Serena Mollicone è stata dunque uccisa, a soli 18 anni di età, da Marco Mottola, figlio dell’allora comandante dei carabinieri di Arce (Frosinone)? Ne sono convinti i carabinieri che hanno consegnato una voluminosa informativa al sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Maria Beatrice Siravo, responsabile delle indagini.
La ragazza scomparve il 1° giugno 2001 per essere poi trovata uccisa, con le mani e i piedi legati e la testa stretta in un sacchetto di plastica, in un boschetto ad Anitrella, frazione del vicino Monte San Giovanni Campano.
Ma che ne pensa il professor Carmelo Lavorino, criminologo, investigatore, giornalista e consulente della difesa della famiglia Mottola?
Risposta – Leggo con fastidio e stupore articoli dal titolo “Il cerchio si stringe attorno al figlio del maresciallo”, “Il delitto è avvenuto in caserma”, “Serena sbattuta con forza contro la porta della caserma”, “Un’informativa/rapporto dei Carabinieri incastra il figlio del maresciallo”, ecc. Articoli dove si travisano gli esiti degli accertamenti tecnici, che qualche ignorante continua imperterrito a chiamare impropriamente “perizie” (così dimostrando di “ignorare” la procedura penale).
Domanda – Ma sono i carabinieri del RIS che…
Risposta – E no! Si strumentalizzano alcune nostre ECCELLENZE, in questo caso il Reparto Indagini Scientifiche (RIS) dei carabinieri, facendo credere all’opinione pubblica che i carabinieri del RIS concludano in tal senso… Mentre non è vero!
Domanda – Come sarebbe a dire che non è vero?
Risposta – Ma certo! Si attribuisce a un atto di parte – l’informativa – una valenza investigativa, tecnica e scientifica spropositata, dimenticando le regole del “giusto processo” e della cautela. Non solo: non si tiene conto delle confutazioni presentate dalla difesa, confutazioni a mia firma.
Domanda – Si rischia un errore giudiziario?
Risposta – Ricordo a tutti che molti anni fa venne scritto, sempre a proposito del delitto di Arce: “Il cerchio si è stretto attorno al carrozziere Carmine Belli“. Ebbene, questi si fece ingiustamente 18 mesi di detenzione e venne assolto SOLTANTO grazie a noi del pool della difesa, in quanto demolimmo l’impianto accusatorio dei due pubblici ministeri e impedimmo un terribile errore giudiziario.
Ricordiamo che nel 2008, prima di essere interrogato come testimone, il brigadiere Santino Tuzi si tolse la vita. Per gli investigatori si era suicidato per per la paura di dover rivelare quanto accaduto in caserma il giorno della scomparsa della ragazza.
Domanda – A quanto pare la dott. Siravo è convinta che Serena il giorno della sua scomparsa si sia presentata nella caserma dei carabinieri per denunciare presunti traffici di droga che nel paese vedevano coinvolto anche il figlio del comandante.
Risposta – Ritengo che gli Inquirenti stiano commettendo un errore. Secondo il voluminoso rapporto dei carabinieri Serena sarebbe stata portata in un alloggio a disposizione della famiglia dell’allora comandante, per essere aggredita, facendole sbattere con violenza la testa contro una porta. Creduta morta, la ragazza sarebbe stata trasportata nel boschetto, dove però i suoi aggressori si sarebbero accorti che respirava ancora e abrebbero quindi deciso di ucciderla soffocandola con la testa in un sacchetto per iniziare poi i depistaggi. Che alla lunga non hanno impedito di mettere sotto accusa, per omicidio volontario e occultamento di cadavere, il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, suo figlio Marco e la moglie Anna.
Ma ci sono altri indagati: il luogotenente Vincenzo Quatrale per concorso morale nell’omicidio e per istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi e l’appuntato Francesco Suprano per favoreggiamento.
Domanda – Come andrà a finire?
Risposta – Aspettiamo la chiusura delle indagini, aspettiamo le carte, poi analizzeremo e valuteremo sia gli aspetti difensivi sia quelli per individuare il vero assassino di Serena Mollicone.