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Occupazione. Non basta una legge. Italia, economia bloccata: 0,7 crescita = 0 lavoro

di Marco Benedetto |11 Aprile 2015 22:35

Matteo Renzi fra Poletti e Guidi presenta il Jobs Act. Non saranno aumentati gli occupati, ma almeno sono diminuiti i precari

MILANO – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo “Crescita occupazione? Zero”.

Ci avevano detto, con una certa punta di orgoglio, che nei primi due mesi dell’anno l’occupazione era cresciuta di 70 mila unità. Come tutte le persone di buonsenso, abbiamo dubitato. Facile immaginare che i 70 mila contratti in più a tempo indeterminato altro non fossero che una trasformazione dei precedenti contratti atipici.

Giusto il tempo perché l’Inps riuscisse a esaminare meglio i dati, e ecco la verità pura e semplice: non è successo niente.

Sono aumentati del 12,3 per cento i contratti a tempo indeterminato, ma nello stesso tempo sono diminuiti quelli a termine e quelli di apprendistato. La somma algebrica delle variazioni da praticamente zero. Come detto, non è successo niente.

D’altra parte com’era possibile che un sistema produttivo ancora bloccato riuscisse a far crescere l’occupazione e al ritmo di 30-40 mila nuovi posti di lavoro al mese? Non era possibile e infatti non è successo. E questo ci riporta al punto di partenza di queste analisi.

Se la crescita 2015 rimarrà nei valori previsti (0,7 per cento) è molto probabile che a fine anno l’aumento dell’occupazione risulti uguale a zero, come è successo in questi due mesi. Se si vuole ottenere qualche risultato in tema di posti di lavoro è indispensabile realizzare una crescita molto più robusta, addirittura molto sopra l’1 per cento (meglio di 2-3 per cento).

Insomma, non basta una legge per riempire i capannoni di nuove persone. Bisogna cercare di ottenere una maggior crescita. Cosa che per oggi in Italia non c’è.

Ancora un’osservazione. Se si tiene conto del Qe di Draghi, della svalutazione dell’euro e del ribasso del petrolio, ci si rende conto che la modesta crescita dello 0,7 per cetno arriva tutta da questi elementi. In sostanza, la poca crescita che abbiamo, e che registreremo, non arriva da una astuta politica economica governativa (che infatti non c’è), ma molto più semplicemente da una forte spinta che ci arriva dall’estero. E l’Italia rimane con tutti suoi problemi.

Si potrebbe aggiungere che, con tutti questi elementi internazionali favorevoli, il paese dovrebbe crescere molto di più. In altri tempi, con una situazione internazionale così buona, la crescita sarebbe volata sopra il 2 per cento e la disoccupazione sarebbe stata riassorbita (in buona parte) davvero.

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