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Ocse, piccolo allarme: nel 2017 crescita record ma dal 2018…

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Italia in crescita anche nel 2018. Ma meno di ora (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business con il titolo “Ocse, dal 2018 l’Italia rallenta“:

L’Ocse rivede al rialzo le stime di crescita del Pil dell’Italia portando all’1,6 per cento la crescita attesa per quest’anno. Il 2017 segnerà però un picco per la nostra economia. Nel suo Economic Outlook l’Ocse avverte che già dal 2018 il Pil crescerà con un’intensità minore. Le stime indicano un incremento dell’1,5 per cento nel 2018 e dell’1,3 per cento nel 2019.

Le prospettive per l’Italia sono comunque migliorate rapidamente in questi mesi. Ricordiamo che a giugno l’Ocse stimava un aumento del Pil dell’1 per cento quest’anno e dello 0,8 il prossimo. A settembre aveva alzato le stime portandole rispettivamente a +1,4 e +1,2 per cento, fino all’ulteriore revisione odierna. Per quest’anno l’Ocse è addirittura più ottimista del governo (nella foto il ministro dell’economia Padoan con il premier Gentiloni), la cui stima per il 2017 è di un aumento dell’1,5 per cento del Pil.

I consumi privati continueranno a essere il principale driver della crescita italiana. L’aumento dell’occupazione sosterrà il reddito disponibile mentre gli incentivi fiscali e la domanda esterna daranno sostegno agli investimenti e alla crescita dell’export, osserva l’Ocse, sottolineando come la capacità produttiva in eccesso si stia riducendo, pur in presenza di prezzi al consumo e pressioni salariali invariate.

Gli elevati livelli di crediti deteriorati detenuti dalle banche e l’enorme debito pubblico nazionale restano, secondo gli esperti dell’Ocse, i due principali fattori di rischio e di vulnerabilità. Gli Npl (Non performing loan) rappresentano una zavorra sui bilanci delle banche, «aumentando i rischi a carico delle finanze pubbliche in caso di crisi», scrive l’Ocse nell’Economic Outlook, sottolineando però che i crediti deteriorati stanno diminuendo e che gli interventi del governo per gestire la crisi delle banche più deboli ha dato buoni frutti. Secondo l’organizzazione con sede a Parigi, l’Italia deve fare di più su questo fronte, al fine di ridare fiducia nel paese e rafforzare gli investimenti nel settore privato.

Quanto ai conti pubblici e alla zavorra del debito, l’Ocse osserva che già quest’anno il rapporto debito/Pil inizierà a scendere, anche se di poco, portandosi al 131,6 da 131,9 del 2016. Passi più consistenti sono attesi nei prossimi due anni con un rapporto che scenderà al 129,8 nel 2018 e al 127,7 nel 2019. In frenata anche il deficit, che secondo le stime scenderà al 2,1 quest’anno, poi all’1,6 per cento il prossimo e all’1,1 per cento nel 2019. Nonostante il calo atteso, e auspicato, l’incidenza del debito pubblico resta alta e la politica di bilancio resta vulnerabile agli aumenti dei tassi di interesse, osserva l’Ocse, che invita il prossimo governo a spingere l’acceleratore sulle riforme strutturali che possano sostenere la crescita.

Per quanto in miglioramento, la crescita italiana resta ancora troppo debole. L’economia globale sta crescendo al suo ritmo più sostenuto dal 2010, con la ripresa che sta diventando sempre più sincronizzata tra i vari paesi, osserva l’Ocse. Ciò grazie soprattutto agli stimoli arrivati dalle politiche fiscali e monetarie, che sono state accompagnate da forti aumenti occupazionali, da una moderata ripresa degli investimenti e dal risveglio dell’interscambio. L’Ocse stima una crescita del Pil globale del 3,6 per cento quest’anno, che si rafforzerà nel 2018 al 3,7 per cento per poi ritornare nel 2019 al 3,6 per cento.

Nell’area Ocse il Pil dovrebbe attestarsi al 2,4 per cento quest’anno e il prossimo, frenando al 2,1 per cento nel 2019. L’Eurozona crescerà del 2,4 per cento quest’anno, per poi rallentare al 2,1 per cento il prossimo e all’1,9 per cento nel 2019. Gli Stati Uniti quest’anno cresceranno meno della zona euro con un aumento del Pil atteso del 2,2 per cento, ma poi segneranno un’accelerazione il prossimo anno al 2,5 per cento e una frenata nel 2019 al 2,1 per cento. L’altra locomotiva dell’economia globale, la Cina, crescerà quest’anno del 6,8 per cento per poi ridimensionare la crescita al 6,6 per cento nel 2018 e al 6,4 per cento nel 2019.

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