P38, bufera sul concerto pro Brigate Rosse della band incappucciata, indaga la DIGOS: provocazione artistica?

P38, bufera sul concerto pro Brigate rosse. Il concerto che la band (incappucciata) “P 38” ha tenuto il primo maggio sul palco del Circolo ARCI Tunnel di  Reggio Emilia. La band si difende, la DIGOS indaga.

In mezzo fuoco e fiamme, indignazione, la durissima condanna del sindaco Luca Vecchi (Pd) che ha tuonato: “Il concerto pro BR? Una vergogna e un insulto alla città“.

Lorenzo Biagi, figlio del giuslavorista Marco, assassinato dai brigatisti mentre in bicicletta rincasava (Bologna, 19 marzo 2002) ha sfogato la sua rabbia dicendo: “Un episodio schifoso, eppure non mi stupisce. Quel brodo malsano esiste ancora oggi. E mi chiedo: perché li hanno fatti esibire? Mi auguro solo che i componenti della band siano dei mentecatti. Comunque basta con l’apologia del terrorismo. Bisogna intervenire, anche nel profondo. E tenere alta la guardia “.

IL COMUNICATO DELLA P 38

Gli incappucciati, forse euforici per l’eco sui Tg nazionali – manco fossero i nuovi Maneskin all’Eurovision – hanno cercato di spiegarsi addirittura con  un comunicato  per dire “è solo arte”, negando “di essere terroristi “. 

E glissando sui testi delle loro canzoni che rievocano i famigerati Anni di piombo (terrorismo rosso e nero che fece 350 morti e 1.100 feriti tra il 1969 e il 1982).

Silenzio poi sulla bandiera delle BR. Era esposta per ignoranza o stupido esibizionismo provocatorio ? “Siamo trapper brigatisti” si sono giustificati. E poi: “Siamo estremi e provocatori ma non pensiamo certo alla lotta armata”. Inquieta (si fa per dire)il manifesto che pubblicizza il gruppo musicale. Vi campeggia un titolo a caratteri cubitali. Cioè: NUOVE BR TOUR. C’è poco da aggiungere.

REAZIONI FURIBONDE ALLA P38

Tutti i partiti sono immediatamente intervenuti  dal Pd a Fratelli d’Italia. Un coro unanime  di indignazione. Anche l’Arci provinciale si è smarcata.

Da Roma si sono fatti sentire alcuni parlamentari. Due in particolare: Bignami e Gasparri. Galeazzo Bignami , bolognese, avvocato, capogruppo parlamentare di Fratelli d’Italia, ha annunciato che presenterà un esposto in Procura.

Il senatore  Maurizio Gasparri, ministro delle Comunicazioni nel governo Berlusconi (2001-2005) ha ricordato “come proprio a Reggio Emilia hanno mosso i primi passi le BR. Esaltarne i crimini in questa stessa città è un atto ancora più turpe e più grave”. Chiaro il riferimento a due famosi brigatisti reggiani: Prospero Gallinari (1952-2013) e Alberto Franceschini (fondatore delle BR insieme a Renato Curcio e Margherita Cagol).

Gestione cookie