, non a caso i giovani sono sempre stati la massa di manovra dei sommovimenti sociali anche epocali, belli o brutti che fossero. Un motivo in più per curarsi di loro in modo concreto e non a chiacchiere o a botte di 80 euro pre elettorali e altre regalie, compresa la strana e demenziale novità, ormai una mania nazionale, del predicare che hanno tutti i diritti, e più degli altri italiani, ma ormai nessun dovere. Se qualcuno pensa che i giovani siano naturalmente portati per l’ecologismo, il rispetto delle regole, le liturgie (e le beghe) di partito o delle loro sezioni giovanili, insomma per le belle maniere, si sbaglia. E si sbaglia di grosso. Ormai non fa presa neppure l’oratorio… e da un bel pezzo.

Così stando le cose, e fermo restando che almeno le prime mosse per tentare di formare un governo spettano certamente a chi le elezioni le ha vinte, vale a dire all’alleanza berluscon-salviniana e ai 5Stelle, l’interesse nazionale richiede con tutta evidenza che il Pd non si sottragga a eventuali offerte di alleanze. Ovviamente basate su PROGRAMMI E PROGETTI scritti, programmati e magari anche calendarizzati. Ho detto interesse nazionale, e non di partito: si tratta di due cose diverse. Interesse nazionale e interesse europeo, visto anche il vento che tira da Washington, che punta chiaramente a rompere la Comunità Europea. Il che sarebbe un disastro, certo non solo per l’Italia, ma soprattutto per l’Italia: perché il nostro benamato Paese si trova a essere ancora una volta in Europa un vaso di coccio tra vasi di ferro.

Puntare invece i piedi e dire che se l’alleanza Berlusconi-Salvini e i 5Stelle non riescono a formare un governo è meglio tornare a votare somiglia non poco a quei somari cocciuti che non vogliono spostarsi dalla strada neppure quando sono in arrivo auto e Tir che ne farebbero polpette. Non dico questo per il timore che il Pd si riduca percentuali da anoressia, ma per il grande timore che più passa il tempo senza un governo efficace e realista più rischiamo di sprofondare nelle sabbie mobili fino ad affogarci dentro.

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