Venezia contro Macron: la Repubblica vive e vuole Le nozze di Cana, non Canaletto. Ma come fare con Casanova

Possibile screzio diplomatico in arrivo tra Italia e Francia. Che in due precise occasioni potrebbe riconoscere come interlocutore almeno a livello culturale la Repubblica Veneta.

La Repubblica Veneta è un organismo che non ha nulla a che vedere con il leghismo, cioè né con la Lega di Salvini e neppure con la Liga Veneta, Ma che è invece nato come autonominato erede della gloriosa repubblica nota anche come Serenissima. Capitale Venezia. Storia millenaria e territori in Italia fino a Bergamo. E fuori Italia oltre l’Adriatico.
 
La ricca e potente Repubblica Veneta era guidata dalla figura del Doge e dall’assemblea del Maggior Consiglio. Composto da 1.200 patrizi e massimo organo politico della Repubblica. Le decisioni del Gran Consiglio per essere valide prevedevano il numero legale di almeno 600 presenze.
 
L’attuale Maggior Consiglio, autonominatosi nel 2016 e composto da 120 persone (un decimo dei 1.200 dei secoli d’oro), il 22 ottobre dello stesso 2016 ha designato come doge – per la precisione il 121esimo (in numeri romani CXXI) – il venezianissimo Albert Gardin, ex direttore della veneziana Editoria Universitaria. Ma andiamo per ordine.

Le memorie di Casanova e un premio a Parigi

 La prima occasione di possibile screzio tra Parigi e Roma è legato alla autobiografia del veneziano Giacomo Casanova, noto più come “sciupafemmine” che per i suoi meriti soprattutto letterari. Per esempio, ha tradotto in veneziano l’Iliade di Omero. E i 400 fogli manoscritti della sua traduzione sono stati trovati a Praga nel 1996 proprio da Gardin.
 
La cerimonia avverrà a Parigi, a novembre. Il Premio Casanova verrà dato dalla Repubblica Veneta a personalità francesi. Così il comunicato del 21 agosto stilato dal Maggior Consiglio della Repubblica Veneta, riunito a Mestrino nel ristorante e pizzeria Ada2, è stato scritto in francese e poi tradotto in italiano:
 
République Veneta. Le Maggior Consiglio, lors de sa réunion du 20.8.2020, a décrété d’attribuer l’édition 2020 du “Gand Prix ‘Giacomo Casanova’ de la République de Venise” aux personnalités suivantes, pour la contribution extraordinaire apportée à la valorisation de l’œuvre “Histoire de ma vie” de Giacomo Casanova: Ministre Frédéric Mitterrand, Professeur Bruno Racine, Editeur Antoine Gallimard, Editeur Hubertus Brockhaus, Écrivain Philippe Sollers, M. X (mécénat toujours anonyme qui a couvert l’achat du manuscrit casanovien au profit de la Bibliothèque nationale de France).
La cérémonie de remise des prix aura lieu à Paris fin novembre selon le programme de l’événement organisé par le metteur en scène Bernard Duroux.
Le Prix, un médaillon en bronze représentant Giacomo Casanova, d’après la gravure de son frère Francesco, sera décerné par le CXXI Doge Albert Gardin.
Venise, 21.8.2020″

Traduzione in italiano

“REPUBBLICA VENETA – MAGGIOR CONSIGLIO
 Il Maggior Consiglio, nella sua riunione del 20.8.2020,  ha decretato di assegnare l’edizione 2020 del “Gan Premio ‘Giacomo Casanova’ della Repubblica Veneta” alle seguenti personalità, per lo straordinario contributo dato alla valorizzazione dell’opera “Histoire de ma vie” di Giacomo Casanova: Ministro Frédéric Mitterrand, Professore Bruno Racine, Editore Antoine Gallimard, Editore Hubertus Brockhaus, Scrittore Philippe Sollers, Signor X (finanziatore ancora anonimo che ha coperto l’acquisto del manoscritto casanoviano in favore della Bibliothèque Nationale de France).
La Premiazione avverrà a Parigi a fine novembre secondo la programmazione dell’evento curata dal regista Bernard Duroux.
Il Premio, un medaglione in bronzo raffigurante Giacomo Casanova, secondo l’incisione fatta da suo fratello Francesco, sarà consegnato dal CXXI Doge Albert Gardin.
Venezia, 21.8.2020”.

