Vaccini o no vax? Aldo Ferrara sulla lotta al covid, dove anche l’Europa contribuisce alla confusione

di Pino Nicotri
Pubblicato il 8 Agosto 2021 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA

Vaccini si o no, Vax o no vax? Da una parte le dichiarazioni decisamente a favore del vaccinarsi come quelle del professor Massimo Antonelli, primario di rianimazione al policlino Gemelli di Roma, che mette in guardia anche contro il credere che la giovane età sia di per sé una protezione:

“Il 95% degli attuali pazienti malati di Covid-19 non è vaccinato. Ci sono due casi gravissimi, uno di 33 e l’altro di 35 anni. 
Siamo alla quarta ondata, ma grazie ai vaccini noi medici non abbiamo più paura. Io mi sono infettato, ma non ho avuto sintomi né ho contagiato mia moglie”.

Dall’altra manifestazioni un po’ ovunque dei No Wax e dichiarazioni apocalittiche come quelle dell’attrice Eleonora Brigliadori, che ha rifiutato di girare uno spot delle Regione Abruzzo a favore dei vaccini, rifiuto spiegato con motivazioni sbalorditive.

“Fra 18 mesi tutti i vaccinati cominceranno a morire come mosche. L’impulso 5G manderà in corto circuito le sinapsi per mezzo della grafite”.

E in mezzo il continuo aumento delle richieste alle singole Regioni di risarcimento per asseriti danni provocati dall’essere stati vaccinati. Richieste, si badi bene, basate su una ben precisa raccomandazione adottata lo scorso 27 gennaio con la direttiva 2361 dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (47 Stati membri, 27 dei quali dell’Unione Europea). Tale raccomandazione  esorta i governi a

“mettere in atto programmi indipendenti di compensazione vaccinale per garantire il risarcimento per danni indebiti e danni derivanti dalla vaccinazione”. 

Per cercare di capire come stanno in realtà le cose ci siamo rivolti al professor Aldo Ferrara, docente fuori ruolo di Malattie respiratorie all’ Università di Milano e Siena, specialista in malattie respiratorie, tisiologia e fisiopatologia respiratoria, executive manager dell’European Research Automotive Medicine, componente del Comitato tecnico-scientifico dell’Agenzia Controllo, nonché editorialista di giornali e TV in tema di salute e sicurezza stradale. 

Perché tanta confusione sui vaccini e come combattere l’attuale pandemia?

Mi pare non siano d’accordo tra loro neppure non pochi scienziati di chiara fama.

“Mentre si parla di quarta ondata della pandemia, avverto da cittadino la sensazione di un altro tipo di ondata che sta travolgendo tutti. Quella della confusione. L’argomento è all’ordine del giorno da parte del Parlamento e del Consiglio Europeo. Che, congiuntamente, hanno stilato due documenti cui dovranno attenersi i Paesi membri, il 953 e il 954/21.

Le Autorità europee hanno stilato una serie di raccomandazioni cogenti tenendo presenti due obiettivi:

1- contenimento della diffusione del virus e

2- drammatica attenzione a non porre in essere misure discriminatorie che possano ledere diritti della persona, della comunità e del libero trasferimento delle persone. Operazione resa difficile dal contesto in cui non si vuole ammettere ancora una limitata conoscenza scientifica circa l’efficacia delle vaccinazioni. 

Quali sono i punti salienti dei documenti stilati dal Parlamento e dal Consiglio Europeo?

Riporto due punti del Regolamento 953. Il primo è il punto 7.

“In base alle evidenze mediche attuali e tuttora in evoluzione, le persone vaccinate o che hanno avuto di recente un risultato negativo a un test per la COVID-19. E le persone che sono guarite dalla COVID-19 nei sei mesi precedenti sembrano comportare un rischio ridotto di contagiare altre persone con il SARS-CoV-2.” 

L’altro è il punto 36.

“È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici. Perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito. Come i bambini. O perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate.

Pertanto il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione. O per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”. 

Ma con l’istituzione del Green Pass dei vaccini per poter viaggiare e avere vita sociale e professionale mi pare ci siano contraddizioni.

