Governo soffocato dalla giungla delle frequenze

di Paolo Gentiloni
Pubblicato il 11 Settembre 2012 - 18:59 OLTRE 6 MESI FA

Come ogni giungla che si rispetti, la giungla delle frequenze si sviluppa impetuosa e in mancanza di interventi determinati e incisivi torna a invadere lo spettro elettromagnetico vanificando gli interventi di regolazione.

E’ l’allarme che ho lanciato alcuni mesi fa al Governo, e devo dire che le risposte ricevute alle mie sollecitazioni (tradotte anche in un’interrogazione parlamentare del Pd) non sono rassicuranti. Riaffiorano infatti vecchie abitudini di occupazioni di fatto da parte di singole emittenti e di autorizzazioni concesse dal Ministero al di fuori di ogni pianificazione strategica.

Il risultato, se non ci sarà un deciso cambio di passo da parte del Ministero guidato da Corrado Passera, è che potrebbero essere a rischio alcune delle scelte più importanti –e positive- compiute nel recente passato in materia di frequenze. Scelte compiute con un duplice obiettivo: da un lato ridurre lo spazio occupato dalle tv a favore dello spazio necessario all’accesso a Internet da reti mobili; dall’altro aprire a nuove emittenti tv la possibilità di disporre di frequenze.

Questi obiettivi hanno portato prima all’asta sulle frequenze della banda 800 MhZ aggiudicata a Tim, Vodafone e Wind per un importo di circa 4 miliardi; poi all’annullamento del cosiddetto beauty contest, da sostituire con un’asta competitiva. Ora sia l’una che l’altra operazione presentano qualche rischio.

Tim, Vodafone e Wind hanno pagato per disporre dal prossimo 31 dicembre di frequenze per la tecnologia Lte che consentirà un accesso molto più veloce a Internet da smartphone e tablet. Ma a cento giorni di distanza, una parte di queste frequenze sono ancora occupate: o in via di fatto o grazie a incomprensibili autorizzazioni Ministeriali. A questo deve aggiungersi il fatto che non è ancora stato risolto il problema delle interferenze che la partenza delle tecnologie Lte provocherà alla ricezione della tv digitale terrestre. Chi dovrà pagare per eliminare queste interferenze? Lo Stato? Gli operatori mobili? I cittadini, già penalizzati dai molti buchi della capacità trasmissiva del digitale terrestre?

Problemi analoghi rischiamo di ostacolare l’asta destinata a sostituire il Beauty contest. La giusta decisione presa dal Ministro Passera di annullare il regalo predisposto dal precedente Governo tarda a produrre i suoi frutti. E non solo per i tempi legati al lavoro della nuova Agcom e alle successive verifiche Ue, ma anche perché una parte dello spazio da mettere all’asta risulta occupato.

Tutte buone ragioni, insomma, per chiedere al Governo maggiore impegno e determinazione sul tema delle frequenze: la giungla è sempre stata un bel regalo per i soliti noti.