Parla l’ultimo doge di Venezia

 Albert Gardin spiega:
 
“Tutte le personalità premiande sono legate alla conservazione, esposizione e valorizzazione delle memorie di Casanova “Histoire de ma vie”, capolavoro universale della letteratura francese, opera del veneziano Giacomo Casanova. Brockhaus è stato a lungo il proprietario del manoscritto che, acquistato dall’anonimo Signor X, è stato da questi donato alla Bibliothèque Nationale de France”.
 
La seconda occasione di possibile screzio riguarda restituzione a Venezia di un quadro del pittore veneziano Giovanni Antonio Canal, nato a Venezia nel 1697, morto a Venezia nel 1868 e meglio conosciuto come il Canaletto.  Al posto della richiesta di restituzione delle “Nozze di Cana” del pittore Paolo Caliari detto il Veronese, è stata annunciata il 21 agosto di due anni fa dal presidente francese Emmanuel Macron in persona le restituzione di un quadro del Canaletto. Ma vediamo come e perché.
 
Gardin spiega:
 
“A Venezia abbiamo lanciato una campagna di sensibilizzazione per la restituzione del patrimonio artistico veneto rubato dalla Francia durante le occupazioni del periodo napoleonico. Abbiamo un’apposita pagina Facebook che ne parla.  Tale nostra campagna però è associata a quella ancora più importante per una trattativa tra Repubblica di Francia e Repubblica Veneta sulla revisione del Trattato di Campoformio nelle parti che riguardano la Serenissima”
 
Campoformio, dizione veneziana di Campoformido, è una località alle porte di Udine. Qui venne stipulato il trattato – firmato da Napoleone e da un rappresentante dell’Austria il 17 ottobre 1797 – che pose fine alla Repubblica Veneta spartendola tra Austria e Francia.
Il trattato a maggio era stato preceduto dalla decisione del Maggior Consiglio, ratificata dal doge Ludovico Manin (storicamente, l’ultimo doge), di decretare la fine della Serenissima e il passaggio dei poteri a un non meglio definito governo provvisorio.

Nel 1797 mancava il numero legale

Gardin fa notare che:
 
“quella votazione del Maggior Consiglio non è valida perché mancava il numero legale. Erano infatti presenti solo 537 membri, mentre il numero legale, fissato da lungo tempo,  prevedeva almeno  600 presenze”.
 
Sta di fatto che il settimanale francese L’Express del 29 agosto 2018 ha pubblicato a firma di Christophe Barbier un articolo che parlando di una giornata all’Eliseo a un certo punto scrive:
 
“Eliseo, 21 agosto, ore 19.39
L’Eliseo ne ha contate 6713. È il numero delle cartoline tipo, prestampate e spedite da Venezia a sostegno della revisione del Trattato di Campoformio del 1797 e della richiesta di restituzione delle “Nozze di Cana”, il quadro del Veronese asportato dalle truppe napoleoniche e appeso al Louvre. L’iniziativa è sostenuta dal 121° Doge Alberto Gardin.
Emmanuel Macron entra nell’ufficio di Alexis Kohler. “Intanto gli diamo questo, per tenerli buoni”, e il presidente punta il dito su una piccola tela del Canaletto, appesa nell’ufficio del Segretario generale dell’Eliseo, una veduta di Piazza San Marco vista dall’ala Napoleonica”.
 
Forse Macron scherzava, magari giocando sull’assonanza dei nomi Cana e Canaletto. In ogni caso non ha specificato a chi “gli diamo questo”. Né a chi si riferisse con quel “per tenerli buoni”. Si riferiva all’Italia, al Veneto, a Venezia o agli organizzatori della richiesta di restituzione, vale a dire alla autonominatasi Repubblica Veneta?

Repubblica di Venezia contro Italia e Francia

Gardin taglia corto:
 
“I particolari sono ovviamente tutti da definire. Ma la controparte siamo noi, non l’Italia e la sua Regione Veneto. È una partita abbastanza delicata che dovrà trovare una sua coerenza storica e giuridica. Macron è buon conoscitore dei fatti!”. Staremo a vedere.
 
Che non si tratti solo di folclore o di mero campanilismo, ma piuttosto di un fuocherello che cova sotto la cenere, lo fanno pensare alcuni fatti:
 
Il primo è la nascita della Liga Veneta, venuta al mondo due anni prima della Lega di Umberto Bossi oggi diventata di Matteo Salvini. La Liga è nata a Padova nel 1979 come movimento autonomista e federalista  che voleva  il federalismo fiscale e “la valorizzazione della civiltà, cultura e storia dei veneti. E in particolar modo della repubblica serenissima di Venezia, Nel rispetto e nella collaborazione con tutti i Popoli, vicini e lontani, fedeli agli esempi e alla storia dei nostri avi”.
 
