Pietro Orlandi caduto nella trappola del cimitero teutonico? Tombe e scherzi da prete 

Pietro Orlandi caduto nella trappola del cimitero teutonico? Tombe e scherzi da prete 
Emanuela Orlandi (foto ANSA)

Pietro Orlandi con la sua ultima pista – quella del cimitero teutonico – è stato attirato in una trappola? Non lo si può escludere. L’unica cosa certa è che il Vaticano sapeva benissimo da tempo e – come vedremo – in modo molto documentato, che la soluzione del mistero Orlandi NON poteva trovarsi in quel cimitero. Però ha taciuto. Prima, durante e dopo. Strano. Ma andiamo per ordine. 

“Nicotri, la invito alla conferenza che Albrecht Weiland terrà il 30 novembre nel palazzo del Collegio Teutonico del Vaticano”.

L’invito da parte della mia fonte vaticana mi coglie di sorpresa. Non capisco di cosa parla. E chi è Weiland?

“Come sarebbe a dire “Chi è Weiland?”?! Grave che lei non lo sappia. E’ anche distratto? lo ha citato pochi giorni fa la signora Carla Di Giovanni, vedova De Pedis, nella pagina Facebook che lei dedica da tempo al mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi”. 

Confesso: non ci ho fatto molto caso. Forse a causa anche della stanchezza del rientro da vacanze piuttosto impegnative.

“Non stia ad accampare scuse. Albrecht Weiland è l’autore o meglio il principale coautore del libro intitolato Il Campo Santo Teutonico a Roma e i suoi monumenti funerari. Gli altri autori sono Andreas Tönnesmann e Ursula Verena Fischer Pace. Libro edito a cura di Erwin Gatz e con illustrazioni di Giorgio Vasari e Walter Haas”.

Si, ma…

“Ma mi lasci finire. La invito alla conferenza perché Weiland illustrando il libro farà piazza pulita e sotterrerà definitivamente una volta per tutte le ridicole elucubrazioni su Emanuela Orlandi sepolta nel cimitero Teutonico”. 

Ah!

“Eh sì: ah! Non c’è bisogno di nessuna ricerca nel cimitero teutonico e tanto meno della ricerca dei DNA sulle ossa perché Weiland e gli altri autori ne hanno descritto e documentato tutte – ripeto: TUTTE –  le tombe fino al 1988. Per il loro lavoro certosino hanno utilizzato anche l’intero archivio e tutti gli altri documenti vaticani relativi a quel camposanto. La Orlandi è scomparsa nell’83, giusto?”.

Giusto. Il 22 giugno.

“Beh, le ricerche di Weiland e degli altri sono proseguite fino all’88, vale a dire per altri cinque anni dopo la scomparsa della ragazza. Perciò c’è poco da stare a fantasticare, almanaccare, insinuare, inventare. Non ci sono e non possono esserci sepolture segrete. Come hanno controllato e documentato in modo molto pignolo fino all’88 gli autori, non ci sono neppure botole con sotto camere sepolcrali segrete”. 

Forse però tutto ciò non è stato detto perché, come dice qualcuno, la Segreteria di Stato ha imposto il segreto istruttorio.

“Suvvia, non mi faccia ridere! Questa è come la bufala della richiesta della Segreteria di sostenere per qualche settimana che il Papa aveva detto “SE Emanuela è in cielo, preghiamo” e di passare poi a sostenere invece che quel “SE” non lo aveva detto”.

Ma…

“No, guardi, tralasciamo, è meglio. Torniamo al libro, acquistabile magari su ordinazione in qualunque libreria. Bastava leggerlo e si sarebbe evitato di dire e scrivere tante fesserie, facendo figuracce barbine per non dire miserevoli. Chi ha sostenuto per giunta con ostinazione le note fanfaluche ne uscirà con le ossa rotte e con la credibilità definitivamente asfaltata. Anzi, dato l’argomento, sotterrata. In modo tombale. Se lo procuri il libro, lo legga e venga alla conferenza del 30 novembre intitolata Le tombe d’angelo di Campo Santo Teutonico. Una delle conferenze che RIGG organizza ogni anno. Questa casca proprio a fagiolo. Anzi, come il cacio sui maccheroni”.

Il RIGG? E cos’é o chi è?

“Se lo cerchi via Google. Ora devo salutarla”.