Il punto 36 è molto controverso perché non consente di consigliare o applicare una norma restrittiva sui mezzi di trasporto a medio o lungo tragitto. La restrizione significherebbe il blocco della mobilità in un momento in cui si ritorna dalle vacanze. E ci si muove per le scuole.

Ma soprattutto, con una successiva rettifica del Regolamento UE, sancisce l’inderogabile necessità di non discriminare coloro che non possono vaccinarsi, chi non ha ancora avuto l’opportunità di farlo o anche chi ha scelto la non vaccinazione. Tutto ciò in forza dell’impossibilità di apporre l’obbligo vaccinale.

Il “core” del problema è cercare di rendere compatibili gli spostamenti e le attività della società del terziario con la salvaguardia della salute pubblica.

Problema reso impossibile dalla non risolta questione primaria di tutta la vicenda: quanto siano efficaci i vaccini, quanto lo siano da soli, quanto lo sarebbero se si agisse “ a tenaglia” con altri supporti. Regge davvero il mantra “i vaccini sono l’unica arma sicura”? Ecco, sull’efficacia e la sicurezza abbiamo ancora molto da studiare.

Che succede con le richieste risarcitorie per asseriti danni da vaccinazione? 

 Per le vaccinazioni obbligatorie sono istituite Commissioni Mediche delle Asl che valutino i danni eventuali da vaccino. In Italia sono riconosciuti certi 700 casi e 1300 da trasfusione. Gli indennizzi sono regolati da due Leggi, la L.210/92 e sue integrazioni (legge n. 238 del 25 luglio 1997, legge n. 362 del 14 ottobre 1999). Il soggetto danneggiato percepisce un assegno bimestrale per tutta la vita con importi che variano da un massimo di 7.533/anno a un minimo di 6.581/anno. E infine la legge n. 229 del 29 ottobre 2005, con la quale è stato introdotto un ulteriore indennizzo, notevolmente superiore rispetto a quello previsto dalla legge n. 210/92, al quale si somma. Ed è corrisposto “per la metà al soggetto danneggiato e per l’altra metà ai congiunti che prestano o abbiano prestato al danneggiato assistenza in maniera prevalente e continuativa” (art. 1, legge 229/2005). 

I danni quindi possono esserci, in parte ci sono e vengono anche riconosciuti, non sono un’invenzione dei No Wax o dei pavidi.

Pertanto queste due leggi dimostrano che:

1. il danno è riconoscibile e riconosciuto;

2. il danno è risarcibile;

3. il danno è evitabile con maggiori accortezze operative.

Saranno le Autorità competenti a decidere la reale portata dei danni eventuali. Ma tutto questo vale per le vaccinazioni obbligatorie e per quelle non obbligatorie eseguite per motivi di lavoro, per i soggetti a rischio sanitario, antinfluenzale.

Ora ci troviamo in situazioni di questo tipo con i vaccini anti SARS-2.

L’AIFA fa il punto della situazione e indica: “È online l’analisi delle segnalazioni di evento avverso registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 giugno 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale contro il COVID-19. Il testo, pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), analizza 76.206 segnalazioni (tasso di segnalazione di 154 ogni 100.000 dosi), di cui l’87,9% sono riferite a eventi non gravi, che si risolvono completamente, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. 

Ma ci sono anche casi gravi?

Le segnalazioni gravi corrispondono all’11,9% del totale e più frequentemente si tratta di sindromi simil-influenzali con sintomatologia intensa. La maggior parte delle segnalazioni sono relative al vaccino Comirnaty (69%), finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (70,6% delle dosi somministrate), e solo in minor misura al vaccino Vaxzevria (24,7%), al Spikevax (5,2%) e al Janssen (1,1% delle dosi somministrate). Come riportato nel rapporto, gli eventi avversi registrati non sono necessariamente causati dal vaccino, ma potrebbero essere un sintomo di un’altra malattia o potrebbero essere associati a un altro prodotto assunto dalla persona che si è vaccinata.

Casi mortali?

È evidente che si tratti di reazioni non gravissime o mortali ( ancora da documentare), ma nessuno conosce le reazioni a distanza che pure possono essere presunte quali la S. di Guillame-Barrè o altre patologie vascolari ipotizzabili. Un protocollo, da perfezionare, è stato messo in atto da Peter Schirmacher dell’Univ. di Heidelberg che ha studiato autopticamente 40 soggetti deceduti dopo la vaccinazione.

