Voto in tempo di covid: presidenziali in Portogallo, raccolta schede porta a porta (ma il risultato è scontato)

Voto in Portogallo mentre imperversa il coronavirus. A causa dello sbarco della variante inglese il boom di contagi e morti aumenta. Chiuse perciò tutte le scuole intanto per due settimane. E istituito per chi è in quarantena o nelle case di riposo il ritiro porta a porta delle schede per le elezioni presidenziali del 24 gennaio, corrente mese. 

L’Inghilterra per non far sbarcare nel Regno Unito la variante brasiliana del coronavirus del Covid-19 ha sospeso i voli dal Portogallo.

Che a sua volta ora viene allagato da una ondata di contagi dovuti alla presenza “molto forte” della variante arrivata proprio dall’Inghilterra, nota appunto come variante inglese. L’Istituto Superiore di Sanità Ricardo Jorge prevede che arrivi a provocare il 60% delle nuove infezioni nel prossimo mese. La varante inglese è la più aggressiva per i giovanissimi. Pertanto, alle varie misure e al coprifuoco da nuovo lockdown decretato il 15 gennaio si è aggiunta la chiusura di tutte le scuole a partire da venerdì 22. Intanto per  due settimane.

A premere sul Governo per la chiusura immediata delle scuole è stato il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa. Preoccupato anche per i danni crescenti all’economia. Appena rientrato da Bruxelles, dove il Portogallo attualmente ha il turno di presidenza Consiglio dell’Unione Europea,  il Capo dello Stato ha chiesto al Governo di agire subito.

Covid, morti e malati cifre da record

Le conseguenze della grande socialità tra parenti e amici delle rimpatriate delle feste natalizie e di Capodanno hanno travolto il Paese lusitano con tassi di infezione e mortalità tra i più elevati al mondo. Da molti giorni si registrano oltre 10 mila contagi ogni 24 ore, con punte di 14 mila, e i morti superano regolarmente i 200.

Venerdì 22 i nuovi contagi erano per l’esattezza 13.987 e i morti 234. Sabato  nuovi casi 15.333,  274 i morti, un nuovo record. Le previsioni parlano addirittura di 16 mila nuovi contagi al giorno a partire dai primi di febbraio. Per farsi un’idea più precisa delle dimensioni di questa tragedia è utile fare un paragone con l’Italia. Moltiplicando queste cifre  per sei. Perché il Portogallo ha 10 milioni di abitanti e l’Italia invece 60 milioni. 

Con 70mila casi attualmente attivi il Portogallo è diventato il Paese con il più alto rapporto tra contagiati e popolazione.  Il sistema sanitario ormai è saturo. Trovare nuovi posti per malati di Covid è peggio che cercare un ago nel pagliaio.

Un po’ l’usuale imprudenza e non rispetto delle regole tipica dei giovanissimi. Un po’ lo stare chiusi in classe a scuola. Un po’ l’aggressività della variante inglese. Più di un po’ i festeggiamenti di fine anno. Sta di fatto che a spingere il Capo dello Stato portoghese a intervenire e il governo a non indugiare oltre è stata l’impennata di contagi tra adolescenti nella fascia di età dai 13 ai 17 anni.

Scuole chiuse per il covid, ma anche per il voto

Scuole di ogni ordine e grado chiuse, ma potranno andare comunque a lezione o all’asilo i bambini sotto i 12 anni di età con genitori occupati in lavori essenziali. 

Chiusi anche i negozi, solo alcuni dei quali potranno ricevere il pubblico solo su appuntamento, e sospese tutte le udienze nei tribunali, eccetto quelle urgenti.

Voto per il presidente della Repubblica il 24 gennaio

Il 24 gennaio si vota per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Si prevede un’astensione record, fino al 75 per cento, stimolata anche dal fatto che viene dato per scontato che il presidente uscente, il conservatore Marcelo Rebelo de Sousa, dovrebbe essere rieletto al primo turno perché i socialisti, pur essendo al governo, non hanno presentato un loro candidato. Per evitare l’assenteismo forzato delle migliaia di persone in quarantena o in case di riposo  verrà organizzata una novità assoluta. La raccolta porta a porta da parte di volontari delle schede col voto.

Nonostante lo stato di emergenza dichiarato a novembre e gli inasprimenti recenti, le leggi portoghesi non permettono il rinvio del voto. E nemmeno il divieto della campagna elettorale. E’ stata anche data la possibilità di votazione anticipata e il 17 gennaio ne è stata fatta una per i 250 mila portoghesi che vi si erano iscritti. Affluenza dell’80% anche se le lunghe file davanti ad alcuni seggi, specie a Lisbona,  hanno fatto restare a casa non poca gente.

E’ stata presa in considerazione anche la possibilità di votare come in Cecoslovacchia, cioè dalla propria automobile consegnando dal finestrino la scheda agli addetti degli appositi seggi collocati in strada. Ma l’ipotesi è stata scartata per non penalizzare chi non ha l’auto o non è in grado di guidarla. 

Voto in attesa del bazooka europeo

Il premier António Costa giovedì scorso in un’intervista a TVI ha dichiarato di ritenere che il prodotto interno lordo (PIL) nel 2020 sia diminuito di 15 miliardi e le entrate calate del 22,9%. Motivo per cui l’obiettivo del governo è avviare ”il bazooka europeo”, Recovery Plan e MES, entro giugno per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Secondo Costa l’attuale pandemia

“avrà un impatto molto grande sull’economia e sull’occupazione. Prima del 2022 non torneremo al punto in cui eravamo nel 2019, il che significa tre anni persi”.

Il Portogallo è uscito da poco da una forte crisi durata anni grazie anche all’opera del governo di sinistra presieduto da Antonio Costa e nato nel 2015, dopo che il Paese dal 2011 al 2014 si era sottoposto disciplinatamente ai vari tagli di spesa indicati dal piano di assistenza finanziaria portato dalla troika (UE, BCE e FMI). Costa ereditava l’austerità del governo conservatore di Pedro Passos-Coelho e proseguiva su quella strada nonostante la sua maggioranza comprendesse, e comprende tutt’ora, socialisti, comunisti anti-NATO e anti-UE, Verdi e ultra-sinistra.

Costa però ha giocato molto bene la carta  del turismo, diventato la locomotiva trainante della rimonta. Al ritmo di un aumento del PIL del 2,5 l’anno per un intero quinquennio.  Con il Portogallo che riusciva a diventare la meta europea più ambita dai turisti.

Il premier a TVI ha poi fatto rilevare che la radice della crisi attuale

“non è nell’economia, ma piuttosto nella salute. E nessuno può avere l’illusione che questa pandemia passerà solo con i danni alla salute e alla vita”.

 

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