Primarie Pd. Voto Renzi, con i giovani: “Bersani è penoso”

Primarie Pd. Voto Renzi, con i giovani: "Bersani è penoso"
Primarie Pd. Voto Renzi, con i giovani: “Bersani è penoso”

ROMA – Alle primarie del Pd, non solo andrò a votare, ma voterò per Matteo Renzi. Mi colpisce sempre di più come vari giovani studenti universitari, figli di amici e colleghi, compresa mia figlia, tutti giovani lontani dai partiti e dalla politica, mi abbiano chiesto tempo fa con aria di sfida “ma per quale motivo non dovremmo votare Renzi?”.

Domanda alla quale ho risposto prontamente e con chiarezza: “Perché neppure lui analizza e spiega come è fatto il sistema produttivo italiano, e quello occidentale del quale fa parte, chi sono quelli che una volta si chiamavano “sfruttati e sfruttatori” e quali sono gli strati sociali, che una volta si chiamavano “classi”, che si possono alleare tra loro per andare al governo e migliorare non solo la propria condizione, ma anche quella dì generale dell’Italia intera”.

Pronta e chiara la mia risposta, ma pronta e chiara anche la loro contro risposta: “Sì, ma tu stesso hai detto NEPPURE lui, il che significa che neppure Bersani e compagnia bella. Renzi almeno parla la nostra lingua, si vede che è anche lui figlio dei nostri tempi”.

La mia sorpresa è aumentata quando ho saputo che gruppi di giovani universitari, compresi i figli di miei vecchi amici e mia figlia – tutti, ripeto, estranei alla politica e al mondo dei partiti – stavano organizzando cene e riunioni per seguire il dibattito confronto in tv dei “Magnifici Cinque” del PD. Si sono anche organizzati per fare gli scrutatori alle primarie. Perfino all’Università di Trento, long time ago storico brodo di cultura di Renato Curcio e Mara Cagol, prima studenti universitari di sociologia e poi fondatori delle Brigate Rosse. Da Curcio a Renzi

Il giorno dopo il confronto in tv sono stato subissato di telefonate: “Almeno Renzi e Laura Puppato rispondono alle domande e si fanno capire”. Il mio sbalordimento è stato doppio. Avevo appena letto sui giornali che la Puppato era stata deludente, forse non come Nichi Vendola, ma quasi, e mia figlia e gli altri “ragazzini” mi venivano a dire che no, era stata invece chiara, aveva saputo spiegarsi. Anche se meno di Renzi. “E poi nessuno di loro due ha avuto la faccia di bronzo di indicare come modelli due uomini di Chiesa, Pierluigi Bersani il papa Giovanni XXIII e Vendola il cardinale Carlo Maria Martini”, hanno infierito quei giovanissimi sfrontati.

Aggiungendo come stilettata finale: “Bersani è penoso, quasi peggio di Walter Veltroni: non si rende conto che ha indicato sì il papa che “ha cambiato tutto nella Chiesa”, ma che è stato sconfitto sonoramente perché i suoi cambiamenti sono stati man mano buttati a mare. Dopo di lui è venuto un reazionario come papa Wojtyla e ora in Vaticano c’è Ratzinger e a Milano al posto di Martini un cardinale reazionario come Angelo Scola”.

Che dire? Cosa ribattere? Ho azzardato un “Sì, però…”, ma sono stato zittito: “I vari Bersani, Tabacci e quelli degli altri partiti si sono fatti fregare o ammaliare da Berlusconi, Renzi invece come prima cosa vuole proprio la legge sul conflitto d’interessi, anche se ormai forse è tardi. E poi i vari Bersani, Tabacci, Casini, ecc., vogliono il bis del governo Monti, perché non hanno il coraggio di metter mano loro alla scure con la quale Monti sferra e sferrerà ancora colpi, compresi quelli alla scuola, all’Università e alla ricerca scientifica, cioè alla pubblica istruzione e alla qualità dei futuri cittadini, che siamo poi noi. Lo sai che per la prima volta in Italia la ricerca della Fisica teorica si trova senza un becco d’un quattrino di stanziamenti?”.

Sì, lo so, lo so… Eccome se lo so. Ho un nipote astrofisico e ricercatore, che s’è pentito di essere tornato in Italia anziché restarsene dov’era, nell’Università inglese dove aveva cominciato a ingranare.

“Papà, chi voterai alle primarie del PD?”

“Ma chi? Io? Alle primarie? Ma per carità…”.

“E no papà!”.

Beh, sono stato iscritto “d’autorità” al voto per le primarie. Ho visto un tale entusiasmo e desiderio di cambiamento reale negli occhi di mia figlia e degli altri suoi coetanei che, complice anche il senso di colpa per la responsabilità delle mia generazione nel disastro delle loro prospettive, non me la sento di deluderli.

Da quanto ho potuto capire, Renzi è riuscito ad attrarre al dibattito politico giovani che fino a ieri pensavano a tutt’altro. E i giovani non lo vedono come un uomo di partito e neppure come il rottamatore che lui vorrebbe essere, ma come uno che parla la loro lingua e che quindi con i partiti ha poco a che vedere nonostante sia del Pd e sindaco di Firenze.

Renzi si sta rivelando per loro la porta di accesso a un mondo che non suscitava in loro nessun interesse, anzi, tutt’altro, il mondo della politica e del poter quindi cominciare a interessarsi concretamente del proprio futuro non solo nella sfera del privato.

Tutto ciò è totalmente diverso dall’essere la sezione giovanile del Pd così come una volta si era iscritti alla Federazione Giovanile Comunista Italiana o alla sezione giovanile della Democrazia Cristiana ed è diverso anche dall’attuale militanza giovanile in Comunione e Liberazione.

Cosa sarà di preciso, se riuscirà a prendere forma, francamente non lo so. Lo vedremo in futuro. Che a quanto pare è finalmente cominciato.

Andrò a votare alle primarie e voterò Renzi. Matteo a me non piace, ma quelli che piacevano a me hanno fatto un disastro, non hanno neppure saputo fare rispettare la legge che impediva a Berlusconi di candidarsi alle elezioni, con i noti risultati.

“Largo ai giovani” non è mai stato il mio motto. Ma almeno mettiamoli alla prova, questi giovani che sono il futuro e avranno una vita molto meno comoda della nostra. Peggio di noi è difficile che possano fare.

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