Pd, la visita “mordi e fuggi “di Elly Schlein nella Romagna devastata dall’alluvione, pur circondata da un semi-silenzio mediatico (voluto), ha ugualmente agitato le acque nel suo stesso Pd, peraltro da tempo in ambasce .
Di più: in un accoramento struggente. Così Elly si è ritrovata, suo malgrado, nella bufera. Con pesanti capi di accusa.
1) VISITA TARDIVA – Perché la segretaria dem si è fatta viva solo al nono giorno della catastrofe? Temeva sonore contestazioni? Temeva un’altra ruvida accoglienza come le avevano riservato i saccopelisti de La Sapienza che brutalmente le hanno chiesto:”Cosa vieni a fare?”.
E giù imbarazzanti e scomode domande. Tipo: “Sei venuta a fare passerella? Perché il Pd da anni non sostiene il diritto allo studio?”. Le stesse frustate ricevute nella piazza sindacale della sua Bologna(“Vai a fare i tuoi comizi altrove”).
2)”SCONCERTANTE “ATTESA – I malumori nel Pd aumentano. I ballottaggi di domenica 28 non sono in prima battuta. Il termine “sconcertante” è stato utilizzato dal sindaco dem di Piacenza (Katia Tarasconi) in una riunione tra colleghi del territorio in merito al ritardo della Schlein sulla visita in Romagna. Vocabolo prontamente diffuso da Paola De Micheli, piacentina doc, già ministro delle infrastrutture e dei trasporti (2019-2021) nel governo Conte. Che ambientino!
3) VICOLO CIECO DELLA SINISTRA – Ma il rimprovero più pesante, dicono i malpancisti del PD, è lo svuotamento dei valori tradizionali e l’avvento di un “solidarismo permissivo”, come diceva il filosofo Augusto Del Noce già nel 1978.
La linea Elly Schlein ha sempre più contestatori. Dicono: ”La neo segretaria PD è un potente e pericoloso fattore di rottura nella sinistra che aveva costruito decennali stagioni di potere sugli equilibri Prodiani e poi draghiani. Piacciono sempre meno le scuole trasformate in laboratori gender, gli arditi percorsi sessuali spacciati per libertà anticonformiste, lo jus soli, il perenne fuoco della polemica pro-migranti a qualunque costo. L’effetto Schlein sta dunque svanendo?