Se in Italia il parlamento ha bocciato la legge Zan, in Portogallo mercoledì il parlamento ha bocciato il bilancio dello Stato per l’anno prossimo. Motivo per cui è pressoché certo che si vada a elezioni anticipate, come ha chiarito prima di mercoledì il presidente della repubblica Marcelo Rebelo de Sousa in caso di bocciatura del bilancio del 2022.
L’attuale esecutivo portoghese è dal 2015 un esecutivo di minoranza che si regge sull’appoggio esterno del Partito Comunista (PCP) e del Blocco di Sinistra (BE). Dopo le elezioni del 2019 i rapporti fra i tre partiti sono man mano peggiorati.
Portogallo, il voto sul bilancio
A favore del bilancio ha votato solo il Partito Socialista (PS), del premier Antonio Costa, mentre tutti gli altri partiti hanno votato contro: Partito Socialdemocratico (PSD), Blocco di Sinistra (BE), Partito Comunista PCP, la destra del Centro Democratico Sociale – Partito Popolare (CDS-PP), i Verdi (PEV), il partito di destra Chega (vuole l’ergastolo e la castrazione chimica per i pedofili) e Iniziativa liberale (IL). Astenuto il partito degli animalisti di People-Animals-Nature (PAN). In totale 117 voti contrari, 108 favorevoli e 5 astenuti.
Il bilancio presentato da Costa è stato ritenuto troppo poco generoso dai partiti di sinistra e troppo generoso da quelli di destra, col risultato che si sono coalizzati tutti contro. Ha riassunto bene con l’agenzia Lusa il segretario generale del sindacato dei lavoratori UGT, Carlos Silva: “La decisione di tutta la sinistra e della destra di unirsi contro il PS è una delusione per tutti i lavoratori. Il bilancio per il 2022 non era molto ambizioso, ma conteneva alcuni importanti progressi per i lavoratori“.
La crescita del salario minimo
I progressi consistevano nella crescita progressiva fino al 2025 del salario minimo, quello attuale è di 592 euro netti al mese, nell’aumento delle pensioni, nei miglioramenti nella tassazione, in alcuni modifiche alla normativa sul lavoro, soprattutto sulle ore di lavoro straordinario, e nell’incremento del valore del trattamento di fine rapporto di lavoro (TFR), detta anche liquidazione.
Nei giorni precedenti la votazione il presidente della Repubblica aveva già avvertito che di fronte a una bocciatura avrebbe iniziato subito la procedura per lo scioglimento del parlamento e l’indizione di elezioni legislative anticipate. Marcelo ha già incontrato il primo ministro António Costa e il presidente del parlamento Ferro Rodrigues. Per sciogliere l’Assemblea della Repubblica, cioè il Parlamento, il presidente deve sentire i partiti, cosa che farà sabato, e il Consiglio di Stato, che si riunirà mercoledì prossimo. Se il parlamento verrà davvero sciolto, la legge prevede che le nuove elezioni debbano aver luogo non oltre i 60 giorni successivi.
Cosa dice l’Europa?
Nel frattempo il vicepresidente Valdis Dombrovskis della Commissione Europea ha dichiarato che la crisi di governo “solleva interrogativi” che l’esecutivo comunitario, che ha ricevuto i bilanci di 22 Paesi, cercherà di chiarire con il governo portoghese: “Quali sono le prospettive, quando arriverà il prossimo bilancio. Ciò richiederà consultazioni con le autorità portoghesi per trovare un modo concreto per andare avanti”.
E quindi capire con certezza come procedere con gli investimenti stanziati dall’Unione Europea per rilanciare l’economia dei singoli Stati dell’Unione, quindi anche del Portogallo, colpita anch’essa dalla pandemia del Covid-19. Dombrovskis ha aggiunto: “Da parte della Commissione possiamo essere molto chiari, come è chiaro anche nel regolamento: gli esborsi sono legati al raggiungimento di obiettivi e target concreti”.
Lisbona il suo bilancio lo aveva presentato a Bruxelles a metà ottobre. E ha provveduto a stilare il proprio Piano di ripresa e resilienza (PRR), che, come per gli altri membri dell’UE, prevede anche il rilancio economico e lo sviluppo verde e digitale del Paese. Con la bocciatura del bilancio è evidente che le cose si complicano anche per il PRR.