Pakistan, la pena per la donna che dice no: bruciare viva

Pakistan, Lahore. Quindi una città e non una remota realtà contadino/ancestrale. Pakistan, Lahore. Quindi Pakistan qui, oggi contemporaneo. Pakistan vero, Pakistan normale, normalmente Pakistan. Lei ha 22 anni, è una donna, fa parte del bestiame casalingo, deve accoppiarsi. La famiglia, intendendo i maschi della famiglia le comunicano che per l’accoppiamento è stato scelto ed è pronto un cugino. L’accoppiamento ha i suoi riti e la sua liturgia, tra questi ovviamente la cerimonia del fidanzamento e poi quella del matrimonio. Passaggi simbolici, perfino vestiti a festa.

Ma l’accoppiamento non prevede scelta del partner, men che mai da parte di lei, lei che è una donna, parte del bestiame casalingo. E si è mai visto accoppiamento dove le donne di casa scelgono con chi accoppiarsi? Sarebbe, oltre che nocivo per gli interessi economico/sociali della famiglia, anche indecoroso. Molto indecoroso, più che indecoroso, intollerabile. Intollerabile e indecoroso perché spreco e non  utilizzo delle risorse e del valore di scambio del bestiame casalingo.

Accoppiamento forzato, lei dice no

Lei, una donna niente meno dice no. Dice no all’accoppiamento forzato. Dice no ad una transazione carnale buona per la famiglia e tale giudicata e passata dai maschi della famiglia. Lei dice no e quindi tradisce la famiglia, come bestiame casalingo che morde la mano del padrone. Quindi merita pena. Che verrà impartita dall’offeso maschio, dall’offeso numero uno e cioè il mancato accoppiatore. Pena che verrà impartita dal mancato accoppiatore con il consenso e la partecipazione di tutti i maschi che si son visti negare la piena proprietà e disponibilità del bestiame di famiglia.

Bruciata viva

Pena, quale pena? Una che cancelli e al tempo stesso illumini il peccato, il peccato di aver detto no all’accoppiamento deciso dai maschi. Cancelli e illumini al tempo stesso…il fuoco. Il maschio spalleggiato da maschi va a casa di lei, la cosparge di benzina, le dà fuoco, la bricia viva. Questa è la pena. Socialmente accettata se non condivisa. Penalmente tollerata, impartirla è tollerato come reato minore. Perché il vero e grosso reato, la vera e grande colpa è quella della donna che ha detto no all’accoppiamento trattato dai maschi. Questo è Pakistan, qui e oggi. E il primo o la prima che dovesse dire si tratta di cultura, usi, costumi e precetti diversi e lontani ma da rispettare o comunque fregarsene meriterebbe istruttiva esperienza: un annetto di vita come membro di quella famiglia pakistana.

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