ROMA – Mentre tutti gridano per la riforma delle pensioni tramite l’aumento progressivo dell’età del ritiro dal lavoro per uomini e donne, nessuno si è accorto che in realtà la riforma delle pensioni è già stata fatta, e in silenzio. L’Istat infatti ci dice che oggi è il 40% di chi ha più di 30 anni di età a vivere ancora in casa dei genitori, cioè in pratica ad essere da loro mantenuto in tutto o in parte, contro il 16% del 1980. Il che vuol dire che nel giro di 30 anni è più che raddoppiato il numero dei figli che, sempre meno giovani, non trovano lavoro o non ne trovano uno decente e perciò si attardano ad uscire dal “nido”.
La conseguenza è che una volta chi andava in pensione si trovava sì con un reddito inferiore a quello precedente, ma poteva spenderlo tutto per sé e magari per il coniuge, se privo di reddito, senza più le spese di mantenimento della prole, spese che superano di non poco quel 30% in media di “stipendio” in meno che il pensionato si ritrova. Insomma: 30% in meno di “stipendio”, diventato rateo pensionistico, ma 30-50% in più di risparmio grazie al non dover più mantenere il figlio o i figli. I primi sintomi di questo andazzo cominciano a farsi sentire nel mercato che contava proprio sulla terza età, per esempio le crociere non sono più in boom.
Detto in altre parole, quella che prima era la pensione ora è diventato un ammortizzatore sociale, una sorta di prolungata cassa integrazione dei giovani, anche ultratrentenni, pagato però dai genitori anziché dallo Stato. Se consideriamo inoltre che non si fanno più i figli a 20 anni, ma molto più in avanti con l’età, ecco che la gran parte dei figli che hanno più di 30 anni e vivono ancora nella casa paterna sono figli di pensionati.
Motivo per cui la pensione dei genitori serve a mantenere anche loro, a mo’ di cassa integrazione non dichiarata ma esistente di fatto. Come si vede, la riforma delle pensioni è stata fatta, a prescindere adll’età pensionabile, e senza neppure dirlo e farlo sapere. Sulla Gazzetta Ufficiale non ce n’è traccia, eppure… Come direbbe non solo Gigi Marzullo, a questo punto sorge spontanea una domanda: che succederà quando l’attuale fascia di genitori-paracadute sarà passata a miglior vita e le annesse pensioni defunte con loro? Chi pagherà l’affitto? Chi il telefonino e il computer? Chi pagherà la macchina o il motorino e le vacanze?
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