Fine della conversazione. E inizio della mia ricerca per capire meglio l’intera situazione, a partire dal RIGG. Che è l’acronimo del Römisches Institut der Görres-­Gesellschaft (https://www.goerres-gesellschaft-rom.de ), in italiano Istituto Romano della Società di Görres, intitolato cioè a Johann Joseph von Görres, impegnatissimo scrittore e storico tedesco nato a Coblenza nel 1776 e morto a Monaco di Baviera nel 1848. L’Istituto è stato fondato nel 1888 ed è il primo degli istituti della Görres-Gesellschaft zur Förderung der Wissenschaft im katholischen Deutschland, che in italiano significa Società di Görres per la salvaguardia della scienza nella Germania cattolica. La sua sede è proprio nell’ormai famoso Campo Santo Teutonico, per l’esattezza nel Palazzo del Collegio Sacerdotale Teutonico in Vaticano, col quale conserva una biblioteca di 45.000 volumi. L’Istituto però non è un’istituzione teologica e neppure ecclesiastica, ma indipendente e ha rapporto con i membri dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma, che unisce gli interessi dei principali istituti di ricerca di archeologia e storia dell’arte a Roma. L’articolo 1 dello statuto ne chiarisce bene le finalità:

“La Società di Görres per la salvaguardia della scienza deve stimolare e promuovere la vita scientifica nei diversi ambiti, preservando il suo mandato radicato nella fede cattolica, e offrire opportunità di scambio interdisciplinare. E’ dedita in particolare all’archeologia cristiana e alla storia della Chiesa, sulla base degli archivi e biblioteche del Vaticano, di Roma e dell’Italia”.

L’Istituto ospita anche un certo numero di borsisti, dal 1887 pubblica insieme col Collegio una rivista che si occupa di  antichità cristiana e storia della Chiesa e organizza conferenze e convegni internazionali aperti al pubblico. Nel suo sito Internet c’è una pagina, non priva di ironia, dedicata esplicitamente al mistero Orlandi:

“Il cimitero tedesco “Campo Santo Teutonico” è uno dei cimiteri più ricercati e custoditi del mondo. Dai libri della morte scrupolosamente conservati dal XV secolo ad oggi è chiaro che Emanuela Orlandi non vi è stata sepolta. Non ci sono sepolture segrete. Tutte le sepolture sono effettuate e documentate pubblicamente. Le sepolture segrete non sono assolutamente possibili, poiché l’unico accesso a Campo Santo Teutonico è custodito giorno e notte (!) dai gendarmi vaticani.

Nessuno può entrare o uscire senza essere stato notato dai gendarmi o dalla Guardia Svizzera. Di notte, anche chiunque entri o esca da Campo Santo viene registrato per nome. Come ogni cimitero, Campo Santo ha degli ossuari. Tali ossuari vengono creati regolarmente in ogni cimitero quando le tombe vengono fuse o abbandonate. L’ultima volta che questo è stato il caso di Campo Santo Teutonico è stato durante i lavori di costruzione del 1962/64. Ma non sono camere sepolcrali segrete sotto le botole, come hanno scritto alcuni giornalisti di romanzi. Piuttosto, questi ossari sono conosciuti e liberamente visibili ad ogni visitatore.

Il fatto che Orlandi sia ora ricercato in Campo Santo è più una coincidenza. Finora è stata ricercata invano – supponendo che sia deceduta – nella Chiesa di S. Apollinare in Piazza Navona e sul terreno della Nunziatura Apostolica in via Po a Roma”. 

Come se non bastasse, il sito pubblicizza anche un altro libro, scritto in italiano e pubblicato lo scorso 17 maggio: 

“Per la prima volta una monografia indipendente italiana su Campo Santo Teutonico è stata pubblicata dalla grande casa editrice Pagine. Gli autori sono Marco R. Bettoni Pojaghi e Cristina Cumbo. In un certo senso, il volume si avvicina a questo luogo dall’esterno, da un punto di vista italiano, poco conosciuto dal pubblico italiano. Bettoni Pojaghi è a capo del Centro Sudi Bettoni Pojaghi di Roma, che gestisce una biblioteca italo-tedesca – Biblioteca Italo-Tedesca a Villa Torlonia. Cristina Cumbo ha studiato presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. […] L’immagine della copertina del libro potrebbe essere fraintesa come massonica, ma non lo è. Si trova sul monumento funerario del famoso collezionista bavarese Ludwig II, Johann Martin von Wagner”. 

Sic stantibus rebus, cioè così stando le cose, come mai il Vaticano queste cose non  le ha dette? Taciute totalmente. Inevitabile l’impressione che Pietro Orlandi se non è stato attirato in una trappola lo si è comunque lasciato cadervi dentro. 

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