Il secondo fatto è l’azione del piccolo movimento dei Serenissimi che a metà degli anni ’90 del secolo scorso condusse varie azioni per reclamare la secessione del Veneto. L’azione più eclatante dei Serenissimi fu l’occupazione nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1997 di piazza S. Marco e del suo campanile. Armati di un “tanko”, termine veneto per indicare un rudimentale tank, o carro
armato che di si voglia, ricavato da un trattore.

Secessionisti veneti arrestati

Il terzo fatto sono i 24 arresti del 2 aprile 2014 ordinati dalla Procura di Brescia contro un gruppo di secessionisti del Veneto accusati di associazione con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Per la Procura di Brescia non c’erano dubbi: i 24 più altri 27 indagati erano disposti a tutto pur di perseguire l’indipendenza del Veneto.
 
Il quarto fatto. Nel 2016 lo studioso di storia veneta Ettore Beggiato, vicentino, ha voluto celebrare i 150 anni del plebiscito dell’annessione del Veneto all’Italia dei Savoia con un libro pubblicato da Editrice Veneta esplicito fin dal titolo: 1866. La grande truffa.

Annessione di Venezia all’Italia: fu truffa?

Beggiato parla chiaro:
 
“Minacce e schede nominali, ci sono le prove: fu una vera truffa. Nella mia ricerca ho trovato testimonianze inattaccabili. Mi auguro che si arrivi a un referendum sull’indipendenza”.
Il tema della truffa plebiscitaria è caro non solo a Beggiato, come dimostra anche il sito de I Nuovi Vespri.
 
Come che sia, Gardin ci tiene a chiarire:
 
“La nostra non è una secessione dall’Italia, ma una liberazione da un occupazione illegittima e mascherata. L’elezione del 121esimo doge parla chiaro: diamo continuità alla Repubblica Veneta. Ogni veneto ha il dovere patriottico di difendere la Repubblica Veneta! Questa è la nostra impostazione di base.
 
E facciamo un esempio. De Gaulle raccogliendo tutte le energie nazionali (cultura e diplomazia) è riuscito a portare la Francia alla vittoria contro il nazismo e l’occupazione. Anche noi facciamo forza della nostra cultura, della nostra storia e dell’arte della diplomazia. Abborriamo ogni firma di violenza e soprattutto di terrorismo. La nostra è una “guerra” civile che sapremo vincere”.

Ma il Veneto di oggi non è quello di due secoli fa

I tifosi della riesumazione della Repubblica Veneta – come del resto anche la Liga e i “serenissimi” del “tanko” – pare non si rendano conto che il Veneto di cui parlano non è quello della Serenissima, ma quello i cui confini sono stati determinati dall’aborrito trattato di Campoformio/Campoformido. E – truffa o non truffa – dalla annessione all’Italia  dei Savoia.
 
Vogliono però essere attivi anche in politica estera. Gardin infatti nel Maggior Consiglio ha denunciato
 
“la gravissima posizione assunta dalla Commissione dell”Unione Europea” sulle elezioni in Bielorussia. La Commissione UE compie ancora una volta una grave ingerenza nelle questioni interne di uno Stato sovrano. Per noi Veneti le questioni bielorusse vanno regolate dal Popolo bielorusso.
 
“Noi Veneti, defraudati dalle prepotenze straniere che ci hanno tolto libertà e ricchezza, conosciamo bene queste logiche interventiste. Il Maggior Consiglio esprime in maniera netta e forte la nostra solidarietà al governo della Repubblica di Bielorussia. La dichiarazione della Commissione dell’UE non è meno grave, per le implicazioni politiche generate, dell’invasione e sottomissione della Polonia da parte della Germania hitleriana”.

La politica estera della Repubblica di Venezia nel 21.mo secolo

Come risposta all’”arroganza occidentalista”, il Maggior Consiglio intende anche organizzare una visita in carcere agli esponenti politici catalani
 
“tenuti in prigione per aver avviato un processo democratico (molto blando) per l’affermazione dell’indipendenza e sovranità catalane dal centralismo spagnolo”.
 
E’ anche in corso trattativa con San Marino per valutare la possibilità di rapporti politici bilaterali, collaborazioni commerciali e apertura di un ufficio di rappresentanza della Repubblica Veneta a San Marino”.
 
Per ora non resta che aspettare cosa farà Parigi e con chi lo farà quando ci saranno a fine novembre la cerimonia per il Premio Casanova e non si sa ancora quando la ventilata restituzione del dipinto del Canaletto.
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