Il ruggito di Bagnasco

ROMA – Non credo ci sia molto da gioire perché il cardinale Angelo Bagnasco, capo dei vescovi italiani, ha finalmente detto quello che ha detto a proposito del bisogno di “aria pulita”. Premesso che di aria pulita c’è bisogno anche nella Chiesa, e in particolare a Genova visto lo scandalo del prete pedofilo don Riccardo Seppia e visto l’ostracismo anche da parte dello stesso  Bagnasco verso il “prete da marciapiede” don Andrea Gallo, ci sono alcune considerazioni da fare.

La prima considerazione è che il ritardo della Chiesa nel prendere posizione contro il degrado non solo morale che promana dal sistema Berlusconi e annesso stile di vita non è certo un ritardo casuale. E’ da oltre un anno che la Chiesa avrebbe dovuto parlare. Avrebbe dovuto farlo non appena venuto a galla lo scandalo dei rapporti con la minorenne Noemi di Napoli e avrebbe dovuto rifarlo non appena tracimato il liquame stappato da Patrizia D’Addario&C. Invece la Chiesa era anzi perfino propensa al perdono e alla benedizione pubblica con il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, accorso all’Aquila alla tradizionale Festa della Perdonanza per, appunto, perdonare e assolvere Berlusconi.

Un’altra considerazione da fare è che se un Berlusconi passa, la Chiesa resta. E resta con i suoi vizi, la sua propensione al compromesso pro domo sua e sulla pelle dei credenti. Gli esempi clamorosi non mancano.

Un Berlusconi passa, ma la Chiesa resta. E se al posto di un Berlusconi si può scegliere un capo del governo, un governo e un parlamento più decenti, per quanto riguarda la Chiesa noi cittadini italiani non possiamo farci niente. Tant’è che le grandi aperture del Concilio di Papa Roncalli, che avrebbero dovuto essere epocali, sono state completamente smantellate da Papa Wojtyla prima e da Papa Ratzinger adesso.

Tant’è che nel giugno 2001 proprio Ratzinger e Bertone, all’epoca rispettivamente capo e suo vice della Congregazione per la Dottrina della fede, hanno firmato l’ordine ai vescovi di tutto il mondo di nascondere alle autorità civili qualunque caso di prete pedofilo e qualunque caso di adescamento sessuale anche verso maggiorenni avvenuto nel corso della confessione. Si tratta dell’ordine scritto che ha facilitato il dilagare della pedofilia tra i sacerdoti e che ha provocato l’incriminazione di Ratzinger da parte di un tribunale del Texas per ostruzione alla Giustizia, incriminazione le cui conseguenze ha potuto evitare grazie all’elezione a papa e al conseguente ordine di George W. Bush al magistrato di archiviare l’accusa. E’ per quell’ordine che in Irlanda è scoppiato lo scandalo del primate John Magee, che ha dovuto dimettersi da capo della Chiesa irlandese quando una apposita inchiesta governativa ha appurato quello che ha appurato a carico di centinaia di sacerdoti.

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