Parlar male del governo Conte bis, ma c'è anche del buono Parlar male del governo Conte bis, ma c'è anche del buono

Parlar male del governo Conte bis, ma c’è anche del buono

Parlar male del governo Conte bis, ma c'è anche del buono
Giuseppe Turani

ROMA – Parlare male di questo governo Conte 2 è facilissimo. Basta ricopiare il programma: un catalogo di tutte le corbellerie grilline con una spruzzatina di populismo Pd. Per fortuna, si tratta di cose che non saranno mai realizzate.

Ma è altrettanto facile parlarne bene:

1- È stato cacciato Salvini con tutta la sua gente. In pratica si è chiuso un centro generatore di odio sociale e di rancore. Si respira meglio. Tutto resta ancora difficile, ma c’è la speranza di poterlo affrontare in maniera civile.

2- La squadra di governo grillina è sempre modestissima, ma i più bizzarri (dalla Castelli alla Lezzi) sono stati cacciati. Rimane, purtroppo, il dj Foffo alla Giustizia, ma tutto dalla vita non si può avere.

3- La squadra del Pd, abbastanza rinnovata rispetto alla tradizione, è di un buon livello, con alcuni segnali significativi: l’aver promosso a ministro Teresa Bellanova, una donna con appena la terza media, ma che è la storia stessa del Sud e delle sue lotte è un gesto importante di civiltà politica.

4- Ma la cosa più importante è che questo è un governo europeista, totalmente. Tutte le scemenze di Salvini sono state cancellate. Anzi, a Bruxelles, come commissario (si spera agli Affari economici) si manda uno dei migliori soggetti in circolazione, e cioè Paolo Gentiloni, ex ministro degli Esteri del governo Renzi e, dopo, lui stesso presidente del Consiglio.

In sostanza, se prima eravamo qualcosa da cui doversi guardare, oggi abbiamo ripreso il nostro posto nella comunità europea, di cui siamo soci fondatori. Non avremo più un ministro dell’Interno che ogni due ore insulta Macron e Merkel, ma dei signori educati e rispettosi, stimati in Europa.

La battuta della presidente della Bce, Lagarde, alla notizia della nomina di Gualtieri all’economia (“Una nomina che fa bene all’Italia e all’Europa”), segna una distanza chilometrica fra il Conte 1 e il Conte 2.

Detto questo, di facile non ci sarà niente. La recessione incombe, la stessa Germania va male, e i soldi per reagire non ci sono. Ma, rispetto a prima è cambiata una cosa: tutti, dalla Lagarde alla Commissione, vogliono aiutare l‘Italia.

Un solo neo: per come è nato e per come andrà avanti questo sarà un governo della spesa, non dei risparmi. E ci saranno poche riforme liberal-democratiche, forse nessuna.

Ma già l’aver evitato di diventare un caso politico in Europa, come stava accadendo con il Conte 1, è un successo. (Fonte Uomini & Business).

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