Un numero limitatissimo di casi dai quali l’Autore desume un nesso di causalità pari al 30%. Certo è che l’istituzione di un Registro delle Reazioni Avverse, ovvero un più puntuale censimento di queste aiuterebbe nella comprensione del rapporto causale tra vaccino e insorgenza di patologie iatrogene. 

Stando così le cose, non è un po’ troppo sbrigativo definire irresponsabili i No Vax che hanno manifestato e continuano a manifestare al nord come al sud?

E in ogni caso, riguardo l’Italia, trattandosi di non pochi cittadini italiani che protestano non è il caso di cercare di capire meglio cosa li muove?

Sono stato io il primo in epoca non sospetta, marzo del 2016, a definire le Curve Nord e Sud dei Provax e Novax, allora si parlava di autismo e vaccinazione MPR, un’autentica stupidaggine. Il problema è clinico, va affrontato dai Clinici e non solo dai Virologi, è una questione scientifica e non può essere dileggiata da incompetenti da internet.

La vaccinazione, molto raccomandata dai governi e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è davvero l’unica strada valida contro il Covid-19?

O ce ne sono altre, complementari e/o alternative che purtroppo non vengono prese nella giusta considerazione.

Qui l’Italia vince l’oro. La Scuola di Tor Vergata del Prof. Giuseppe Novelli, tra i più affermati genetisti mondiali, sta conducendo studi sulla terapia “ a tenaglia”: vaccini, antivirali, anticorpi monoclonali. Tra questi, quelli definibili per semplicità “anticorpi sintetici” che neutralizzano il virus e sue varianti anche a concentrazioni molto basse. E che derivano da una piattaforma di biologia molecolare utilizzabile anche per altre patologie. È il frutto di una ricerca policentrica tra Tor Vergata, Ospedale Spallanzani, Università di Torino e del Nevada, ricerca che indica nuove strade perseguibili in tempi rapidissimi.

I vari vaccini anti Covid comparsi sulla scena negli ultimi due anni non hanno potuto godere dello stesso numero di anni di verifiche e controlli che hanno invece avuto i vaccini verso patologie come il morbillo, influenza comune, poliomielite.

Quindi è comprensibile che molta gente abbia paura e preferisca non vaccinarsi. Come rimediare?

Va ricordato a tutti, nessuno escluso, che stiamo ancora studiando. Che l’intero pianeta sta adottando ogni misura dello scibile per il contrasto. Che non siamo omniscienti. E che confidiamo nell’aiuto di tutti. Quando la tubercolosi tra la fine del XIX secolo e delle due guerre fece altrettanto morti degli eventi bellici (500 ogni 100 mila abitanti, 5 volte più del cancro), nessuno protestò. E migliaia di malati guarirono grazie ad un intervento come il pneumotorace di Forlanini. Che non era una semplice puntura nel braccio ma l’introduzione di aria nel cavo pleurico.

E fu da lì che poi grazie ai chemioterapici si eradicò la TBC. Anche se negli ultimi decenni l’umanità ha subito una “seconda ondata” con 2 milioni di morti ogni anno nel pianeta. Non ho sentito nessuno che faccia atto di umiltà dicendo “guardate, stiamo lavorando, ne sappiamo ancora poco”. Solo manifestazioni mediatiche e proclami non sempre esatti, per adottare termini eufemistici.

Come si fa a distinguere le critiche e i timori fondati nei confronti dei vaccini dalle fake news che imperversano seminando scetticismo e allarme?

In psicologia sociale, usare termini dicotomici non serve a elidere esitazioni vaccinali. Una buona ricetta potrebbe essere:
– buon senso
– adottare il buon senso
– far riferimento alle persone di buon senso.

Conclusione?

In conclusione, la regola d’oro è seguire il Regolamento Europeo: che lo facciano i decisori politici e che si adeguino i cittadini nell’interesse della collettività con un Regolamento univoco evitando difformità legislative tra i Paesi membri. Certamente il compito di salvaguardare i diritti della collettività e del singolo individuo mette a dura prova chiunque abbia tale responsabilità.